Il suo governo ha scippato al sud 50 miliardi di euro dei fondi FAS.
http://www.youtube.com/watch?v=YIh3_nSA3WY
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Nel Meridione i budget per la Salute pubblica sono stati sforati quasi ovunque. Il governo anziché sbloccare i fondi Fas gli impone di aumentare le imposte locali per ripianare il disavanzo. Ad esultare, manco a dirlo, è solo la Lega nord.
Brutte notizie per i cittadini meridionali e, in particolare, per tutti quelli che nell’ultima tornata elettorale hanno votato per il centrodestra nella convinzione che, un governo regionale dello stesso colore politico di quello nazionale, avrebbe avuto maggiori possibilità di spuntare qualche favore in più, se non veri e propri “aiutini”. Sennonché, come spesso capita quando si passa dalla teoria alla pratica, alla prima vera prova dei fatti, i governatori delle regioni meridionali (Lazio, Sicilia, Molise, Abruzzo, Campania e Calabria) a mo’ dei famosi “Suonatori di Brema” sono andati a Roma per suonare, o almeno batter cassa, per poi ritrovarsi suonati – e con loro, i cittadini delle rispettive regioni – a colpi di nuovi pesanti aumenti delle tasse regionali.
MA CHE MUSICA MAESTRO - Sembra ancora di sentilo Stefano Caldoro, il neogovernatore della Campania succeduto ad Antonio Bassolino, quando candidamente dichiarava che per far fronte al pesante deficit sanitario trovato in eredità a Palazzo Santa Lucia sarebbe stato “indispensabile l’aiuto del governo centrale e – in particolare – del ministro dell’Economia Giulio Tremonti“, il quale avrebbe dovuto rivedere il Patto di stabilità interno e riaffidare alle regioni i famigerati Fas (i fondi per le aree sottoutilizzate) che – almeno nel caso campano – avrebbero dovuto coprire il pesante disavanzo sanitario. La stessa partitura l’avrebbero poi recitata, più o meno, tutti gli altri governatori “azzurri” del meridione. Certo, come in ogni orchestra che si rispetti, con strumenti e tonalità diverse. A seconda dei casi, toni gravi od acuti che, nelle intenzioni del sestetto di governatori, avrebbero dovuto incantare il compiacente (o almeno supposto tale) governo di Silvio Berlusconi. Macché. La banda dei sei governatori è stata subito sgominata. Le loro attese rapidamente accantonate e, come detto, gli è stato servito pure un salatissimo conto da pagare. Tasse, imposte, tributi e balzelli vari – da girare ai loro corregionali – per ripianare i copiosi deficit sanitari.
CORNUTI E MAZZIATI - Appena concluso l’incontro con il governo, rappresentato dal ministro Altero Matteoli – Berlusconi era indisposto, hanno fatto sapere – il primo a rilasciare una dichiarazione alla stampa sull’esito del confronto è stato, guarda caso, proprio un laconico Stefano Caldoro. “Il governo ci ha detto che le regioni con il deficit sanitario dovranno aumentare le tasse fino al ripianamento del deficit stesso“. Un po’ più stizzito è stato il commento di Michele Iorio, governatore del Molise - uno di quelli che si è risparmiato il “giuramento di fedeltà a Silvio Berlusconi” a Piazza San Giovanni – che ha sbottato: “Ci è stato chiesto di aumentare le tasse: è assurdo, iniquo e incomprensibile“. Certo, se non fosse che lo stesso Iorio non solo ha preso atto del diktat del governo, ma si è impegnato pure a rispettarlo. Si è poi appreso che la richiesta del governo di aumentare le tasse regionali per ripianare il deficit della sanità non riguarderebbe l’Abruzzo e la Sicilia. Il presidente della regione Abruzzo, Gianni Chiodi ha spiegato di essere stato convocato “per errore”: l’Abruzzo e la Sicilia “hanno superato il tavolo di monitoraggio di aprile, quindi non c’era bisogno“. Ancora più nera del solito è parsa Renata Polverini, neogovernatrice laziale che ha dichiarato: “Già abbiamo le addizionali