da Lettera Napoletana
n. 27 aprile 2010
SUD: L’EX DC SCOTTI SI SCOPRE LEADER MERIDIONALISTA
(Lettera Napoletana) C’è un nuovo aspirante alla guida di un “partito del Sud”, è l’ex ministro democristiano Enzo Scotti, 77 anni, attualmente sottosegretario agli esteri nel governo Berlusconi. Scotti ha avanzato con un articolo sul Corriere del Mezzogiorno (15.4.2010) la sua candidatura a “leader meridionalista”. «Con cinque parlamentari – ha scritto l’ex ministro democristiano – abbiamo avviato la costruzione di un Movimento denominato “Libertà e Autonomia-Noi Sud” per un nuovo meridionalismo nazionale». Per comprendere a quale “meridionalismo”pensi Scotti basta questa citazione del suo articolo: «La storia della questione meridionale ha evidenziato l’esistenza di due diversi e radicalmente contrapposti movimenti culturali e politici. Da una parte il ribellismo ed il rivendicazionismo anti-unitario e dall’altra quello definito il “nuovo meridionalismo” al quale hanno contribuito in modo determinante non solo le migliori espressioni della cultura del Sud ma anche uomini della grande tradizione dell’Illuminismo lombardo». A parte la confusione temporale tra Illuminismo e questione meridionale, la classificazione di Scotti è significativa: la resistenza nazionale e religiosa che fu bollata come brigantaggio dai sostenitori dell’unificazione italiana è definita “ribellismo e rivendicazionismo anti-unitario”. Mentre - assicura l’ex ministro Dc - «è stato grazie al “nuovo meridionalismo”, alle sue intuizioni, alle sue proposte e alla sue realizzazioni che abbiamo avuto la migliore politica nazionale per il Mezzogiorno». Il “nuovo meridionalismo” del quale parla Scotti sarebbe quello dell’“intervento straordinario nel Mezzogiorno”(1950-1992) avviato con la legge 646/1950 che istituì la Cassa per il Mezzogiorno.
Fu proprio la gestione dei flussi di spesa pubblica destinati ad infrastrutture ed opere pubbliche nelle regioni del Sud che fece nascere e rafforzò il ceto politico meridionale subalterno e parassitario al quale appartiene l’ex ministro della Dc. La forza politica di esponenti di partito come Scotti, Gava, Pomicino, Di Donato, Di Lorenzo, e poi di Bassolino, si è fondata proprio sulla possibilità di intercettare risorse consistenti di denaro pubblico, di orientare appalti e commesse pubbliche per organizzare le proprie clientele.
Eletto sindaco di Napoli nel 1984, Scotti si dimise dopo appena 100 giorni (30 aprile-5 agosto 1984) fallendo clamorosamente la prova di governo della città.
Alleato di Antonio Gava nella “corrente del Golfo”, uno degli spezzoni più importanti della componente dorotea della Dc negli anni ’80, Scotti riuscì a diventare ministro degli Esteri, del Lavoro, degli Interni, dei Beni culturali, ed infine ministro degli Interni. Da ministro dei Beni culturali fu lui, nel 1975, a fare acquistare dallo Stato Palazzo Serra di Cassano e ad assegnarlo all’avvocato Gerardo Marotta, per farne la sede dell’Istituto per gli studi filosofici, centro di cultura neo-illuminista e giacobina, che ha alimentato negli anni scorsi la disinformazione sulla “Repubblica partenopea” del 1799 e del quale il Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, Pierre Lambicchi, ha fatto il pubblico elogio, ricordandone lo “speciale rapporto” esistente con la Massoneria. (cfr. Lettera Napoletana 24/2010).
Dopo un periodo di ritiro dalla politica, successivo alle inchieste di “Tangentopoli”, ed alcuni tentativi falliti di promuovere liste elettorali, Scotti nel 2008 è riapparso nel Mpa (Movimento per l’Autonomia) di un altro ex democristiano, Raffaele Lombardo, presidente della Regione Sicilia, diventando sottosegretario nel governo Berlusconi. Espulso nel gennaio scorso dal Movimento di Lombardo, ha fondato “Noi Sud” e adesso annuncia che il Sud ha un nuovo leader… (LN27/10).
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