Un articolo de "Ilsole24ore" dimostra che l'ipotesi di fallimento dello Stato Italiano, non e' solo una ipotesi di scuola, ma uno scenario considerato probabile nei prospetti informativi di prodotti finanziari emessi, tra l'altro, da Enti controllati dal Tesoro.
Qual è il rischio di credito della Repubblica Italiana? Te lo dice la polizza Radar di Poste-Vita: è l'8,54 per cento. Sono quelle le possibilità che l'investimento - è scritto nelle note informative che accompagnano il prodotto - si concluda con un rendimento negativo. E poiché la unit è strutturata in modo tale da concentrare il rischio finanziario nei titoli di stato italiani (BTp) ecco che la percentuale di rendimento negativo contenuta negli scenari probabilistici di rendimento riguarda quasi per intero la possibilità che il Tesoro non sia in grado di onorare il suo debito. Non è una vera notizia.
I prezzi correnti dei BTp e gli spread che registrano sul Bund tedesco incorporano un certo rischio di default che gli investitori attribuiscono a titoli sovrani made in Italy. Tuttavia sorprende il fatto di trovarlo esplicitato in un prospetto informativo redatto per giunta da un ente (le Poste Italiane) controllato per intero dal ministero dell'Economia. Sono le meraviglie della trasparenza.
Da tempo la Consob ha imposto agli emittenti di prodotti complessi e potenzialmente illiquidi (tra cui le polizze finanziarie) di redigere scenari di rendimento nei quali viene stimata la loro futura performance anche in confronto con un tasso «privo di rischio» (quello Euribor). Non tutti, nel mercato, condividono questa metodologia e forse qualche dubbio potrebbe venire sulla «resistenza» del tasso privo di rischio in ipotesi estreme. Se, ad esempio, la Repubblica Italiana annunciasse un default l'Euribor rimarrebbe impassibile?
Resta però il fatto che, dal punto di vista dell'investitore, lo schema della Consob ha il grande vantaggio della semplicità e di rappresentare con immediatezza ciò che un risparmiatore debba attendersi da un investimento. Nel caso della polizza del Bancoposta, ad esempio, c'è una probabilità del 90% che il rendimento sia in linea con quello di un'attività priva di rischio e dell'1,17% che lo sopravanzi.
Radar è una unit cosiddetta «protetta» (per limitarne i rischi). A garanzia del risparmiatore è stata anche stipulata una put option con Barclays per assicurare comunque un «livello minimo di protezione» alla scadenza (dopo 7 anni). Ma quella garanzia contiene alcune esclusioni tra cui è esplicitamente indicato un «evento di credito della Repubblica Italiana». In quel caso la protezione è assicurata direttamente da Poste vita. Ma poiché l'ente fa capo al Tesoro ne eredita lo stesso merito di credito. Ciò che spiega la probabilità di «rendimento negativo» della sua polizza. In fondo è il risultato dell'elevato standard di trasparenza della polizza di Poste Vita le cui note informative spiegano tutti i rischi che l'investitore corre. Proprio come un «radar».
Qual è il rischio di credito della Repubblica Italiana? Te lo dice la polizza Radar di Poste-Vita: è l'8,54 per cento. Sono quelle le possibilità che l'investimento - è scritto nelle note informative che accompagnano il prodotto - si concluda con un rendimento negativo. E poiché la unit è strutturata in modo tale da concentrare il rischio finanziario nei titoli di stato italiani (BTp) ecco che la percentuale di rendimento negativo contenuta negli scenari probabilistici di rendimento riguarda quasi per intero la possibilità che il Tesoro non sia in grado di onorare il suo debito. Non è una vera notizia.
I prezzi correnti dei BTp e gli spread che registrano sul Bund tedesco incorporano un certo rischio di default che gli investitori attribuiscono a titoli sovrani made in Italy. Tuttavia sorprende il fatto di trovarlo esplicitato in un prospetto informativo redatto per giunta da un ente (le Poste Italiane) controllato per intero dal ministero dell'Economia. Sono le meraviglie della trasparenza.
Da tempo la Consob ha imposto agli emittenti di prodotti complessi e potenzialmente illiquidi (tra cui le polizze finanziarie) di redigere scenari di rendimento nei quali viene stimata la loro futura performance anche in confronto con un tasso «privo di rischio» (quello Euribor). Non tutti, nel mercato, condividono questa metodologia e forse qualche dubbio potrebbe venire sulla «resistenza» del tasso privo di rischio in ipotesi estreme. Se, ad esempio, la Repubblica Italiana annunciasse un default l'Euribor rimarrebbe impassibile?
Resta però il fatto che, dal punto di vista dell'investitore, lo schema della Consob ha il grande vantaggio della semplicità e di rappresentare con immediatezza ciò che un risparmiatore debba attendersi da un investimento. Nel caso della polizza del Bancoposta, ad esempio, c'è una probabilità del 90% che il rendimento sia in linea con quello di un'attività priva di rischio e dell'1,17% che lo sopravanzi.
Radar è una unit cosiddetta «protetta» (per limitarne i rischi). A garanzia del risparmiatore è stata anche stipulata una put option con Barclays per assicurare comunque un «livello minimo di protezione» alla scadenza (dopo 7 anni). Ma quella garanzia contiene alcune esclusioni tra cui è esplicitamente indicato un «evento di credito della Repubblica Italiana». In quel caso la protezione è assicurata direttamente da Poste vita. Ma poiché l'ente fa capo al Tesoro ne eredita lo stesso merito di credito. Ciò che spiega la probabilità di «rendimento negativo» della sua polizza. In fondo è il risultato dell'elevato standard di trasparenza della polizza di Poste Vita le cui note informative spiegano tutti i rischi che l'investitore corre. Proprio come un «radar».
Fonte: Il Sole 24 ore
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