Ritorna la paura e lo spavento nell'area limitrofa del centro Olio. Emissioni di fumo nero e forte odore di zolfo. Ancora una volta a raccontare un episodio di preoccupazione è Pasquale Zupone. «E' l'ennesimo - ci dice appena lo incontriamo davanti alla struttura petrolifera - Erano le 21 e 20 (di mercoledì sera) quando per caso mi sono affacciato fuori l'abitazione - distante dal Centro Oli meno di trecento metri - e immediatamente ho sentito un forte odore di zolfo, ho rivolto lo sguardo verso il centro olio e ho notato una fumata gialla e grigia chefuoriusciva da uno dei camini della zona dove avviene las eparazione dello zolfo, la zona più pericolosa. Questo è un episodio - ci spiega - che si è verificato già nei mesi passati. Dopo qualche ora, verso le 22 e 40 circa, c'e stato come sempre l'innalzamento della fiaccola, più grande anche di quel “camino” che si trova affianco, con emissioni di fumo nero e un forte odore di gas di H2S, gas nocivo alla salute». E mentre ci mostra le foto scattate in concomitanza dell'episodio, lancia un appello a chi effettua il monitoraggio ambientale, «mi rivolgo a chi deve controllare - sottolinea - come mai non ci sono valori fuori dalla norma? Al di sotto si ma al di sopra mai? Io poi mi rivolgo ancora una volta alla nostra amministrazione quando si decide a prendere provvedimenti verso questi “signori”, chiamati Eni. Soltanto quando si va a finire sulla stampa o in televisione, che sopraggiungono le promesse di provvedimenti. Ed il giorno dopo va tutto nel dimenticatoio. Noi viviamo in questa cupola di veleno. Non solo all'amministrazione- aggiunge Zupone nel suo appello ma anche al presidente De Filippo che parla così bene della risorsa del petrolio. Penso che questa risorsa fa bene solo agli amministratori. Io voglio dire solo una cosa: bisogna dare una mano a noi cittadini che viviamo in questo inferno». Insomma per chi vive, ormai, nelle vicinanze del Centro Oli è diventata un “impresa” come evidenzia anche un altro signore Pancrazio Iannella, la sua casa è situata di fronte al Centro Oli. Per lui e sua moglie “i rumori, le vibrazioni, gli odori e la costante illuminazione della fiaccola, sono ormai diventati un tutt´'uno con la loro vita, insieme, naturalmente alla paura e alle forti preoccupazione di quest'odore di zolfo”. Sono oltre cinquanta le famiglie che vi risiedono. Oltre a far da padrone nella zona il forte odore nauseante dei gas che bruciano, il rumore costante e un illuminazione perenne della fiaccola, accesa per bruciare i gas di scarico.
Angela Pepe - Il Quotidiano della Basilicata
Fonte: Gazzetta della Val D'Agri
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