sabato 22 maggio 2010

Freedom House critica la legge-bavaglio "Per l'Italia un nuovo passo indietro"

L'organizzazione che cura il rapporto sui media nel mondo: "Verranno puniti i giornalisti che pubblicano notizie di pubblico interesse". Mentre nel mondo "si va verso la depenalizzazione dei reati a mezzo stampa"

di ROSARIA AMATO

ROMA - Da diversi anni classifica l'Italia come l'unico Paese "partly free" dell'Europa occidentale sotto il profilo della libertà di stampa, ma adesso Freedom House avverte: se il Ddl intercettazioni venisse approvato, la situazione in Italia non potrebbe che peggiorare. La normativa avrà come conseguenza quella di "punire i giornalisti che scrivono di informazioni che sono di pubblico dominio o di notizie di pubblico interesse", dichiara in un'intervista all'agenzia Bloomberg Karin Karleker, ricercatrice e direttrice di Freedom House, l'organizzazione autonoma con sede negli Stati Uniti, che monitora dal 1980 la libertà di stampa.

GUARDA LA MAPPA DELLA LIBERTA' DI STAMPA 1

Non solo. "La previsione di pene così dure nei confronti dei giornalisti va in direzione opposta all'orientamento prevalente di decriminalizzare i reati a mezzo stampa". Insomma, andrà ancora peggio, considerato che già adesso non va bene. Poche settimane fa Freedom House ha pubblicato il rapporto annuale, che classifica l'Italia al settantaduesimo posto, insieme a Benin, Hong Kong e India. Dopo, tanto per citare alcuni dei Paesi che ci precedono, Tonga, la Slovenia, il Mali, l'Uruguay, la Lettonia, il Cile. Nell'Europa Occidentale l'Italia è al ventiquattresimo posto, seguita solo dalla Turchia.

Un giudizio dovuto, si legge nel comunicato di Freedom House, "ai crescenti tentativi del governo di interferire con le politiche editoriali", soprattutto per quel che riguarda le emittenti televisive. E infatti il grave punto debole dell'Italia, ha sempre sostenuto Freedom House, è la concentrazione delle emittenti telesive, possedute o fortemente influenzate dal premier. "L'Italia soffre di una concentrazione inusualmente alta - si legge nell'ultima edizione del rapporto - della proprietà dei media, rispetto agli standard europei. Un livello così alto di concentrazione soprattutto nel settore televisivo è fonte di preoccupazione, perché è proprio attraverso la televisione che gli italiani ricevono la maggior parte delle notizie e delle informazioni in genere". Ma la legge in discussione alla Camera colpisce stavolta nel complesso la libertà di stampa, compresi i giornali che erano riusciti a tenersi fuori dal raggio d'azione del governo.

L'arretramento riscontrato in Italia del resto non è isolato: "La libertà di stampa ha fatto passi indietro nel 2009", si legge in apertura del rapporto 2010. Tanto che "solo una persona su sei vive in un Paese con una stampa libera". La sola regione del mondo dove la libertà di stampa si è affermata in misura prevalente, ricorda il rapporto, è l'Europa occidentale. Con le dovute eccezioni, per l'appunto.

In Europa i primi posti sono occupati dai Paesi del nord: Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia. Lo stesso quartetto guida la classifica mondiale, seguito da altri Paesi europei: Danimarca, Belgio, Lussemburgo, Andorra, Svizzera, Liechtenstein, Paesi Bassi. I primi Paesi non europei nella classifica mondiale arrivano all'undicesimo posto, si tratta di Nuova Zelanda e Palau. Nel complesso, secondo la classifica di Freedom House 69 paesi godono della libertà di stampa (35%), 64 sono 'partly free' (il 33%) e 63 sono 'not free' (il 32%). Una percentuale comunque inferiore all'iniziale 53% rilevato nel 1980. Difficilmente da questa classifica si viene retrocessi, in genere diversi tra i Paesi esaminati sono passati da 'not free' a 'partly free' a 'free'. Ma l'Italia sta percorrendo il cammino opposto.

Fonte:La Repubblica

.

