mercoledì 12 gennaio 2011

Studenti al fianco degli operai contro l'accordo Marchionne

di Elisabetta Ranieri

E' una giornata invernale, fa freddo e piove. Eppure fuori Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell'Università di Torino, sono in molti gli studenti fuori dall'atrio, che fanno capanello. Si parla di esami, lezioni da seguire dopo la pausa natalizia, ma tra una risata ed una sigaretta c'è anche chi parla dell'accordo Fiat e dell'imminente referendum che chiamerà in causa - il prossimo giovedì - gli operai dello storico stabilimento di Mirafiori. Un referendum, questo, che rischia, qualora dovesse passare, di cambiare profondamente l'industria italiana privandola di quei diritti sociali conquistati negli anni con le lotte sociali.
Estorsione, attacco, denigrazione della parola diritto, sono queste le parole che si sentono di più.

Gli studenti non ci stanno e riflettono su come anche la scuola e l'università rientrano in quella che loro definiscono la "logica del modello Marchionne", ossia una logica in cui anche negli anni universitari, sempre loro, gli studenti, sono già lavoratori in quanto produttori di un idea che non è cultura bensì merce venduta. Il vero problema di questo nostro Paese è per questi ragazzi la lotta alla precarietà , l'unica - a dir loro - capace di rendere tutti un unico soggetto sociale abbattendo quelle barriere ideologiche che un tempo si potevano innalzare, soprattutto tra lavoratori e studenti.
«La Fiom non è isolata come si vuole far credere perché ha dietro noi studenti, gli operai e tutto quel mondo fatto di precari che appoggia questa battaglia coraggiosa» dicono gli studenti sostenendo che più che un accordo la soluzione proposta dall'ad della Fiat sia un vero e proprio attacco a quei diritti studiati sul manuale di costituzionale e su quello di diritto del lavoro.
«Vogliono riproporre qua a Mirafiori quello che hanno fatto a Pomigliano- sostengono - ma noi speriamo che gli operai riescano a fare delle mobilitazioni e sicuramente noi staremo al loro fianco per far si che si riesca a vincere almeno una battaglia in questo Paese in cui i movimenti sembrano oramai essere rassegnati a non vincere più». Ed ancora: «la precarietà è un dato di fatto, oggettivo. Noi la viviamo sulla nostra pelle noi siamo precari già adesso...tanti di noi lavorano nei call center, nei bar per guadagnare quei soldi in più che ci servono per pagare le tasse universitarie sempre più alte e abbiamo la consapevolezza di vivere questa situazione anche dopo la laurea però c'è un discorso che bisogna fare magari uscendo anche dalle dinamiche del sindacato e del lavoro garantito - che noi non possiamo neanche permetterci di fare – che è quello di riprendersi quello che ci spetta, bisogna parlare di reddito ed è quello che stiamo facendo anche attraverso le nostre proteste».

C'è chi parla di estorsione e di come questo governo, soprattutto nell'era Berlusconiana, abbia rubato il futuro ed il passato di questo Paese. Accuse pesanti che lasciano intendere come non ci si trovi davanti ai "bamboccioni" tanto declamati dal ministro Brunetta ma davanti a persone mature e responsabili ma soprattutto consapevoli di quello che sarà il loro "triste" futuro precario. «Tagliando le gambe a noi studenti e alla nostra ricerca – ci spiega uno studente - stanno rovinando il futuro di questo Paese ma anche il passato ovvero tutte quelle conquiste che il movimento operaio aveva conquistato negli anni di lotta, dal '68 al '77, e che adesso stanno andando via. Penso che a questo non debbano ribellarsi solo gli operai di Pomigliano o di Mirafiori ma chiunque creda ancora nella parola diritto deve scendere in piazza per protestare e mobilitarsi anche perchè il contratto metalmeccanico non tocca solo le fabbriche». «Ad esempio – continua - io ho lavorato in un call center e avevo quel tipo di contratto che adesso vogliono dismettere solo per fare in modo che una larga base di popolazione italiana abbia meno potere contrattuale e non possa più gestire la loro vita e il proprio tempo da dedicare al lavoro, lavoro che non dovrebbe essere una condizione assoluta per avere un ruolo nella società. Vogliono creare sudditi che devono ringraziare il padrone per le 12 ore di lavoro schifoso che gli fanno fare da qui fino alla fine della propria vita».

Dal loro punto di vista, e non solo i soli a pensarla così, questo accordo servirà solo ad aumentare la forbice tra le varie fasce di potere d'acquisto e quindi, come sempre, c'è il ricco che diventerà ancora più ricco ed il povero che, al contrario, diventerà ancora più povero perchè l'accordo nasce dal fatto che ci siano, per pochi ovviamente, i presupposti tali per guadagnare mille volte tanto rispetto a quello che si guadagnava prima.

Dunque gli studenti sperano, sperano che si riesca a fare un ragionamento collettivo di lotta e di avanzamento non solo per non fare passare questo referendum ma anche per poter far nascere delle considerazioni più serie e migliori su quello che è il valore della parola diritto. Una parola, questa, oggi purtroppo dimenticata.

Fonte: Nuova società

.


