Si parlava solo dell’influenza H1N1. Chiunque aveva paura di uscire da casa e al primo starnuto della persona che si trovava accanto si entrava nel panico. Dopo mesi dalla tanto temuta influenza si ritorna a parlare di essa.
Le accuse arrivano dal “British Medical Journal” e degli esperti del “Bureau of Investigative Journalism” inglese e vedono colpevole l’Organizzazione mondiale della sanità. Secondo un articolo pubblicato dalla rivista medica, che ha come attuale editor, Fiona Godlee, gli scienziati che lavoravano per l’Oms e che hanno avuto nel 2004 il compito di stilare le linee guida per i governi in caso di pandemie, lavoravano da tempo con le case farmaceutiche che hanno in seguito pubblicizzato. I ricercatori coinvolti hanno confermato i fatti ma hanno anche sottolineato di non averli mai nascosti. Ma ciò che ha sbalordito è che il conflitto di interessi non è stato precisato nel rapporto, ricorda il Guardian.
Secondo le stime, le aziende farmaceutiche avrebbero incassato circa 7 miliardi di dollari dalle vendite dei medicinali contro l’influenza A, mentre un miliardo di sterline è la quantità spesa solo dal governo britannico.
Alcuni paesi, come la Francia e la Gran Bretagna, adesso si ritrovano con scorte di vaccino non utilizzate di questi prodotti e con contratti da rivedere con le aziende farmaceutiche, mentre la Polonia è stato l’unico paese a non cedere all’allarmismo.
Il Comitato per la salute dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha presentato in un documento che verrà dibattuto dall’Assemblea alla fine di giugno, prove schiaccianti che mostrano come vi sia stato un’allarmismo inutile e uno spreco di denaro pubblico.
L’Oms ha dichiarato che il periodo di punta dell’influenza H1N1 è passato, ma bisogna tenerla ancora sotto controllo fino a quando non saranno disponibili le informazioni sulla stagione invernale di influenza nell’emisfero sud.
In modo particolare viene criticato il fatto che nè l’Oms nè le agenzie dell’Unione Europee sono state pronte a dare ai parlamentari le informazioni che avrebbero potuto fugare i dubbi sul conflitto di interesse di alcuni esperti che collaborano con l’Oms e altre istituzione ma allo stesso tempo anche con le industrie farmaceutiche.
Daniela Ciranni
Fonte:News Notizie.it
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