Alberto de Schoenberg è veramente un personaggio coltissimo ed eclettico .Italiano anzi napolitanissimo nonostante il suo nome tedesco s’interessa anche di medicina e nel 1814 scrive uno straordinario trattato di rinoplastica con accurate descrizioni di interventi chirurgici mirati alla ricostruzione del naso e questa sua incredibile carrellata di documenti inizia dalla Sicilia, quando nel 1442 un certo dottor Branca spiega come si ricostruisce un naso, ormai inesistente, con un altro messo a disposizione da uno schiavo ,possiamo immaginare con quanto entusiasmo del donatore…
Ma il lavoro che lo farà conoscere in tutta Italia è la traduzione dell' Organon, il trattato di omeopatia del dottor Samuel Hahnemann. Su questo medico tedesco e sul suo rivoluzionario metodo di cura sono stati versati i proverbiali fiumi d’inchiostro per approvarlo o denigrarlo ma sta il fatto che oggi, a 200 anni dalla sua nascita ,in tutto il mondo un numero enorme di persone si affida all’ Omeopatia e addirittura in Francia le medicine omeopatiche sono rimborsate dalla Mutua Assistenza .
Chissà se il dottor Hahnemann immaginava lo sviluppo che avrebbe avuto la sua teoria quando ,sfiduciato della medicina tradizionale in cui trionfavano salassi ,purganti ,sanguisughe (!!) e medicamenti a base di mercurio ,piombo o arsenico per ogni malattia ,cominciò a fare i suoi primi esperimenti con la belladonna come profilassi per la scarlattina .Il suo rifiuto per la prassi medica abituale ebbe anche risvolti clamorosi . “Andatevene ,non sono in grado di curarvi ,non voglio rubarvi i soldi !“ disse a dei pazienti che lo stavano aspettando nel suo studio .
Ovviamente medici e farmacisti del suo tempo lo odiarono e riuscirono ad impedirgli la distribuzione dei suoi prodotti così, per sottrarsi alle difficoltà, fu costretto a cambiare spesso città finchè fondò a Lipsia una Scuola di Omeopatia . Moltissimi personaggi importanti furono curati e guariti con il nuovo metodo che utilizzava quei medicamenti che provocano in un individuo sano i sintomi della malattia da combattere .E così nel 1821 al seguito delle truppe austriache a Napoli c’è un oscuro dottor Necker , medico omeopata del comandante ,il barone von Koller ; il re Ferdinando I, incuriosito dalla novità che sembra ottenere straordinarie guarigioni, sollecita la Reale Accademia delle Scienze di Napoli ad approfondire la materia .
La Società Reale Borbonica affida l’incarico a nostro eclettico Schoenberg, che dopo essersi recato di persona da Hahnemann traduce in italiano l’Organon . Il successo del nuovo sistema è folgorante perché suffragato da prove inconfutabili , fatto è ,che già nel 1825 il re Francesco I viene curato con l’Omeopatia e si sviluppa una fiorente scuola omeopatica apertamente favorita dai Borbone ; gli allievi napoletani di Necker, i dottori Cosmo de Horatiis,,Francesco Romani e Giuseppe Mauro creano scuole e formano altri allievi che eserciteranno in Campania ,Sicilia ,Lazio e Umbria . Anche nel resto dell ‘Italia il metodo si diffonde grazie a eventi importanti risaputi nell’ambiente medico ;primo fra tutti nel 1841 la straordinaria guarigione del Maresciallo Radetsky che affetto da un cancro all’occhio senza ormai più speranze si era affidato ad un omeopata. Nel 1863 ci sono nelle regioni meridionali regioni 184 medici ,14 farmacie ,2 ospedali ,5 dispensari ,4 giornali ,2 accademie e 2 associazioni omeopatiche .
