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domenica 11 aprile 2010

La Disunità d'Italia

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L'Italia, 150 anni da compiere e non li dimostra. Sembra ancora una bambina. Ha un'aria quasi pre unitaria, anteriore al 1861, anno della nascita dello Stato italiano intestato ai Savoia. I risultati delle ultime elezioni regionali vengono da lontano, da prima del Risorgimento.
L'Italia è una collezione di Stati assortiti, suddivisi in fasce, come i meridiani. Una fascia è al Nord, verde, con un partito secessionista, mascherato da federalista e meticiatto con quelle logiche centraliste che dice di voler combattere. Vive dell'odio per Roma, ma si nutre di Roma. La Lega è solo un pannicello caldo.Il Piemonte firmerebbe subito un'annessione alla Francia e così il Lombardo Veneto all'Austria. Dopo il Nord, appena varcato il Po, ci sono vecchi Stati gloriosi come il Granducato di Toscana, oggi chiamato Regione Toscana. Sono riserve indiane di un partito in dissoluzione, in attesa di riacquistare la loro vecchia identità. Al centro, bianco giallo, dopo un secolo e mezzo, non è cambiato nulla. Lo Stato della Chiesa ha eletto la sua candidata Renata Polverini. Il Vaticano amministra Roma, le sue cliniche, le sue scuole, dispone di patrimoni immobiliari immensi. Il Papa Re Ratzinger è più potente del Papa Pio IX buonanima prima che i bersaglieri entrassero in Roma dalla breccia di Porta Pia. Oltre a esercitare il potere temporale sullo Stato della Chiesa lo esercita anche sullo Stato Italiano. Il Sud, nero con qualche striatura di rosso, è auto amministrato da formazioni con una forte base territoriale, federate tra loro per lo sviluppo dell'economia sommersa, dal pizzo, alla droga, agli appalti truccati. Camorra in Campania, 'Ndrangheta in Calabria, Sacra Corona Unita in Puglia e dintorni e Cosa Nostra in Sicilia. Un'eredità di Garibaldi e della dissoluzione del Regno delle Due Sicilie. Rimangono la Sardegna, feudo della Signoria di Arcore, e le regioni di confine dove si parla tedesco, patois, friulano.
"Noi siamo da secoli - Calpesti, derisi - Perché non siam popolo - Perché siam divisi - Raccolgaci un'unica - Bandiera, una speme - Di fonderci insieme". Goffredo Mameli scrisse queste parole, per il suo inno, nel 1847. "Non siam popolo" è ancora attuale e l'auspicio di "fonderci insieme" spiega come, già allora, si sapeva che insieme non eravamo mai stati. "Fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani" disse Massimo d'Azeglio. "Fare gli italiani?": un popolo non si può costruire, non è fatto di calce e cemento, ma di cultura e memoria. Più popoli, invece, si possono unire, ma per farlo va prima riscritta la nostra Storia.

Fonte:Blog Beppe Grillo

1 commento:

  1. LIBERTÀ VUOL DIRE ESSERE LIBERI DI FARE TUTTO, ECCETTO CIÒ CHE LIMITA LA LIBERTÀ ALTRUI, ECCETTO CIÒ CHE FA VIVERE MALE GLI ALTRI.

    LA QUALITA' DI UN GOVERNANTE E' DIRETTAMENTE PROPORZIONALE ALLA QUALITA' DI VITA DEI GOVERNATI.

    Chiediti sempre nelle tasche di quali famiglie vanno i soldi che, contro la tua volontà, lo stato ti estorce tramite tassazione, inflazione e debito pubblico.

    Lo stato non siamo noi, lo stato è uno strumento usato contro di noi. Lo stato rende comodo l'esercizio del potere alle famiglie padrone, nemiche delle nostre famiglie.

    Lo stato non è un soggetto, bensì uno strumento nelle mani delle famiglie padrone; tramite lo stato esse depredano i ceti produttivi e bloccano la mobilità sociale, eliminando competitors migliori di loro.
    La contrapposizione tra destra e sinistra è obsoleta e creata per ingannarci, irrilevante per il futuro delle nostre famiglie. Il superamento di tale contrapposizione consiste nel togliere soldi e potere alle famiglie padrone dello stato, riducendo drasticamente tassazione e spesa pubblica, da tali famiglie padrone controllate. Il superamento di tale contrapposizione è un nuovo liberismo marcatamente privatista, regolato tramite forme evolute di democrazia diretta turnaria.

    Filippo Matteucci

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