Di Floriana Rullo
Ti rompi un femore? Sei fortunato se ti operano a Bolzano, nell'83% dei casi lo fanno entro le 48 ore. Sorte diversa invece per chi viene operato a Catanzaro. Solo il 16% dei casi è baciato dalla dea bendata e va in sala operatoria entra 3 giorni. Tutti gli altri invece aspettano. Stessa solfa tocca a chi è in procinto di partorire. In Friuli solo nel 23% dei casi i medici optano per un cesareo. Ma se si è in Campania le donne chiedono, e ottengono, di partorire chirurgicamente: il 61,88% non ha un parto naturale. Senza contare che gli errori in medicina causano più vittime degli incidenti stradali. Si stima che al giorno siano 90 i morti solo in Italia per sbagli commessi dai medici, scambi di farmaci, dosaggi errati, sviste in sala operatoria. Uno ogni 20 minuti.
All'indomani dello scandalo in sala parto a Messina e delle polemiche sull'abuso dei tagli cesarei, i riflettori vengono puntati sulle debolezze della Sanità italiana. Luci e ombre sulla disparità degli ospedali italiani. Da un nord efficiente a un sud disastroso su tutti i fronti.
I dati, forniti dal Servizio Sanitario Nazionale guidata da Ignazio Marino che con la scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ha analizzato più di 500 poli sanitari del Paese, parlano chiaro e fotografano un'Italia spaccata a metà dal cancro della Sanità.
SU E GIU'- Sul podio per efficienza Toscana, Emilia e Piemonte. Seguono Umbria, Veneto, Friuli. Al fondo della classifica il Sud: Molise, Sicilia, Campania e Puglia. Fanalino di coda la Calabria. Niente screening per il cancro al seno in Sicilia (fermo al 17,5% a fronte del 98% dell'Umbria) nessuna prevenzione per il colon retto in Sardegna (solo lo 0,1% lo fa). Il paradosso è che in Lombardia l'invito arriva a tutti i residenti.
Ma i dati non si fermano qui. Raccontano delle odissee pre-ricovero che subiscono i cittadini di Lazio e Molise (non bastano 3 giorni per fare tutte le visite) contro la mezza giornata del Fiuli. O ancora di anziani abbandonati nei corridoi dei reparti per mancanza di posto in reparto. Basta considerare che in Piemonte i ricoveri potenzialmente inappropriati sono circa 90 su 10 mila residenti. E in Campania? Sono oltre 334. E poi ci sono i malati cronici come i broncopatici: a Trento se ne ricoverano 58 all'anno su 100mila. In Puglia oltre 350.
E infine le somme spese per le medicine. A Bolzano si spendono in media 149 euro per paziente. In Sicilia e Calabria il doppio. Insomma un vero divario tra nord a sud che tocca salute e tasche degli italiani.
Fonte:Affari italiani
.
Nessun commento:
Posta un commento