martedì 2 marzo 2010
L'esilio dei Savoia
Di Antonio Ciano
L’esilio dei Savoia
Abbiamo assistito in questi ultimi anni alle reiterate richieste del signor Vittorio Savoia e a quelle di suo figlio Emanuele Filiberto di poter ritornare in Italia. Radio, televisioni, quotidiani, settimanali, mensili, quasi tutti a cantar messe di mezzanotte, quasi tutti a favore di quei “poverini” in esilio e quasi tutti col dire:” Chiudiamo i conti col passato, che c’entrano i figli e i nipoti col l’infamia dei loro nonni e bisnonni?”. Il caso era finito persino al Parlamento europeo e sia la destra che la sinistra sembrano aver scordato la storia. Noi no.Non possumus.
La rivendicazione degli ebrei all’ottenimento del rispetto universale parte dai terrificanti numeri dei deportati e dei morti dell’olocausto. Terrificanti e raccapriccianti per l’entità. Qui si parla di milioni; non di bruscolini ma di esseri umani. E tutto l’occidente, riconoscendo la bontà delle rivendicazioni ebraiche, si schiera dalla loro parte e cerca di tributare, nei limiti del consentito, i risarcimenti possibili ( oltre alla caccia agli ultimi carnefici sopravvissuti).
Al riguardo ricordiamo che nei giorni scorsi, è stato ricevuto al Parlamento italiano,Eli Wiesel, premio nobel per la letteratura nel 1986. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, hanno inaugurato, nella Sala dei Busti, la mostra “Auschwitz-Birkenau, 65° Anniversario della Liberazione, 27 gennaio 1945 - 27 gennaio 2010″. Attraverso documenti, fotografie e lettere inedite, oggetti provenienti dai ghetti e dal campo di Auschwitz-Birkenau, testimonianze scritte e figurate e filmati, la mostra ha inteso offrire al pubblico la possibilità di conoscere quanto vissuto da milioni di persone prima, durante e dopo il loro internamento nel campo di sterminio.
I nostri lettori devono sapere che in Italia furono firmate le leggi razziali contro gli ebrei nel 1938, il re Vittorio Emanuele III vi appose la firma. Quel savoia, a vergogna della nostra repubblica, a vergogna dell'umanità intera, ha ancora strade e piazze intitolate, una delle quali, al centro di Napoli, la città del Presidente della Repubblica Napolitano. Questo gli israeliani devono saperlo, come devono sapere che uno dei suoi eredi viene imposto al pubblico italiano nella tv di Stato un giorno si ed un giorno sempre, come a magnificare una monarchia che ha svergognato l'Italia.
Molti ci chiedono perchè gli eredi degli infami che provocarono guerre atroci, che massacrarono il sud, che han fatto morire milioni di italiani in guerre che non ci riguardavano, che firmarono le leggi contro gli ebrei,sono stati esiliati nel dopoguerra, e perchè oggi c'è una questione savoia.
Per quanto riguarda la “ questione Savoia” il ragionamento dovrebbe essere analogo, a condizione che si potessero conoscere i numeri riguardanti:
1) I morti procurati al Sud con l’invasione barbarica del 1860, quella piemontese appunto; i deportati, i torturati, i fucilati o fatti morire di fame, di freddo e di stenti nei dieci anni e passa di repressione sanguinaria fatta chiamare dai sabaudi “ repressione del brigantaggio”.
2) I beni depredati al Sud e trasportati nel Piemonte: ricchezze finanziarie, culturali, sociali, sottratte con la forza dai vincitori. Il solo Vittorio Emanuele II, secondo Silvio Bertoldi nel suo libro Il re che fece l’Italia, racconta delle ricchezze personali accumulate dal sovrano e tenute in cassaforte, qualcosa come 250 mila miliardi attuali. ( Liberazione, giornale comunista, intervista a Lorenzo del Boca, anno 2002, martedì 24 dicembre, pag 21 )
3) Gli emigranti diasporati in tutto il mondo per sfuggire alla fame, alla miseria e all’oppressione delle orde piemontesi; ossia milioni di persone disperse in tutte le latitudini.
4) miliardi incalcolabili di dollari, sterline, pesos, bolivar, escudos, marchi, franchi, procurati ai boiardi liberali, capitalisti e massoni del Nord, nell’arco di un secolo ed oltre. Le rimesse degli emigranti, sicuramente più voluminose del Vesuvio, dell’Etna e dello Stromboli messe assieme, sono finite tutte nelle tasche dei predoni padani, totali detentori dei mezzi di produzione. Il Sud, privilegiato bacino di mercato dei magnaccia del Nord liberale, liberista, libertario e piduista, condannato alla miseria dopo quella barbara invasione, ma, soprattutto alla disacculturazione più feroce, sta leccandosi ancora le ferite inferte dalla bestialità savoiarda.
