Di Ivan Esposito
Una delle regole non scritte del buon vicinato partenopeo istituisce una mutualità spicciola, dal significato profondo, quella di prestarsi le cose per piccole impellenti necessità: signo', tenisseve 'nu limone?
In questi tempi pre-pre-elettorali, nei circoli più o meno progressisti e più o meno meridionalisti, si assiste ad un fenomeno analogo che diffonde, specie sul web, la stessa cordiale istanza: scusate, tenisseve 'n Idea x Napoli? E come no, accomodatevi! Chiudiamo una strada di qua, mettiamo una fioriera di là, puliamo questo, aggiustiamo quell'altro...Tutte cose giuste. Ma io baratterei 100 idee con una visione di Napoli, che purtroppo non trovo - per carità, capace che sto distratto io.
Ad ogni modo, una riforma per i governanti e i governati, ce l'avrei: la sussidiarietà.
Di fronte ad un bisogno che accomuna un insieme di persone, in genere ci sono tre tipi di risposte.
La prima. Chi ha un bisogno se lo tiene e, se è abbastanza in gamba, lo risolve da solo.
La seconda. Il gruppo unito da un bisogno deve conquistare il potere politico e governare le Istituzioni; poi le Istituzioni prenderanno le misure più opportune per risolvere il problema.
La terza. Le persone in difficoltà, si aiutino reciprocamente e costruiscano la soluzione al problema mettendo in comune le risorse di ciascuno.
Facciamo un esempio: un parco pubblico chiuso e/o mal tenuto.
Soluzione uno: chi può, si compri una casa con giardino; chi non può, si attacchi al tram.
Soluzione due: chi vuole fruire del parco, voti per la lista PARCO SI e attenda che il Sindaco parchista risolva il problema.
Soluzione tre: 500 famiglie raccolgano 10€/mese a testa, acquistino panchine e giochi per bimbi, curino direttamente vigilanza e manutenzione - il che non esclude la contemporanea soluzione due, ma mantiene la gerarchia democratica tra governati (sopra) e governanti (sotto), sovvertibile facilmente dalla sola pratica della soluzione due.
Nel Mezzogiorno, questa terza via ci è familiare come ci è familiare la neve a Ferragosto. E non ci sono esempi o primati borbonici a cui riferirci, anzi.
E' vero che il Terzo Settore e la Cooperazione sociale sono diffuse anche qui. Ma la forma giuridica non incarna sempre lo spirito e il senso che le cose dovrebbero avere e mantenere, per cui il Non Profit può anche ridursi ad essere il bacino degli appalti a prezzi stracciati, debitore del decisore politico o dello sponsor privato, impiccato al dispotismo del pubblico funzionario che può toglierti l'affidamento di un servizio se ti scordi una fotocopia, ma non risponde a nessuno se ti paga con tre anni di ritardo.
La via della sussidiarietà è culturalmente avversata soprattutto da sinistra. Soluzioni parziali e limitate non possono sostituire, né concorrere, con un welfare pubblico e universale - dicono. Non si sa se ridere o piangere di fronte a una tale fiducia nello Stato (centrale o locale) nutrita da chi, non più di 30 anni fa, pensava che le Istituzioni fossero la sovrastruttura asservita al potere economico. In ogni caso, la sussidiarietà e il Welfare - più in generale: provvedimenti pubblici progressivi - non sono in contrasto: è la cittadinanza attiva, esercitata anche in forme alternative o complementari a quelle previste dalla prassi politica vigente, a generare riforme nella vita pubblica. Abbiamo avuto prima la Resistenza e poi la Repubblica democratica; prima il '68/'69 e poi lo Statuto dei Lavoratori; prima i movimenti femministi e poi il nuovo diritto di famiglia.
Il potere bassoliniano, specie nella versione regionale, è stato l'antitesi della sussidiarietà. Le Istituzioni sono arrivate a mettere in piedi dei concorrenti - dotati di soldi e potere, con a capo scudieri del re - che hanno ostacolato di fatto alcune eccellenze internazionali della società napoletana. E' il caso del Madre verso il complesso del sistema museale napoletano; è il caso della Fondazione Campania dei Festival verso il variegato e autorevole mondo del teatro; è il caso di Città della Scienza spa verso la Fondazione Idis, è il caso del tardivo e parziale sostegno all'IstitutoItaliano Studi Filosofici.
Antonio Bassolino ha pagato umanamente e politicamente la scelta di inaridire le esperienze autonome a vantaggio di quelle direttamente controllate, quando si è trovato pressoché solo nel difendersi da attacchi volgari, opportunistici e fuori misura. In questo senso, la sussidiarietà è una svolta che fa tesoro di un'esperienza comune, senza offendere nessuno.
Ma in tutto queto cosa c'entra il Comune di Napoli e la sua prossima Giunta?
Il nuovo Sindaco dovrà aprire laboratori di sussidiarietà. Cominciando da cose piccole: gestione di parte di parchi, apertura pomeridiana di scuole etc. Cose gestibili da gruppi di cittadini, sostenuti con comodati gratuiti e una forte campagna informativa finalizzata ad accrescere le adesioni. L'importante comunque è che il Comune dia contributi economici Z-E-R-O. Niente soldi, niente grazie a politici amici più o meno sinceri. I napoletani si attrezzino da soli come nella colletta che salva Sofia Loren dal carcere in Ieri, Oggi e Domani o nella ricerca della medicina salvavita che chiude Napoli Milionaria: è l'unica cosa da fare mentre si aspetta che passi la nottata.
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