Di Marianna Lepore
Poco meno di tre mesi, migliaia di banchetti e una mobilitazione che è riuscita a coinvolgere un milione e quattrocentomila firme: il tema della privatizzazione dell’acqua è riuscito a riaccendere l’interesse degli italiani verso il referendum. Questa mattina le firme, quasi tre volte in più rispetto al numero minimo richiesto, sono state consegnate alla Corte di Cassazione nella gioia quasi incontenibile di chi tre mesi fa ha iniziato a raccoglierle.
Mentre alcuni dei promotori del referendum consegnavano gli scatoloni pieni di firme, questa mattina in piazza Navona in molti si ritrovavano per una nuova manifestazione per l’acqua pubblica, un’occasione per dare ulteriore visibilità al problema della gestione dell’acqua e festeggiare l’obiettivo raggiunto delle firme consegnate. E proprio in questa occasione i promotori hanno chiesto di essere messi in condizioni di andare al voto. "Non scippateci quest'ultimo strumento di espressione - ha aggiunto Tommaso Fattori, del Contratto mondiale per l'acqua, che ha anche sottolineato come 'l'attenzione di tutto il mondo sia puntata sul nostro paese dal quale ci aspetta lo stesso risultato ottenuto dalla Francia sul tema della gestione dell'acqua, cacciare le multinazionali".
Il riferimento è agli appelli degli ultimi anni rivolti dal mondo politico ai cittadini per boicottare i referendum, nonostante questi siano una delle ultime forme di esercizio della democrazia in mano al popolo.
Se i referendum saranno ammessi allora gli italiani nella primavera del 2011 saranno chiamati a votare tre quesiti: sull’articolo 23 bis del decreto che prevede che le società, per fornire servizi idrici, si trasformino in aziende miste con capitale privato al 40%; sull’articolo 150 del decreto legislativo 152/2006 che prevede l’affidamento di un servizio idrico attraverso gara e la gestione attraverso società per azioni, e sull’art. 154, nella parte in cui si impone al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa.
L’obiettivo dei referendari è portare almeno 25 milioni di italiani a votare tre sì. Potrebbe sembrare un obiettivo impossibile visto la disaffezione degli italiani al voto referendario. Ma questa volta l’adesione alla richiesta del referendum è stata una delle più alte della storia, come ha ricordato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. Certo, il risultato che si otterrà dopo l’autenticazione della Cassazione sulle firme raccolte non riuscirà mai ad eguagliare quello del referendum sul divorzio, per cui le firme autenticate furono un milione e 370mila. Tra la raccolta e la certificazione, infatti, c’è sempre uno scarto di firme cassate per irregolarità, ma il traguardo raggiunto al momento è comunque ottimo soprattutto dopo i molti scontri che si sono avuti tra il Forum dei movimenti per l’acqua pubblica e vari esponenti politici che hanno prima dato e poi negato l’appoggio al movimento referendario.
Ora in attesa della verifica delle firme, il Forum per l’acqua pubblica ha chiesto al governo di bloccare immediatamente le privatizzazioni, con una moratoria che garantisca tutti fino allo svolgimento dei referendum. E se il volere del popolo italiano non contasse abbastanza, basterebbe riflettere sull’assurdità di voler fare profitti su una risorsa pubblica per eccellenza com’è l’acqua. “Una risorsa nei confronti della quale è in corso un movimento mondiale orientato al risparmio. Ricordiamo – ha detto Stefano Leoni, presidente del Wwf – che l’accessibilità dell’acqua a tutti gli esseri umani è uno degli obiettivi del millennio”.
Bisognerà aspettare per sapere se l’Italia vorrà realizzare questo obiettivo ma nell’attesa della verifica delle firme, il popolo dell’acqua non si arrende e il 18 settembre torna in piazza, forse a Firenze, per l’assemblea dei movimenti per l’acqua.
Fonte:Offline
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Poco meno di tre mesi, migliaia di banchetti e una mobilitazione che è riuscita a coinvolgere un milione e quattrocentomila firme: il tema della privatizzazione dell’acqua è riuscito a riaccendere l’interesse degli italiani verso il referendum. Questa mattina le firme, quasi tre volte in più rispetto al numero minimo richiesto, sono state consegnate alla Corte di Cassazione nella gioia quasi incontenibile di chi tre mesi fa ha iniziato a raccoglierle.
Mentre alcuni dei promotori del referendum consegnavano gli scatoloni pieni di firme, questa mattina in piazza Navona in molti si ritrovavano per una nuova manifestazione per l’acqua pubblica, un’occasione per dare ulteriore visibilità al problema della gestione dell’acqua e festeggiare l’obiettivo raggiunto delle firme consegnate. E proprio in questa occasione i promotori hanno chiesto di essere messi in condizioni di andare al voto. "Non scippateci quest'ultimo strumento di espressione - ha aggiunto Tommaso Fattori, del Contratto mondiale per l'acqua, che ha anche sottolineato come 'l'attenzione di tutto il mondo sia puntata sul nostro paese dal quale ci aspetta lo stesso risultato ottenuto dalla Francia sul tema della gestione dell'acqua, cacciare le multinazionali".
Il riferimento è agli appelli degli ultimi anni rivolti dal mondo politico ai cittadini per boicottare i referendum, nonostante questi siano una delle ultime forme di esercizio della democrazia in mano al popolo.
Se i referendum saranno ammessi allora gli italiani nella primavera del 2011 saranno chiamati a votare tre quesiti: sull’articolo 23 bis del decreto che prevede che le società, per fornire servizi idrici, si trasformino in aziende miste con capitale privato al 40%; sull’articolo 150 del decreto legislativo 152/2006 che prevede l’affidamento di un servizio idrico attraverso gara e la gestione attraverso società per azioni, e sull’art. 154, nella parte in cui si impone al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa.
L’obiettivo dei referendari è portare almeno 25 milioni di italiani a votare tre sì. Potrebbe sembrare un obiettivo impossibile visto la disaffezione degli italiani al voto referendario. Ma questa volta l’adesione alla richiesta del referendum è stata una delle più alte della storia, come ha ricordato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. Certo, il risultato che si otterrà dopo l’autenticazione della Cassazione sulle firme raccolte non riuscirà mai ad eguagliare quello del referendum sul divorzio, per cui le firme autenticate furono un milione e 370mila. Tra la raccolta e la certificazione, infatti, c’è sempre uno scarto di firme cassate per irregolarità, ma il traguardo raggiunto al momento è comunque ottimo soprattutto dopo i molti scontri che si sono avuti tra il Forum dei movimenti per l’acqua pubblica e vari esponenti politici che hanno prima dato e poi negato l’appoggio al movimento referendario.
Ora in attesa della verifica delle firme, il Forum per l’acqua pubblica ha chiesto al governo di bloccare immediatamente le privatizzazioni, con una moratoria che garantisca tutti fino allo svolgimento dei referendum. E se il volere del popolo italiano non contasse abbastanza, basterebbe riflettere sull’assurdità di voler fare profitti su una risorsa pubblica per eccellenza com’è l’acqua. “Una risorsa nei confronti della quale è in corso un movimento mondiale orientato al risparmio. Ricordiamo – ha detto Stefano Leoni, presidente del Wwf – che l’accessibilità dell’acqua a tutti gli esseri umani è uno degli obiettivi del millennio”.
Bisognerà aspettare per sapere se l’Italia vorrà realizzare questo obiettivo ma nell’attesa della verifica delle firme, il popolo dell’acqua non si arrende e il 18 settembre torna in piazza, forse a Firenze, per l’assemblea dei movimenti per l’acqua.
Fonte:Offline
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