5) I morti delle guerre coloniali; i morti di operai e contadini nelle varie repressioni a favore del capitalismo ( cattolici, socialisti, comunisti uccisi dai vari Bava Beccaris), quelli provocati dalle cannonate sulla Sicilia del 1866, quelli procurati dalla bestiale legge Pica e quelli della tassa sul macinato, quelli della prima e seconda guerra mondiale. Se proprio certuni vogliono dare i numeri, dovrebbero riuscire a dare quelli su richiamati. E se ci riuscissero ( impresa sempre fallita da chi ha tentato di farlo, poiché si splafona nelle miriadi) farebbero un buon servizio al popolo Meridionale e scoprirebbero che le cifre vanno oltre quelle, maledette, dell’olocausto.
Nessuna persona di media intelligenza sarebbe disposta, in età moderna, a condividere la tesi secondo la quale le colpe dei padri debbano ricadere sui figli; ma tutti sarebbero d’accordo nel sostenere che i figli devono pagare i debiti o i risarcimenti dovuti per le colpe dei padri, dal momento che ne accettano l’eredità. Accettazione di eredità significa accettazione di onori ed oneri dei genitori. O no? Figlio di gatto prende topo.
In merito a questo olocausto del Sud, chi paga? Chi risarcisce? Quando si è trattato di prendere, lo han fatto tutti i barbari del Nord; ora che la mucca è munta, i Bossi e i Berlusconi tentano la fuga con le secessioni o le devoluzioni di maniera. L’annessione dell’Italia della civiltà ( quella di Parmenide, di Archimede, di Zenone), operata dalle orde barbariche delle ex province di Roma, secondo alcuni ha dato vita all’unità. L’unità fatta dai Galli. Dabbenaggine o incultura? L’Italia di Pitagora, quella dei numeri, è stata cancellata dalle menti e dai cuori di certi meridionali felloni. Ne hanno fatto uso i Crucchi e i Longobardi che sanno fare bene i loro conti, pagati dal Sud. C’è sempre chi crede alle favole, come certo Benito Mussolini, stampella dei Savoia, che avendo chiamato i veri italici a difendere la patria, nell’ora della pugna, se li vide arrivare in Sicilia, a Salerno e ad Anzio. Tutti figli di meridionali diasporati in America dai Savoia.
Arrivarono ( eccome!) gli italici, e Sciaboletta fuggì, come si conviene ad un re Savoia.
I conti non tornano, e se non tornano i conti perché dovrebbero tornare i re? I diritti umani valgono solo per Sua Maestà? Quei diritti non valevano anche per i Borbone fatti morire all’estero? Mai i Savoia permisero il rientro in Italia di Francesco II.
Come vediamo si tratta sempre di numeri: milioni di ebrei morti nell’olocausto, milioni di morti a causa dei Savoia per costruire artatamente la loro Italietta, migliaia di contadini ed operai cattolici scannati nella lotta partigiana chiamata “Brigantaggio” da quei felloni, delinquenti e criminali di guerra; migliaia di partigiani comunisti nella lotta di liberazione dal regime savoiardo e fascista nel 1943-45; milioni di emigranti, miliardi di rimesse.
Allora ci chiediamo: chi si è schierato per il rientro dei Savoia è a conoscenza di dette cifre? Ci dispiace, ma, con tutta la stima che portiamo a certi estensori di articoli e a certi telecronisti che si sono schierati, certamente per ordine del Grande Vecchio , a favore del rientro dei Savoia, non possiamo non bocciarli, non in Storia, che forse conoscono molto bene, ma in matematica, ce lo impone la nostra cultura italica: quella di Pitagora. È solo questione di numeri.I conti non tornano, ma è tornato Vittorio Emanuele e suo figlio, il primo indagato a Potenza e il secondo, ormai chiamato il Principe dei Cetrioli, che toglie spazio, soldi, e lavoro ai nostri figli costretti all'emigrazione da 149 anni.
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Di Antonio Ciano
L’esilio dei Savoia
Abbiamo assistito in questi ultimi anni alle reiterate richieste del signor Vittorio Savoia e a quelle di suo figlio Emanuele Filiberto di poter ritornare in Italia. Radio, televisioni, quotidiani, settimanali, mensili, quasi tutti a cantar messe di mezzanotte, quasi tutti a favore di quei “poverini” in esilio e quasi tutti col dire:” Chiudiamo i conti col passato, che c’entrano i figli e i nipoti col l’infamia dei loro nonni e bisnonni?”. Il caso era finito persino al Parlamento europeo e sia la destra che la sinistra sembrano aver scordato la storia. Noi no.Non possumus.
