Cinquemila posti di lavoro in meno. Secondo alcune indiscrezioni, il piano strategico di Fiat per il quadriennio 2010-2014 sarebbe caratterizzato da una sforbiciata di quelle proporzioni al numero di maestranze al momento impiegate. Il piano sarà reso noto da Sergio Marchionne il prossimo 21 aprile, ma le reazioni – rabbiose, manco a dirlo – dei sindacati non si sono fatte attendere.
Come sarebbero suddivisi quei tagli? Anzitutto, si tratta del 15% degli organici che si occupano del montaggio finale (30mila addetti), cioè la stessa quantità di forza lavoro già fermata per due settimane a ridosso dello stop del governo agli incentivi. Nel dettaglio, sono i 1500 lavoratori di Termini Imerese, i 500 che hanno optato per la mobilità volontaria a Cassino, più altri 2000 (o addirittura 2500) operai a Mirafiori e 500 a Pomigliano d'Arco, dove verrà trasferita la produzione della Panda, ora affidata all'impianto polacco di Tychy.
Se i tagli di Cassino e di Termini Imerese erano ampiamente previsti, quelli a Pomigliano d'Arco e, soprattutto, nella “casa madre” Mirafiori sono un'importante novità. Che, ovviamente, non piace ai sindacati. Due reazioni, tra tutte, sintetizzano bene la rabbia dei rappresentanti dei lavoratori.
Gianni Rinaldini, segretario geneale Fiom Cgil, dice: “Queste indiscrezioni sul piano Fiat sono preoccupanti e inaccettabili. Si evidenzia anche in questo modo il fatto che il governo deve riconvocare le parti perchè si apra un vero negoziato sul piano industriale della Fiat che non può essere semplicemente annunciato il 21 aprile e comunicato ai sindacati saltando qualsiasi trattativa”. Su Mirafiori, invece, insiste Giorgio Airaudo (sempre Fiom): “Non credo che Mirafiori possa essere ulteriormente ridimensionata visto che è già notevolmente dimagrita dal 2000 a oggi”.
Perentorio un altro dirigente Fiom, Giorgio Cremaschi: “Il piano Fiat è una vergogna che conferma le nostre peggiori e spesso inascoltate previsioni. La realtà è che la Fiat comincia a lasciare l'Italia con una valanga di licenziamenti”.
Tra le altre indiscrezioni, spiccano quelle riguardanti la produzione. I modelli totali passano da 14 a 8 (il che appare perfettamente in linea con la riduzione di personale). Sette nuovi modelli con marchio Fiat, Alfa e Lancia saranno invece realizzati negli Usa per quel mercato, dove la produzione dovrebbe superare complessivamente le 350 mila unità. E' la faccia buona della medaglia. O, se si preferisce, il lato visibile della luna; quello oscuro, invece, è tutto italiano.
Fonte:Autonews.it
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