al massimo quindi comunque non riusciremmo a coprire quello che si coprirebbe con il Fas. Noi già paghiamo le addizionali Irap e Irpef quasi al massimo, quindi anche volendole aumentare non riusciremmo a coprire quello che ci viene calato per l’impegno dei fondi Fas che sono 420 milioni“. La Polverini però ha sostenuto che il governo “non ha detto che si aumentano le tasse, ha detto che i fondi Fas sono bloccati solo per quanto attiene la parte impegnata per ripianare il deficit sanitario in attesa che arrivi il piano di riqualificazione“. Sarà, intanto i fondi Fas alle Regioni restano bloccati dal 2009, mentre il governo li ha più volte smistati in vari provvedimenti – in ultimo, come copertura per la cassa integrazione straordinaria ed in deroga – come fossero una specie di bancomat. La “arenata” Polverini - visto che la sua giunta finora si è segnalata solo perché è rimasta ancora piantata sui blocchi di partenza – ha infine reso noto che “Il Lazio anticipa 1,4 miliardi per i quali paghiamo quasi 300 mila euro al giorno di interessi alle banche, somme che dovremmo avere dal ministero dell’Economia” Per la serie “campa cavallo”…
I FONDI FAS…ULLI - “In considerazione del mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dai piani di rientro e dagli equilibri di finanza pubblica, il Consiglio dei ministri - recita il comunicato di palazzo Chigi - ha concordato circa l’impossibilità di esprimere l’intesa prevista dall’articolo 2, comma 90, della legge finanziaria per il 2010 e di non potere pertanto consentire alle Regioni Lazio, Campania, Molise e Calabria di utilizzare le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate, relative ai programmi di interesse strategico regionale, a copertura dei deficit del settore sanitario“. Il governo, secondo quanto ha poi riferito il neopresidente della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, non sbloccherà i fondi Fas destinati alle Regioni senza che queste abbiano un piano “adeguato” di rientro dal debito sanitario. “L’ipotesi ormai reale – ha detto Scopelliti – è che bisogna anche innalzare ulteriormente Irap e Irpef. Per rientrare dal deficit sanitario la Calabria sarà costretta ad alzare tutti i tributi. Già sono al massimo, così saranno al massimo del massimo“. In totale circa 50 milioni di euro in più.
E LA LEGA CANTA VITTORIA - Plaude invece il convitato di pietra alla riunione di Palazzo Chigi. La Lega nord che vede, per bocca del neogovernatore del Veneto ed ex ministro dell’Agricoltura, Luca Zaia una “vera assunzione di responsabilità” sulla richiesta del governo alle regioni con la sanità in rosso di appianare il debito senza mettere mano ai fondi Fas, ma aumentando le tasse. Zaia dice ai cronisti: “Oggi è stata posta una pietra miliare nell’approccio. Non possiamo più pensare ad un governo che ripiani e a piè di lista“. E la responsabilità “va allocata in capo alle Regioni“. Poi aggiunge: “finalmente si premiano le realtà virtuose“. Quanto alle regioni del nord, Zaia commenta: “Noi abbiamo già dato il sangue. Il Pil del nord e’ pari a 827 miliardi, il 70 per cento di quello nazionale“. In ogni caso, torna a sottolineare il neogovernatore del Veneto, questa di oggi è “una ulteriore occasione per parlare di federalismo. E’ l’unica via d’uscita”. “L’unita‘ – aggiunge ancora – non e’ in contrasto con l’autonomia“. E ancora, “nessuno ha mai tolto fondi al sud. Ora ci troviamo di fronte ad una vera necessità - osserva – da un lato la crisi economica che ci ha colpito, dall’altro abbiamo affrontato un terremoto con la relativa ricostruzione“. Un bel compendio del federalismo “a somma zero” secondo la Lega. Il Nord “deve” pagare meno tasse, il Sud si arrangi magari aumentandole!
Fonte:Giornalettismo
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