Leggi tutto »
di Elisabetta Ranieri

E' una giornata invernale, fa freddo e piove. Eppure fuori Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell'Università di Torino, sono in molti gli studenti fuori dall'atrio, che fanno capanello. Si parla di esami, lezioni da seguire dopo la pausa natalizia, ma tra una risata ed una sigaretta c'è anche chi parla dell'accordo Fiat e dell'imminente referendum che chiamerà in causa - il prossimo giovedì - gli operai dello storico stabilimento di Mirafiori. Un referendum, questo, che rischia, qualora dovesse passare, di cambiare profondamente l'industria italiana privandola di quei diritti sociali conquistati negli anni con le lotte sociali.
Estorsione, attacco, denigrazione della parola diritto, sono queste le parole che si sentono di più.

Gli studenti non ci stanno e riflettono su come anche la scuola e l'università rientrano in quella che loro definiscono la "logica del modello Marchionne", ossia una logica in cui anche negli anni universitari, sempre loro, gli studenti, sono già lavoratori in quanto produttori di un idea che non è cultura bensì merce venduta. Il vero problema di questo nostro Paese è per questi ragazzi la lotta alla precarietà , l'unica - a dir loro - capace di rendere tutti un unico soggetto sociale abbattendo quelle barriere ideologiche che un tempo si potevano innalzare, soprattutto tra lavoratori e studenti.
«La Fiom non è isolata come si vuole far credere perché ha dietro noi studenti, gli operai e tutto quel mondo fatto di precari che appoggia questa battaglia coraggiosa» dicono gli studenti sostenendo che più che un accordo la soluzione proposta dall'ad della Fiat sia un vero e proprio attacco a quei diritti studiati sul manuale di costituzionale e su quello di diritto del lavoro.
«Vogliono riproporre qua a Mirafiori quello che hanno fatto a Pomigliano- sostengono - ma noi speriamo che gli operai riescano a fare delle mobilitazioni e sicuramente noi staremo al loro fianco per far si che si riesca a vincere almeno una battaglia in questo Paese in cui i movimenti sembrano oramai essere rassegnati a non vincere più». Ed ancora: «la precarietà è un dato di fatto, oggettivo. Noi la viviamo sulla nostra pelle noi siamo precari già adesso...tanti di noi lavorano nei call center, nei bar per guadagnare quei soldi in più che ci servono per pagare le tasse universitarie sempre più alte e abbiamo la consapevolezza di vivere questa situazione anche dopo la laurea però c'è un discorso che bisogna fare magari uscendo anche dalle dinamiche del sindacato e del lavoro garantito - che noi non possiamo neanche permetterci di fare – che è quello di riprendersi quello che ci spetta, bisogna parlare di reddito ed è quello che stiamo facendo anche attraverso le nostre proteste».

C'è chi parla di estorsione e di come questo governo, soprattutto nell'era Berlusconiana, abbia rubato il futuro ed il passato di questo Paese. Accuse pesanti che lasciano intendere come non ci si trovi davanti ai "bamboccioni" tanto declamati dal ministro Brunetta ma davanti a persone mature e responsabili ma soprattutto consapevoli di quello che sarà il loro "triste" futuro precario. «Tagliando le gambe a noi studenti e alla nostra ricerca – ci spiega uno studente - stanno rovinando il futuro di questo Paese ma anche il passato ovvero tutte quelle conquiste che il movimento operaio aveva conquistato negli anni di lotta, dal '68 al '77, e che adesso stanno andando via. Penso che a questo non debbano ribellarsi solo gli operai di Pomigliano o di Mirafiori ma chiunque creda ancora nella parola diritto deve scendere in piazza per protestare e mobilitarsi anche perchè il contratto metalmeccanico non tocca solo le fabbriche». «Ad esempio – continua - io ho lavorato in un call center e avevo quel tipo di contratto che adesso vogliono dismettere solo per fare in modo che una larga base di popolazione italiana abbia meno potere contrattuale e non possa più gestire la loro vita e il proprio tempo da dedicare al lavoro, lavoro che non dovrebbe essere una condizione assoluta per avere un ruolo nella società. Vogliono creare sudditi che devono ringraziare il padrone per le 12 ore di lavoro schifoso che gli fanno fare da qui fino alla fine della propria vita».

Dal loro punto di vista, e non solo i soli a pensarla così, questo accordo servirà solo ad aumentare la forbice tra le varie fasce di potere d'acquisto e quindi, come sempre, c'è il ricco che diventerà ancora più ricco ed il povero che, al contrario, diventerà ancora più povero perchè l'accordo nasce dal fatto che ci siano, per pochi ovviamente, i presupposti tali per guadagnare mille volte tanto rispetto a quello che si guadagnava prima.

Dunque gli studenti sperano, sperano che si riesca a fare un ragionamento collettivo di lotta e di avanzamento non solo per non fare passare questo referendum ma anche per poter far nascere delle considerazioni più serie e migliori su quello che è il valore della parola diritto. Una parola, questa, oggi purtroppo dimenticata.

Fonte: Nuova società

.


Nessun commento:

 
[Privacy]
Design by Free WordPress Themes | Bloggerized by Lasantha - Premium Blogger Themes | Hot Sonakshi Sinha, Car Price in India