http://www.youtube.com/watch?v=XtXnBL7ndqw
di Veronica Femminino – Molti di loro hanno frequentato con profitto l’università. Anni e anni di studio coronati da una laurea, magari ottenuta con il massimo dei voti. E poi? Nella maggior parte dei casi, il nulla. Da qui la fuga di cervelli. Alias, le migliori intelligenze costrette ad andare via per potere esprimere le proprie potenzialità.
C’è un modo per fermare questa emorragia di preziose risorse? Certo il modo ci sarebbe. Ma al momento non si vede nulla di concreto che vada in questa direzione. Sarà per questo che secondo il cantautore catanese, Franco Battiato “i giovani fanno benissimo a lasciare il Sud Italia”. Una dichiarazione raccolta subito dopo la pubblicazione di un’indagine condotta dal Cerdfos (centro studi della Cgil Sicilia), dalla quale si apprende che ogni anno sono 250.000 i giovani che abbandonano il meridione d’Italia per trasferirsi altrove, nel tentativo di trovare un’occupazione ed affermarsi professionalmente.
Il cantautore siciliano, noto per la ricercatezza della sua dimensione intimistica, per i suoi studi esoterici, per l’interesse verso i temi sociali, sa bene cosa vuol dire lasciare la propria terra. La sua è la storia di un emigrante che prepara i bagagli con il cuore colmo di speranze e di paure.
Costretto a lasciare i luoghi cari per esprimere potenzialità che in Sicilia non avrebbero mai avuto eco. Una storia simile a quella di tanti altri con un epilogo diverso. Lui è tornato. Tra le braccia della sua amata Milo, delizioso centro alle pendici dell’Etna. Perché la voglia di tornare prima o poi irrompe con prepotenza nella mente e nel cuore dei meridionali. Ma come per Battiato, spesso senza “il viaggio” non c’è successo. Il viaggio, dunque, come metafora di un percorso individuale che porta alla crescita lì dove c’è terreno fertile.
Ma c’è una speranza di riscatto per il Sud? “Dovrebbe cambiare qualcosa dal punto di vista cosmico, la razza umana sta peggiorando” risponde Battiato con un pizzico di amarezza. L’amarezza di chi ama profondamente un luogo oltraggiato dalla pochezza umana. La stessa amarezza che si sente vibrare tra le note di “Povera Patria”, una dei suoi testi più conosciuti dove si racconta di un’Italia “schiacciata dagli abusi del potere”. E sebbene qualche mese addietro avesse concesso credito al governo siciliano con una dichiarazione finita su tutti i giornali (“Dicono che ci sono persone rette. Dunque, staremo a vedere”) adesso Battiato non esita a definire la situazione politica italiana “insopportabile”.
Cosa fare allora? “Mai arrendersi ma continuare a lottare in vista della propria auto-realizzazione, cercando il Il Meridione d’Italia: terra di paradossi e contraddizioni, tra opportunità mancate e potenzialità sopite. Suggestivo, selvaggio e incomparabilmente bello. Difficile restare, difficile andare via, come con quegli amori vissuti all’insegna di un odi et amo di catulliana memoria. I giovani continueranno a lottare, alcuni rimar-ranno, altri partiranno e altri ancora, torneranno.
Fonte:Il Sud
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http://www.youtube.com/watch?v=XtXnBL7ndqw
di Veronica Femminino – Molti di loro hanno frequentato con profitto l’università. Anni e anni di studio coronati da una laurea, magari ottenuta con il massimo dei voti. E poi? Nella maggior parte dei casi, il nulla. Da qui la fuga di cervelli. Alias, le migliori intelligenze costrette ad andare via per potere esprimere le proprie potenzialità.
C’è un modo per fermare questa emorragia di preziose risorse? Certo il modo ci sarebbe. Ma al momento non si vede nulla di concreto che vada in questa direzione. Sarà per questo che secondo il cantautore catanese, Franco Battiato “i giovani fanno benissimo a lasciare il Sud Italia”. Una dichiarazione raccolta subito dopo la pubblicazione di un’indagine condotta dal Cerdfos (centro studi della Cgil Sicilia), dalla quale si apprende che ogni anno sono 250.000 i giovani che abbandonano il meridione d’Italia per trasferirsi altrove, nel tentativo di trovare un’occupazione ed affermarsi professionalmente.
Il cantautore siciliano, noto per la ricercatezza della sua dimensione intimistica, per i suoi studi esoterici, per l’interesse verso i temi sociali, sa bene cosa vuol dire lasciare la propria terra. La sua è la storia di un emigrante che prepara i bagagli con il cuore colmo di speranze e di paure.
Costretto a lasciare i luoghi cari per esprimere potenzialità che in Sicilia non avrebbero mai avuto eco. Una storia simile a quella di tanti altri con un epilogo diverso. Lui è tornato. Tra le braccia della sua amata Milo, delizioso centro alle pendici dell’Etna. Perché la voglia di tornare prima o poi irrompe con prepotenza nella mente e nel cuore dei meridionali. Ma come per Battiato, spesso senza “il viaggio” non c’è successo. Il viaggio, dunque, come metafora di un percorso individuale che porta alla crescita lì dove c’è terreno fertile.
Ma c’è una speranza di riscatto per il Sud? “Dovrebbe cambiare qualcosa dal punto di vista cosmico, la razza umana sta peggiorando” risponde Battiato con un pizzico di amarezza. L’amarezza di chi ama profondamente un luogo oltraggiato dalla pochezza umana. La stessa amarezza che si sente vibrare tra le note di “Povera Patria”, una dei suoi testi più conosciuti dove si racconta di un’Italia “schiacciata dagli abusi del potere”. E sebbene qualche mese addietro avesse concesso credito al governo siciliano con una dichiarazione finita su tutti i giornali (“Dicono che ci sono persone rette. Dunque, staremo a vedere”) adesso Battiato non esita a definire la situazione politica italiana “insopportabile”.
Cosa fare allora? “Mai arrendersi ma continuare a lottare in vista della propria auto-realizzazione, cercando il Il Meridione d’Italia: terra di paradossi e contraddizioni, tra opportunità mancate e potenzialità sopite. Suggestivo, selvaggio e incomparabilmente bello. Difficile restare, difficile andare via, come con quegli amori vissuti all’insegna di un odi et amo di catulliana memoria. I giovani continueranno a lottare, alcuni rimar-ranno, altri partiranno e altri ancora, torneranno.
Fonte:Il Sud
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