Di Igor Principe
Prima, un comunicato stampa ufficiale; poi, la viva voce di Sergio Marchionne. L'ad del Gruppo Fiat reagisce con rabbia alle indiscrezioni – apparse su Repubblica e poi riprese dal resto della stampa – sul taglio di 5 mila posti di lavoro e sulla riduzione da 14 a 8 modelli, previsti – a quanto si dice – dal piano strategico del Lingotto per il 2010-2014.
"Non è il nostro piano, non lo conosco. Stiamo ancora lavorando, smentisco tutto", ha detto Marchionne. Parlando poi dello stato di salute dell'auto, e in generale dell'economia, ha aggiunto: “È la crisi più profonda che abbiamo visto in Europa, e noi non abbiamo licenziato nessuno. Cercare di picchiare la Fiat in un momento come questo è la cosa più sproporzionata che abbia mai visto, è quasi vergognoso”.
“Strumentalizzazioni" e "speculazioni dei giornali" sono altri due termini con cui l'ad Fiat ha voluto esprimere la propria rabbia. “Ci hanno accusato di tantissime cose – ha detto – ma la realtà è che non abbiamo mai licenziato nessuno, abbiamo cercato di mantenere l’equilibrio sociale negli scorsi 24 mesi. Stiamo gestendo un momento difficile nei migliori dei modi, abbiamo protetto l’aspetto operativo al massimo con sacrifici enormi. Non voglio medaglie, ma quello che è stato fatto è stato fatto. Ricordatevi dove era la Fiat nel 2004".
E' una difesa strenua, quella di Marchionne, che quindi smentisce e rivendica la crescita del gruppo senza alcun sacrificio sul piano sociale. Cosa che non ha tuttavia messo tranquilli i sindacati, le cui reazioni non registrano novità rispetto a quelle di ieri.
Insomma, sono tutti arrabbiati: i lavoratori, Marchionne e pure il governo. Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro, non ha certo apprezzato la fuga di notizie, e ha parlato di “indiscrezioni inquietanti che suscitano allarme sociale”. Il 21 aprile, giorno in cui Fiat presenterà il piano, sapremo chi ha detto la verità.
Fonte:AutoNews.it
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Di Igor Principe
Prima, un comunicato stampa ufficiale; poi, la viva voce di Sergio Marchionne. L'ad del Gruppo Fiat reagisce con rabbia alle indiscrezioni – apparse su Repubblica e poi riprese dal resto della stampa – sul taglio di 5 mila posti di lavoro e sulla riduzione da 14 a 8 modelli, previsti – a quanto si dice – dal piano strategico del Lingotto per il 2010-2014.
"Non è il nostro piano, non lo conosco. Stiamo ancora lavorando, smentisco tutto", ha detto Marchionne. Parlando poi dello stato di salute dell'auto, e in generale dell'economia, ha aggiunto: “È la crisi più profonda che abbiamo visto in Europa, e noi non abbiamo licenziato nessuno. Cercare di picchiare la Fiat in un momento come questo è la cosa più sproporzionata che abbia mai visto, è quasi vergognoso”.
“Strumentalizzazioni" e "speculazioni dei giornali" sono altri due termini con cui l'ad Fiat ha voluto esprimere la propria rabbia. “Ci hanno accusato di tantissime cose – ha detto – ma la realtà è che non abbiamo mai licenziato nessuno, abbiamo cercato di mantenere l’equilibrio sociale negli scorsi 24 mesi. Stiamo gestendo un momento difficile nei migliori dei modi, abbiamo protetto l’aspetto operativo al massimo con sacrifici enormi. Non voglio medaglie, ma quello che è stato fatto è stato fatto. Ricordatevi dove era la Fiat nel 2004".
E' una difesa strenua, quella di Marchionne, che quindi smentisce e rivendica la crescita del gruppo senza alcun sacrificio sul piano sociale. Cosa che non ha tuttavia messo tranquilli i sindacati, le cui reazioni non registrano novità rispetto a quelle di ieri.
Insomma, sono tutti arrabbiati: i lavoratori, Marchionne e pure il governo. Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro, non ha certo apprezzato la fuga di notizie, e ha parlato di “indiscrezioni inquietanti che suscitano allarme sociale”. Il 21 aprile, giorno in cui Fiat presenterà il piano, sapremo chi ha detto la verità.
Fonte:AutoNews.it
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