Con la conquista sabauda inizia l’involuzione dell’omeopatia infatti nel 1886 si registrano solo 37 medici omeopati ed anche nel resto della penisola il metodo vivacchia stentatamente per tutto il resto del secolo e per gran parte del Novecento finché negli anni 80 riprende quello straordinario vigore che non accenna a diminuire ai nostri giorni . Ma questa è tutta un’altra storia …
De Schoenberg ci richiama all’Organon dove i protagonisti sono Belladonna , Artemisia e Dulcamara ,nomi di piante medicamentose che riecheggiano personaggi fantastici da Gerusalemme Liberata ; una traduzione resa affascinante da una lingua italiana chiara, sintetica ,senza pesantezze antiquate,assolutamente gradevole ,come potrà facilmente constatare chi vorrà leggere queste coinvolgenti 122 pagine . E allora dov’era questa nazione duosiciliana sprofondata nell’ignoranza più totale ,abitata da una razza inferiore tendente al crimine,dove sono gli individui rozzi ,volgari ,sguaiati , dov’è il regno di sottosviluppati mentali che aspettavano con ansia di essere liberati dall’oscurantismo e dalla povertà ?
I segni che abbiamo ci mandano tutti in altre direzioni ;De Schoenberg nel 1822 usa una lingua italiana agile e snella ,dovuta con tutta evidenza all’uso corrente e giornaliero. Il richiamo con il Piemonte è d’obbligo : Carlo Alberto nel 1848 si meraviglia molto quando a corte sente per la prima volta Costanza D’Azeglio parlare in italiano poichè i piemontesi delle classi dominanti parlavano francese .
Non solo .La traduzione dell’Organon ,la sua fulminea diffusione e l’adesione di tanti medici duosiciliani , lo sviluppo e la nascita di tanti giornali ,accademie ,associazioni dimostra che esisteva nel regno un tessuto di menti pensanti in continuo e proficuo scambio di idee ed esperienze non solo nel campo medico . Basti pensare a quel miracolo della scienza che è la mummificazione del corpo umano : la Sicilia era regina in questo disciplina tanto che ancora oggi è tappa obbligata di ogni tour turistico la visita alle mummie dei Cappuccini a Palermo . Oggi noi guardiamo inteneriti il dolce visetto della piccola Rosalia Lombardo ,la bimba morta nel 1920 e mummificata dallo scienziato Alfredo Salafia ma aldilà dell’impatto emotivo si fa strada l’orgoglio che ancora all’inizio del Novecento qualche genio siciliano continuava sulla strada tracciata dal dottor Branca ,sostitutore di nasi …
Costanza Castellano
Partito del Sud -Piemonte
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Alberto de Schoenberg è veramente un personaggio coltissimo ed eclettico .Italiano anzi napolitanissimo nonostante il suo nome tedesco s’interessa anche di medicina e nel 1814 scrive uno straordinario trattato di rinoplastica con accurate descrizioni di interventi chirurgici mirati alla ricostruzione del naso e questa sua incredibile carrellata di documenti inizia dalla Sicilia, quando nel 1442 un certo dottor Branca spiega come si ricostruisce un naso, ormai inesistente, con un altro messo a disposizione da uno schiavo ,possiamo immaginare con quanto entusiasmo del donatore…
Ma il lavoro che lo farà conoscere in tutta Italia è la traduzione dell' Organon, il trattato di omeopatia del dottor Samuel Hahnemann. Su questo medico tedesco e sul suo rivoluzionario metodo di cura sono stati versati i proverbiali fiumi d’inchiostro per approvarlo o denigrarlo ma sta il fatto che oggi, a 200 anni dalla sua nascita ,in tutto il mondo un numero enorme di persone si affida all’ Omeopatia e addirittura in Francia le medicine omeopatiche sono rimborsate dalla Mutua Assistenza .
Chissà se il dottor Hahnemann immaginava lo sviluppo che avrebbe avuto la sua teoria quando ,sfiduciato della medicina tradizionale in cui trionfavano salassi ,purganti ,sanguisughe (!!) e medicamenti a base di mercurio ,piombo o arsenico per ogni malattia ,cominciò a fare i suoi primi esperimenti con la belladonna come profilassi per la scarlattina .Il suo rifiuto per la prassi medica abituale ebbe anche risvolti clamorosi . “Andatevene ,non sono in grado di curarvi ,non voglio rubarvi i soldi !“ disse a dei pazienti che lo stavano aspettando nel suo studio .
