Napoli. L'immagine diffusa che la società civile ha della mafia è «un'impostura culturale». Così oggi Roberto Scarpinato Procuratore generale...
...della Corte d'Appello di Caltanissetta ha descritto il fenomeno mafia e la sua immagine sociale intervenendo a Napoli al dibattito organizzato dall'Università Suor Orsola dal titolo 'Mala-vita e mala-formazione'.
«Il clichè culturale - ha detto Scarpinato - che descrive la mafia soltanto con le immagini dei vari Riina e Provenzano, è così radicato da restare impermeabile alle informazioni di senso contrario provenienti da una moltitudine di inchieste, da Milano a Palermo, che coinvolgono i colletti bianchi, un dato che, se fosse analizzato, ribalterebbe i ruoli e assegnerebbe il protagonismo ai tanti colletti bianchi che invece restano sempre sullo sfondo come in una scena confusa». Secondo il Procuratore generale, il clichè culturale fa sì, inoltre, che quando i colletti bianchi vengono portati in primo piano «siano indicati come vittime, come oggetto di calunnie o, se colti sul fatto, come singole pecore nere». Uno stato delle cose per cui, ha aggiunto Scarpinato, «se così fosse in 150 anni d'Italia, la mafia sarebbe stata debellat a e invece, oggi nel 2010, ci troviamo nella condizione che una parte è la terra della mafia e l'altra è il luogo privilegiato dei suoi investimenti». Un'impostura culturale che, ha concluso il magistrato «crea anche una politica culturale dei Governi che se da un lato mostrano i muscoli per gli arresti compiuti, dall' altro si rivelano impotenti nei confronti della mafia dei colletti bianchi che siedono in Parlamento, nelle Regioni, in enti locali e rivestono ruoli».
ANSA
Fonte:Antimafiaduemila
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