Il presidente della Camera, dapprima contestato, raccoglie l’applauso dei manifestanti dopo aver detto che Mangano non è un eroe, e scambia qualche battuta con la Alfano. Ma il telegiornale di Minzolini parla solo delle proteste
A sentire il Tg1, Gianfranco Fini ha ricevuto dai manifestanti durante la commemorazione per Paolo Borsellino lo stesso trattamento riservato a Schifani, a cui oggi era stato caldamente consigliato di non partecipare. Nemmeno una parola nel servizio di Grazia Graziadei, il presidente della Camera viene citato dalla conduttrice per ricordare la “contestazione a lui e a Schifani”. Eppure le cose non sono andate proprio così.
MANGANO E BORSELLINO – Fini è stato contestato al suo arrivo in via D’Amelio a Palermo, quando un gruppo di giovani ha gridato al suo arrivo ‘vergogna e la terza carica dello Stato si è avvicinato ai contestatori. Su un cartellone c’è scritto “Mangano e Dell’Utri a voi… Falcone e Borsellino i nostri eroi”. Ma poi è accaduto anche altro, ovvero un dialogo tra i contestatori e Fini. «Presidente anche per lei Mangano è un eroe?». «No». Ed è scattato l’applauso per il presidente della Camera .«Mangano è un cittadino condannato per mafia, non un eroe», ha aggiunto Fini. Il gruppo di contestatori ha poi chiesto a gran voce di non fare approvare la legge sulle intercettazioni, e lui ha risposto “Vedete cosa sto facendo…”. «Bisogna avere rispetto delle istituzioni, anche se in alcuni casi ci sono uomini nelle istituzioni che non sempre sono all’altezza del ruolo che ricoprono», ha invece replicato Fini evidentemente riferendosi a qualche senatore condannato anche in secondo grado per mafia che ha fatto panegirici nei confronti di boss mafiosi. Ma ha anche criticato i “professionisti dell’antimafia”.
RAGAZZI CHE CERCANO LA VERITA’ - «Parto sempre dal presupposto che al 99% si tratta di ragazzi in buona fede che hanno, come tutti devono avere, il desiderio di raggiungere finalmente una verità che sia autentica», ha poi detto il presidente della Camera. «Per la prima volta quest’anno è a tutti chiaro che la strage di via D’Amelio non fu solo mafia -ha aggiunto Fini- credo che fosse doveroso fermarsi a parlare con loro e invitarli, come credo di avere fatto senza alcun problema, a rispondere alla loro coscienza e a ricordare che non si può essere professionisti dell’antimafia, l’antimafia deve essere un atteggiamento quotidiano, morale, politico, economico». «Le istituzioni si rispettano sempre e comunque, ci sono uomini delle istituzioni che si sono sacrificati perchè credevano nel senso dello Stato e nella nostra Costituzione. È compito di una buona politica ma anche dei media e della pubblica opinione di fare in modo che se c’è qualcuno che all’interno dell’istituzione non ha forti sentimenti che sia individuato e isolato e se responsabile punito», ha poi aggiunto.
L’INCONTRO CON SONIA ALFANO – Infine, ha avuto luogo un botta e risposta tra il presidente della Camera e l’europarlamentare Idv Sonia Alfano. L’eurodeputata, mentre Fini conversava con i giornalisti, lo ha interrotto gridando a gran voce: «mi riconosce presidente? Lei era accanto a me al funerale di mio padre». Sonia Alfano è figlia del giornalista Beppe, ucciso a Barcellona Pozzo di Gotto nel gennaio del ‘93. «Certo che mi ricordo -ha replicato Fini- ero accanto alla tua mamma e a te che eri ancora una bimba». E la Alfano ha continuato: «lei deve fare qualcosa, Schifani, Alfano e Dell’Utri non possono stare in questo Parlamento. Non lo può permettere». E Fini controreplica: «i giudizi vanno dati solo alla fine, un conto sono le valutazioni politiche». E ha aggiunto, continuando a parlare con Sonia Alfano: «non condivido nemmeno, come ha detto un altro esponente politico più vicino a te, che gli eroi italiani sono Borsellino, Falcone e Giuliani». Ed è tornato a parlare di Vittorio Mangano ribadendo che «un cittadino condannato per mafia non può certamente essere un eroe».