Ovviamente medici e farmacisti del suo tempo lo odiarono e riuscirono ad impedirgli la distribuzione dei suoi prodotti così, per sottrarsi alle difficoltà, fu costretto a cambiare spesso città finchè fondò a Lipsia una Scuola di Omeopatia . Moltissimi personaggi importanti furono curati e guariti con il nuovo metodo che utilizzava quei medicamenti che provocano in un individuo sano i sintomi della malattia da combattere .E così nel 1821 al seguito delle truppe austriache a Napoli c’è un oscuro dottor Necker , medico omeopata del comandante ,il barone von Koller ; il re Ferdinando I, incuriosito dalla novità che sembra ottenere straordinarie guarigioni, sollecita la Reale Accademia delle Scienze di Napoli ad approfondire la materia .
La Società Reale Borbonica affida l’incarico a nostro eclettico Schoenberg, che dopo essersi recato di persona da Hahnemann traduce in italiano l’Organon . Il successo del nuovo sistema è folgorante perché suffragato da prove inconfutabili , fatto è ,che già nel 1825 il re Francesco I viene curato con l’Omeopatia e si sviluppa una fiorente scuola omeopatica apertamente favorita dai Borbone ; gli allievi napoletani di Necker, i dottori Cosmo de Horatiis,,Francesco Romani e Giuseppe Mauro creano scuole e formano altri allievi che eserciteranno in Campania ,Sicilia ,Lazio e Umbria . Anche nel resto dell ‘Italia il metodo si diffonde grazie a eventi importanti risaputi nell’ambiente medico ;primo fra tutti nel 1841 la straordinaria guarigione del Maresciallo Radetsky che affetto da un cancro all’occhio senza ormai più speranze si era affidato ad un omeopata. Nel 1863 ci sono nelle regioni meridionali regioni 184 medici ,14 farmacie ,2 ospedali ,5 dispensari ,4 giornali ,2 accademie e 2 associazioni omeopatiche .
Con la conquista sabauda inizia l’involuzione dell’omeopatia infatti nel 1886 si registrano solo 37 medici omeopati ed anche nel resto della penisola il metodo vivacchia stentatamente per tutto il resto del secolo e per gran parte del Novecento finché negli anni 80 riprende quello straordinario vigore che non accenna a diminuire ai nostri giorni . Ma questa è tutta un’altra storia …
De Schoenberg ci richiama all’Organon dove i protagonisti sono Belladonna , Artemisia e Dulcamara ,nomi di piante medicamentose che riecheggiano personaggi fantastici da Gerusalemme Liberata ; una traduzione resa affascinante da una lingua italiana chiara, sintetica ,senza pesantezze antiquate,assolutamente gradevole ,come potrà facilmente constatare chi vorrà leggere queste coinvolgenti 122 pagine . E allora dov’era questa nazione duosiciliana sprofondata nell’ignoranza più totale ,abitata da una razza inferiore tendente al crimine,dove sono gli individui rozzi ,volgari ,sguaiati , dov’è il regno di sottosviluppati mentali che aspettavano con ansia di essere liberati dall’oscurantismo e dalla povertà ?
I segni che abbiamo ci mandano tutti in altre direzioni ;De Schoenberg nel 1822 usa una lingua italiana agile e snella ,dovuta con tutta evidenza all’uso corrente e giornaliero. Il richiamo con il Piemonte è d’obbligo : Carlo Alberto nel 1848 si meraviglia molto quando a corte sente per la prima volta Costanza D’Azeglio parlare in italiano poichè i piemontesi delle classi dominanti parlavano francese .
Non solo .La traduzione dell’Organon ,la sua fulminea diffusione e l’adesione di tanti medici duosiciliani , lo sviluppo e la nascita di tanti giornali ,accademie ,associazioni dimostra che esisteva nel regno un tessuto di menti pensanti in continuo e proficuo scambio di idee ed esperienze non solo nel campo medico . Basti pensare a quel miracolo della scienza che è la mummificazione del corpo umano : la Sicilia era regina in questo disciplina tanto che ancora oggi è tappa obbligata di ogni tour turistico la visita alle mummie dei Cappuccini a Palermo . Oggi noi guardiamo inteneriti il dolce visetto della piccola Rosalia Lombardo ,la bimba morta nel 1920 e mummificata dallo scienziato Alfredo Salafia ma aldilà dell’impatto emotivo si fa strada l’orgoglio che ancora all’inizio del Novecento qualche genio siciliano continuava sulla strada tracciata dal dottor Branca ,sostitutore di nasi …
Costanza Castellano
Partito del Sud -Piemonte
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