Roma 10 apr 2011 - La nube radioattiva partita dai reattori giapponesi di Fukushima ha lasciato segni del suo passaggio anche nei cieli d’Europa, e non solo nei cieli.
L’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, e il sistema delle Agenzie Regionali e delle Province Autonome per la Protezione dell’Ambiente effettuano in Italia il monitoraggio della radioattività ambientale. Dal 12 marzo 2011, l’Ispra ha richiesto di intensificare le misure di particolato atmosferico allo scopo di monitorare l’andamento di una eventuale presenza di radioattività in aria riconducibile all’incidente nella centrale di Fukushima in Giappone. Vengono effettuate misure giornaliere con particolare riguardo alla presenza degli isotopi Iodio 131 e Cesio 137. È stato anche richiesto di effettuare misure di deposizione al suolo con cadenza settimanale. Sono state programmate anche alcune misure su vegetali a foglia larga e latte al fine di seguire eventuali fenomeni di trasferimento dei radionuclidi nell’ambiente.
I risultati delle ultime misure effettuate, hanno evidenziato la presenza in aria di piccole tracce variabili di Iodio 131 e Cesio 137 in atmosfera. Le concentrazioni sono in generale accordo con quelle rilevate in altri paesi Europei. L’Istituto fa sapere che «i valori riscontrati non hanno alcuna rilevanza dal punto di vista radiologico e sono tali da non costituire alcun rischio di tipo sanitario». Anche sui vegetali a foglia larga i rilevamenti a partire dal 30 marzo, hanno evidenziato piccole tracce di Iodio 131 e Cesio 137. Sono state, inoltre, effettuate misure su campioni di foraggio e sul latte a partire dal 30 marzo, hanno evidenziato un valore molto piccolo di concentrazione di Iodio 131. Sul sito dell’Ispra è possibile seguire l’aggiornamento dei dati.
Nel sudest della Francia è stato rilevato iodio 131 nell’acqua piovana e nel latte, a fine marzo, da due diversi organismi: il Criirad, indipendente di ricerca sulla radioattività, e l’ Irsn, Istituto francese per la protezione radiologica e la sicurezza nucleare. Le dosi sono basse, ma in condizioni normali dovrebbero essere assenti. Più bassi di quelli rilevati nel 1986 in seguito all’incidente di Chernobyl, tali livelli non sono tali da destare preoccupazione. Il Criirad ha sottolineato che, in caso di condizioni meteorologiche avverse, il falloutradioattivo di iodio-131 può raggiungere diverse centinaia di becquerel per metro quadrato o espandersi per qualche migliaio di metri quadrati.Gli spinaci, le insalate e gli altri ortaggi coltivati su superfici di grandi dimensioni sono prodotti alimentari da considerarsi particolarmente sensibili alla contaminazione da iodio-131, se esposti alla pioggia. Lo Iodio Radioattivo -131 è particolarmente tossico se assorbito dalla tiroide, dove si satura e porta ad un aumento del rischio di cancro.
Intanto, un guasto senza alcuna conseguenza per la sicurezza, si è verificato tra domenica e lunedì scorsi alla centrale nucleare di Fessenheim, nel nord-est della Francia, la più vecchia del Paese, diventata principale bersaglio degli ecologisti dopo le esplosioni alla centrale nucleare di Fukushima, in Giappone. L’incidente, dovuto ad una ”manovra inappropriata”, hanno riferito da Strasburgo, è stato classificato di livello 1, sulla scala Ines degli incidenti che va da 1 a 7.
La Direzione generale dell’energia della Commissione europea (Dg Ener) sta coordinando la risposta a questo incidente nell’UE con il sostegno del Centro comune di ricerca. La direzione è anche responsabile della legislazione concernente i livelli di radioattività negli alimenti nonché dell’introduzione, ove necessario, di una clausola di salvaguardia per imporre dei test sulla radioattività. La Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha sottolineato che l’agenzia non è coinvolta nella misurazione della radioattività, ma resta vigile e pronta a fornire assistenza tecnica, se richiesto.
In Giappone, nel frattempo, in seguito alla forte scossa di 7.1 Richter dello scorso 7 aprile, è tornato l'allarme per la stabilità delle centrali nucleari disseminate nell'arcipelago. Nella centrale di Onagawa (prefettura di Miyagi) sono state rilevate delle perdite d'acqua. La Tohoku Electric, il gestore dell'impianto già disattivato dopo il sisma/tsunami dell'11 marzo, ha fatto sapere che le perdite rilevate sarebbero 8-9, legate alle vasche di raffreddamento del combustibile spento dei reattori n.1 e 2. Tuttavia, la Tohoku ha precisato che non c'è stato alcun cambiamento dei livelli di radiazioni all'esterno della struttura. Due delle tre fonti di energia esterne sono saltate per il sisma, lasciandone solo una al raffreddamento del combustibile spento le cui operazioni si sono fermate brevemente e poi ripartite.
Nella rete internet si sta diffondendo un appello alle autorità giapponesi affinché venga evacuata la popolazione maggiormente a rischio intorno alla centrale nucleare di Fukushima e gli organi istituzionali forniscano a tutti i Paesi indicazioni precise sulla prevenzione medica dalle radiazioni. «Tra le tante morti provocate dal nucleare», si legge, «una è quella dell'informazione. In gioco c'è il futuro del Giappone e forse dell'umanità intera».
di Paolo Della Ventura
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