Voltarelli non ha apprezzato la rivisitazione fatta dal comico di un suo brano diventato il manifesto del film. E lancia un invito ad Albanese: "Facciamo una tournée nelle scuole calabresi per parlare di qualunquismo e legalità?". Ma il suo gruppo si dissocia. E La Qualunque sbanca al botteghino
di KATIA RICCARDI ROMA - Su Youtube i commenti si accavallano. Sotto il video di "Onda calabra", colonna sonora del film di Giulio Manfredonia con Antonio Albanese, Qualunquemente, molti utenti si ribellano. "Non ci rispecchiamo in questo". Molti sono offesi e lo scrivono. Sono stanchi di essere stati scelti per rappresentare un solito, triste, deprimente cliché. Al di là delle risate che Albanese concede. Oltre la satira.Il film è stato il più visto nel primo fine settimana di uscita. La media è stata di quasi 10mila euro a copia, per un incasso totale di 5.400.000 euro con oltre 800mila presenze. E questi risultati sono stati omogenei da nord a sud. Ma un'onda calabra di malcontento ha preso voce e forza con la delusione manifestata da Peppe Voltarelli, ex cantante de Il Parto delle Nuvole Pesanti, e autore del brano originale che per il film è stato comprato, e poi modificato.
I PEZZI A CONFRONTO 1 - LA SCHEDA DEL FILM 2
La canzone originale del Parto delle Nuvole Pesanti parla di ragazzi che emigrano in Germania. E' poetico, ironico, lascia una traccia di malinconia mentre cerca un'onda di speranza. 'Mi aspetterai cantando', dice il testo, senza dimenticare. Perché chi va via dev'essere pronto a portarsi dietro immagini nella mente, valige di ricordi senza peso. Occhi, rose, colori, spiagge. Strofa in italiano, ritornello in tedesco, la melodia, come l'anima, ha i suoni del Sud. Voltarelli ha sempre cantato senza drammi, senza denuncie rabbiose, e soprattutto senza cliché. Va avanti, vive in giro per l'Italia facendo concerti, lavora. Per questo brano non vuole soldi. Non è quello il punto. Il suo messaggio è sempre stato ottimista, la parodia non lo è. La canzone non doveva essere così flessibile. Neanche per ridere. E Voltarelli lancia il suo invito ad Albanese: "Facciamo una tournée nelle scuole calabresi per parlare di legalità e qualunquismo?"
Voltarelli non è turbato dalla mancanza di riconoscimento, non è interessato a una guerra tecnica su copyright o permessi. E' deluso invece, dispiaciuto che anni di idee e speranze e lotte e poesie, possano essere comprate, cambiate per diventare parte di un gioco a cui lui non ha mai giocato. Ma la band, dalla quale sei anni fa Voltarelli si è separato, si dissocia.
Lo fa con un comunicato in cui Salvatore De Siena, Mimmo Crudo e Amerigo Sirianni dichiarano: "Ci sia consentito di dissentire totalmente dal giudizio artistico e dalla ricostruzione della vicenda di Peppe Voltarelli, non per spirito polemico ma per tutelare le ragioni del Parto delle Nuvole Pesanti e soprattutto per amore di verità. La versione 'Qualunquemente Onda Calabra', pur essendo una versione parzialmente diversa dall'originale per testo e stile, oltre che funzionale al film, è identica all'originale per lo scopo che persegue, che è quello di denunciare la realtà attuale, con la speranza di un domani milgiore. Siamo convinti - si legge ancora - che la versione del film non pregiudichi affatto lo spirito del brano originale, poiché il film di Albanese, oltre a essere una grande opera cinematografica, é anche un autentico gesto d'amore di Antonio verso il Sud, e ci pare davvero offensivo considerare il film macchiettistico".
Con gli altri membri del gruppo "non ci parliamo da anni", spiega Voltarelli. Dalla separazione in poi il suo messaggio è sempre stato ironico, sorridente, allegro. Critico, ovviamente, perché da lì parte. "Ci siamo divisi perché avevamo idee diverse. Io cerco di portare un messaggio da parte della mia terra. Per ché da noi le cose sono veramente in mano alla malavita. Da noi, quando nasci, sai che dovrai andare via per avere un futuro. Questo tipo di caricatura che fa il film aderisce a tutta l'immagine della Calabria nel mondo. Toglie le speranze". Non ha niente contro il film Voltarelli. Semplicemente è "già molto che si sia creato un dibattito", spiega.
Albanese della canzone ha fatto il manifesto di Cetto ("Cchiù pilu pi tutti"). E' la sua canzone, è il suo motto. La sua denuncia. L'arma melodica della sua caricatura. "Non era nata con questo spirito", dice Voltarelli che l'ha scritta nel 2004. Per lui era una poesia, una rosa, una cosa bella. Non avrebbe avuto la risonanza che sta avendo, certo, ma un suono sussurrato, "mantenedo il suo senso però. Da quando ho lasciato il gruppo sei anni fa, ho cercato di portare un'immagine critica e sorridente del Sud, non è facile relazionarmi con la mia terra quando se ne parla sempre in termini deprimenti. Ora la mia non non è una difesa dello status quo, non è un attacco al film. Ma la canzone era un simbolo di possibilità. E' stata presa e trasformata nel contrario esatto", continua e dice: "C'è una differenza tra una risata di felicità, e una risata amara".
Tecnicamente il 'nuovo' brano dovrebbe essere ridepositato alla Siae con le firme degli autori originali più quella di Albanese. "Vedi, lui, che io stimo molto come attore, fa una critica alla politica italiana, ma la mia canzone non era né di destra né sinistra. Era quanto di più lontano da una connotazione politica potesse esserci. Per me è utile la riflessione. Il fatto che si sia creato un dibattito (ripreso anche da Il Giornale, ndr). Politicamente io sono d'accordo con Albanese al limite, ma Cetto è molto 'anni Sessanta', e la gente calabrese è stanca di essere associata a questi luoghi comuni". In fondo, conclude Voltarelli, "non c'è mica tanto da ridere".
Fonte:La Repubblica
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1 commento:
Mi chiedo: perché per rappresentare la cialtroneria della politica bisogna utilzzare un idioma del Sud?
L'accento brianzolo non suona abbastanza macchiettistico?
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