Leggi tutto »

L'organizzazione che cura il rapporto sui media nel mondo: "Verranno puniti i giornalisti che pubblicano notizie di pubblico interesse". Mentre nel mondo "si va verso la depenalizzazione dei reati a mezzo stampa"

di ROSARIA AMATO

ROMA - Da diversi anni classifica l'Italia come l'unico Paese "partly free" dell'Europa occidentale sotto il profilo della libertà di stampa, ma adesso Freedom House avverte: se il Ddl intercettazioni venisse approvato, la situazione in Italia non potrebbe che peggiorare. La normativa avrà come conseguenza quella di "punire i giornalisti che scrivono di informazioni che sono di pubblico dominio o di notizie di pubblico interesse", dichiara in un'intervista all'agenzia Bloomberg Karin Karleker, ricercatrice e direttrice di Freedom House, l'organizzazione autonoma con sede negli Stati Uniti, che monitora dal 1980 la libertà di stampa.

GUARDA LA MAPPA DELLA LIBERTA' DI STAMPA 1

Non solo. "La previsione di pene così dure nei confronti dei giornalisti va in direzione opposta all'orientamento prevalente di decriminalizzare i reati a mezzo stampa". Insomma, andrà ancora peggio, considerato che già adesso non va bene. Poche settimane fa Freedom House ha pubblicato il rapporto annuale, che classifica l'Italia al settantaduesimo posto, insieme a Benin, Hong Kong e India. Dopo, tanto per citare alcuni dei Paesi che ci precedono, Tonga, la Slovenia, il Mali, l'Uruguay, la Lettonia, il Cile. Nell'Europa Occidentale l'Italia è al ventiquattresimo posto, seguita solo dalla Turchia.

Un giudizio dovuto, si legge nel comunicato di Freedom House, "ai crescenti tentativi del governo di interferire con le politiche editoriali", soprattutto per quel che riguarda le emittenti televisive. E infatti il grave punto debole dell'Italia, ha sempre sostenuto Freedom House, è la concentrazione delle emittenti telesive, possedute o fortemente influenzate dal premier. "L'Italia soffre di una concentrazione inusualmente alta - si legge nell'ultima edizione del rapporto - della proprietà dei media, rispetto agli standard europei. Un livello così alto di concentrazione soprattutto nel settore televisivo è fonte di preoccupazione, perché è proprio attraverso la televisione che gli italiani ricevono la maggior parte delle notizie e delle informazioni in genere". Ma la legge in discussione alla Camera colpisce stavolta nel complesso la libertà di stampa, compresi i giornali che erano riusciti a tenersi fuori dal raggio d'azione del governo.

L'arretramento riscontrato in Italia del resto non è isolato: "La libertà di stampa ha fatto passi indietro nel 2009", si legge in apertura del rapporto 2010. Tanto che "solo una persona su sei vive in un Paese con una stampa libera". La sola regione del mondo dove la libertà di stampa si è affermata in misura prevalente, ricorda il rapporto, è l'Europa occidentale. Con le dovute eccezioni, per l'appunto.

In Europa i primi posti sono occupati dai Paesi del nord: Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia. Lo stesso quartetto guida la classifica mondiale, seguito da altri Paesi europei: Danimarca, Belgio, Lussemburgo, Andorra, Svizzera, Liechtenstein, Paesi Bassi. I primi Paesi non europei nella classifica mondiale arrivano all'undicesimo posto, si tratta di Nuova Zelanda e Palau. Nel complesso, secondo la classifica di Freedom House 69 paesi godono della libertà di stampa (35%), 64 sono 'partly free' (il 33%) e 63 sono 'not free' (il 32%). Una percentuale comunque inferiore all'iniziale 53% rilevato nel 1980. Difficilmente da questa classifica si viene retrocessi, in genere diversi tra i Paesi esaminati sono passati da 'not free' a 'partly free' a 'free'. Ma l'Italia sta percorrendo il cammino opposto.

Fonte:La Repubblica

.

Nessun commento:

 
[Privacy]
Design by Free WordPress Themes | Bloggerized by Lasantha - Premium Blogger Themes | Hot Sonakshi Sinha, Car Price in India