Fonte:Giornalettismo
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A sentire il Tg1, Gianfranco Fini ha ricevuto dai manifestanti durante la commemorazione per Paolo Borsellino lo stesso trattamento riservato a Schifani, a cui oggi era stato caldamente consigliato di non partecipare. Nemmeno una parola nel servizio di Grazia Graziadei, il presidente della Camera viene citato dalla conduttrice per ricordare la “contestazione a lui e a Schifani”. Eppure le cose non sono andate proprio così.
MANGANO E BORSELLINO – Fini è stato contestato al suo arrivo in via D’Amelio a Palermo, quando un gruppo di giovani ha gridato al suo arrivo ‘vergogna e la terza carica dello Stato si è avvicinato ai contestatori. Su un cartellone c’è scritto “Mangano e Dell’Utri a voi… Falcone e Borsellino i nostri eroi”. Ma poi è accaduto anche altro, ovvero un dialogo tra i contestatori e Fini. «Presidente anche per lei Mangano è un eroe?». «No». Ed è scattato l’applauso per il presidente della Camera .«Mangano è un cittadino condannato per mafia, non un eroe», ha aggiunto Fini. Il gruppo di contestatori ha poi chiesto a gran voce di non fare approvare la legge sulle intercettazioni, e lui ha risposto “Vedete cosa sto facendo…”. «Bisogna avere rispetto delle istituzioni, anche se in alcuni casi ci sono uomini nelle istituzioni che non sempre sono all’altezza del ruolo che ricoprono», ha invece replicato Fini evidentemente riferendosi a qualche senatore condannato anche in secondo grado per mafia che ha fatto panegirici nei confronti di boss mafiosi. Ma ha anche criticato i “professionisti dell’antimafia”.
RAGAZZI CHE CERCANO LA VERITA’ - «Parto sempre dal presupposto che al 99% si tratta di ragazzi in buona fede che hanno, come tutti devono avere, il desiderio di raggiungere finalmente una verità che sia autentica», ha poi detto il presidente della Camera. «Per la prima volta quest’anno è a tutti chiaro che la strage di via D’Amelio non fu solo mafia -ha aggiunto Fini- credo che fosse doveroso fermarsi a parlare con loro e invitarli, come credo di avere fatto senza alcun problema, a rispondere alla loro coscienza e a ricordare che non si può essere professionisti dell’antimafia, l’antimafia deve essere un atteggiamento quotidiano, morale, politico, economico». «Le istituzioni si rispettano sempre e comunque, ci sono uomini delle istituzioni che si sono sacrificati perchè credevano nel senso dello Stato e nella nostra Costituzione. È compito di una buona politica ma anche dei media e della pubblica opinione di fare in modo che se c’è qualcuno che all’interno dell’istituzione non ha forti sentimenti che sia individuato e isolato e se responsabile punito», ha poi aggiunto.
L’INCONTRO CON SONIA ALFANO – Infine, ha avuto luogo un botta e risposta tra il presidente della Camera e l’europarlamentare Idv Sonia Alfano. L’eurodeputata, mentre Fini conversava con i giornalisti, lo ha interrotto gridando a gran voce: «mi riconosce presidente? Lei era accanto a me al funerale di mio padre». Sonia Alfano è figlia del giornalista Beppe, ucciso a Barcellona Pozzo di Gotto nel gennaio del ‘93. «Certo che mi ricordo -ha replicato Fini- ero accanto alla tua mamma e a te che eri ancora una bimba». E la Alfano ha continuato: «lei deve fare qualcosa, Schifani, Alfano e Dell’Utri non possono stare in questo Parlamento. Non lo può permettere». E Fini controreplica: «i giudizi vanno dati solo alla fine, un conto sono le valutazioni politiche». E ha aggiunto, continuando a parlare con Sonia Alfano: «non condivido nemmeno, come ha detto un altro esponente politico più vicino a te, che gli eroi italiani sono Borsellino, Falcone e Giuliani». Ed è tornato a parlare di Vittorio Mangano ribadendo che «un cittadino condannato per mafia non può certamente essere un eroe».
Fonte:Giornalettismo
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