La rivendicazione degli ebrei all’ottenimento del rispetto universale parte dai terrificanti numeri dei deportati e dei morti dell’olocausto. Terrificanti e raccapriccianti per l’entità. Qui si parla di milioni; non di bruscolini ma di esseri umani. E tutto l’occidente, riconoscendo la bontà delle rivendicazioni ebraiche, si schiera dalla loro parte e cerca di tributare, nei limiti del consentito, i risarcimenti possibili ( oltre alla caccia agli ultimi carnefici sopravvissuti).
Al riguardo ricordiamo che nei giorni scorsi, è stato ricevuto al Parlamento italiano,Eli Wiesel, premio nobel per la letteratura nel 1986. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, hanno inaugurato, nella Sala dei Busti, la mostra “Auschwitz-Birkenau, 65° Anniversario della Liberazione, 27 gennaio 1945 - 27 gennaio 2010″. Attraverso documenti, fotografie e lettere inedite, oggetti provenienti dai ghetti e dal campo di Auschwitz-Birkenau, testimonianze scritte e figurate e filmati, la mostra ha inteso offrire al pubblico la possibilità di conoscere quanto vissuto da milioni di persone prima, durante e dopo il loro internamento nel campo di sterminio.
I nostri lettori devono sapere che in Italia furono firmate le leggi razziali contro gli ebrei nel 1938, il re Vittorio Emanuele III vi appose la firma. Quel savoia, a vergogna della nostra repubblica, a vergogna dell'umanità intera, ha ancora strade e piazze intitolate, una delle quali, al centro di Napoli, la città del Presidente della Repubblica Napolitano. Questo gli israeliani devono saperlo, come devono sapere che uno dei suoi eredi viene imposto al pubblico italiano nella tv di Stato un giorno si ed un giorno sempre, come a magnificare una monarchia che ha svergognato l'Italia.
Molti ci chiedono perchè gli eredi degli infami che provocarono guerre atroci, che massacrarono il sud, che han fatto morire milioni di italiani in guerre che non ci riguardavano, che firmarono le leggi contro gli ebrei,sono stati esiliati nel dopoguerra, e perchè oggi c'è una questione savoia.
Per quanto riguarda la “ questione Savoia” il ragionamento dovrebbe essere analogo, a condizione che si potessero conoscere i numeri riguardanti:
1) I morti procurati al Sud con l’invasione barbarica del 1860, quella piemontese appunto; i deportati, i torturati, i fucilati o fatti morire di fame, di freddo e di stenti nei dieci anni e passa di repressione sanguinaria fatta chiamare dai sabaudi “ repressione del brigantaggio”.
2) I beni depredati al Sud e trasportati nel Piemonte: ricchezze finanziarie, culturali, sociali, sottratte con la forza dai vincitori. Il solo Vittorio Emanuele II, secondo Silvio Bertoldi nel suo libro Il re che fece l’Italia, racconta delle ricchezze personali accumulate dal sovrano e tenute in cassaforte, qualcosa come 250 mila miliardi attuali. ( Liberazione, giornale comunista, intervista a Lorenzo del Boca, anno 2002, martedì 24 dicembre, pag 21 )
3) Gli emigranti diasporati in tutto il mondo per sfuggire alla fame, alla miseria e all’oppressione delle orde piemontesi; ossia milioni di persone disperse in tutte le latitudini.
4) miliardi incalcolabili di dollari, sterline, pesos, bolivar, escudos, marchi, franchi, procurati ai boiardi liberali, capitalisti e massoni del Nord, nell’arco di un secolo ed oltre. Le rimesse degli emigranti, sicuramente più voluminose del Vesuvio, dell’Etna e dello Stromboli messe assieme, sono finite tutte nelle tasche dei predoni padani, totali detentori dei mezzi di produzione. Il Sud, privilegiato bacino di mercato dei magnaccia del Nord liberale, liberista, libertario e piduista, condannato alla miseria dopo quella barbara invasione, ma, soprattutto alla disacculturazione più feroce, sta leccandosi ancora le ferite inferte dalla bestialità savoiarda.
5) I morti delle guerre coloniali; i morti di operai e contadini nelle varie repressioni a favore del capitalismo ( cattolici, socialisti, comunisti uccisi dai vari Bava Beccaris), quelli provocati dalle cannonate sulla Sicilia del 1866, quelli procurati dalla bestiale legge Pica e quelli della tassa sul macinato, quelli della prima e seconda guerra mondiale. Se proprio certuni vogliono dare i numeri, dovrebbero riuscire a dare quelli su richiamati. E se ci riuscissero ( impresa sempre fallita da chi ha tentato di farlo, poiché si splafona nelle miriadi) farebbero un buon servizio al popolo Meridionale e scoprirebbero che le cifre vanno oltre quelle, maledette, dell’olocausto.
Nessuna persona di media intelligenza sarebbe disposta, in età moderna, a condividere la tesi secondo la quale le colpe dei padri debbano ricadere sui figli; ma tutti sarebbero d’accordo nel sostenere che i figli devono pagare i debiti o i risarcimenti dovuti per le colpe dei padri, dal momento che ne accettano l’eredità. Accettazione di eredità significa accettazione di onori ed oneri dei genitori. O no? Figlio di gatto prende topo.
In merito a questo olocausto del Sud, chi paga? Chi risarcisce? Quando si è trattato di prendere, lo han fatto tutti i barbari del Nord; ora che la mucca è munta, i Bossi e i Berlusconi tentano la fuga con le secessioni o le devoluzioni di maniera. L’annessione dell’Italia della civiltà ( quella di Parmenide, di Archimede, di Zenone), operata dalle orde barbariche delle ex province di Roma, secondo alcuni ha dato vita all’unità. L’unità fatta dai Galli. Dabbenaggine o incultura? L’Italia di Pitagora, quella dei numeri, è stata cancellata dalle menti e dai cuori di certi meridionali felloni. Ne hanno fatto uso i Crucchi e i Longobardi che sanno fare bene i loro conti, pagati dal Sud. C’è sempre chi crede alle favole, come certo Benito Mussolini, stampella dei Savoia, che avendo chiamato i veri italici a difendere la patria, nell’ora della pugna, se li vide arrivare in Sicilia, a Salerno e ad Anzio. Tutti figli di meridionali diasporati in America dai Savoia.
Arrivarono ( eccome!) gli italici, e Sciaboletta fuggì, come si conviene ad un re Savoia.
I conti non tornano, e se non tornano i conti perché dovrebbero tornare i re? I diritti umani valgono solo per Sua Maestà? Quei diritti non valevano anche per i Borbone fatti morire all’estero? Mai i Savoia permisero il rientro in Italia di Francesco II.
Come vediamo si tratta sempre di numeri: milioni di ebrei morti nell’olocausto, milioni di morti a causa dei Savoia per costruire artatamente la loro Italietta, migliaia di contadini ed operai cattolici scannati nella lotta partigiana chiamata “Brigantaggio” da quei felloni, delinquenti e criminali di guerra; migliaia di partigiani comunisti nella lotta di liberazione dal regime savoiardo e fascista nel 1943-45; milioni di emigranti, miliardi di rimesse.
Allora ci chiediamo: chi si è schierato per il rientro dei Savoia è a conoscenza di dette cifre? Ci dispiace, ma, con tutta la stima che portiamo a certi estensori di articoli e a certi telecronisti che si sono schierati, certamente per ordine del Grande Vecchio , a favore del rientro dei Savoia, non possiamo non bocciarli, non in Storia, che forse conoscono molto bene, ma in matematica, ce lo impone la nostra cultura italica: quella di Pitagora. È solo questione di numeri.I conti non tornano, ma è tornato Vittorio Emanuele e suo figlio, il primo indagato a Potenza e il secondo, ormai chiamato il Principe dei Cetrioli, che toglie spazio, soldi, e lavoro ai nostri figli costretti all'emigrazione da 149 anni.
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1 commento:
Anchio in quanto figlio di meridioale IMMIGRATI AL NORD A MILANO concordo con voi sulle atrocità commesse dai savoia facendoli passare per l 'unità d italia. A mio parere anche i borboni e i conti decaduti hanno contribuito alla miseria del nostro sud. la mia famiglia da origini semplici in quanto figli di agricoltori e bidelli di scuola statali sono provenienti come dicono al nord dalla piccola lombardia del sud . precisamente castel del monte bari e lecce che hanno subito una forte emigrazione verso il nord e la germania,tutto questo a causa delle disparità sociali e mancanza del rispetto di un contratto nazionale. IL NON RISPETTO DELLLE NORME HANNO PORTATO UN VASTO POLO DELL ARTIGIANATO E INDUSTRIA PESANTE che paga molto meno gli operai produttivi del levante e di tutto il sud. credo che anche gli stessi monumenti della capitanata di bari abbiano poco di normanno ma sono molto vicini agli influssi di artisti veneziani e croati.
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