mercoledì 10 marzo 2010
Ecco con chi vuole governare la Polverini
Lazio, gli impresentabili che sognano una poltrona.
Di Enrico Fierro
C’è il senatore che è una macchina da guerra delle raccomandazioni. C’è l’imprenditrice che doveva costruire un albergo, ma poi pensò bene di scavare, scavare e scavare ancora, e il medico con la passione per la politica finito in brutte storie. Pure lui produceva segnalazioni: amici, amici degli amici, elettori. E’ l’elenco degli “impresentabili” del Lazio, tutti dell’area Pontina, tutti candidati con la destra di Renata Polverini, la sindacalista che aveva promesso pulizia nelle liste.
Latina, Minturno, Scauri e Terracina, zona di buone mozzarelle e di mare, ma anche di mafie. Qui si sono insediati i Casalesi, e qualcuno dice che Antonio Iovine, ‘o Ninno, passi in questi luoghi parte della sua eterna latitanza, ma anche la ‘Ndrangheta. Quella che aveva in don Mico Tripodo uno dei suoi capi, praticamente comanda a Fondi, dove da anni hanno messo radici i figli Venanzio e Carmelo. Fondi, il comune che doveva essere sciolto per mafia, perché tutto, dagli appalti ai servizi cimiteriali, dalla gestione del Mof, il mercato ortofrutticolo più grande d’Europa, è nelle mani degli amici calabresi. L’aveva chiesto una Commissione d’accesso, un prefetto della Repubblica, finanche il Consiglio dei ministri. E’ finita in burletta, con i consiglieri della maggioranza, tutti del Pdl, che si sono dimessi impedendo, di fatto, il commissariamento. Perché qui comanda uno solo, Claudio Fazzone, ras dei voti, collettore di preferenze, padrone del territorio.
Uno che ne ha fatta di strada da quando era un semplice poliziotto accompagnatore di Nicola Mancino quando l’attuale vicepresidente del Csm era ministro dell’Interno. Fazzone è un doppiolavorista, è senatore della Repubblica, ma anche numero uno di Acqualatina, il consorzio che gestisce l’acqua pubblica nell’area Pontina. Le tariffe sono tra le più care d’Italia, ma il gettone del senatore è ragguardevole: 90 mila euro l’anno per un incarico in forte odore di incompatibilità.
"Peppe Franco è cugino di primo grado del sindaco di Fondi Parisella Luigi. Il fratello di Peppe Franco che si chiama Luigi è socio in affari sia con il Parisella Luigi che con il Sen. Fazzone Claudio nella gestione della Silo srl, società titolare di un capannone sito in località Pantanelle. Questo capannone doveva essere adibito alla lavorazione di prodotti ortofrutticoli e ha anche ricevuto contributi pubblici per oltre due miliardi di lire per questo scopo. Tuttavia quest’attività imprenditoriale non è mai iniziata, mentre invece l’area su cui sorge questo capannone inutilizzato è stata interessata da una variante al piano regolatore generale approvata tra il 2002 ed il 2004 che ha determinato un forte incremento delle infrastrutture viarie”. Nero su bianco nell’inchiesta Damasco della Procura antimafia di Roma.
Peppe Franco, per la cronaca, è accusato di trafficare in droga e armi e di essere legato a doppio filo con i clan della Camorra e della ‘Ndrangheta. Il senatore Fazzone, che ha fatto fuoco e fiamme contro lo scioglimento del suo comune (“ho difeso Fondi da una campagna di discredito senza precedenti”), è capolista del Pdl nella circoscrizione di Latina. Attivissimo nel comitato elettorale della Polverini, punta alla poltrona di assessore alla Sanità. Un Dio in terra. Nel frattempo è sotto processo proprio per la sanità pubblica. Raccomandazioni, almeno sessanta lettere censite e pubblicate dai cronisti di Latina Oggi (bravi giornalisti piu’ volte minacciati), che iniziavano sempre con un “Caro Benito”. Tutte rivolte al direttore della Asl di Latina. C’è un concorso per cinque posti di tecnico di radiologia (131 partecipanti), Fazzone ne raccomanda proprio cinque , di questi sono in quattro a vincere. Imbattibile, anche quando si tratta di segnalare ditte amiche per appalti. “Caro Benito, ti chiedo di far effettuare alla tipolitografia… la fornitura degli stampati per ospedali e ambulatori anche in assenza di gara”. Anche il nome di Romolo Del Balzo, medico di Minturno legatissimo a Fazzone e candidato al consiglio regionale, compare nelle carte di Damasco per una vicenda di recupero crediti alla quale si sarebbe interessato proprio Carmelo Tripodo.
Del Balzo è indagato dalla Procura di Latina per una storia di raccomandazioni per la selezione di un corso di infermieri e per le pensioni di invalidità. Gina Cetrone, invece, è candidata nel listino della Polverini. Se la sindacalista che voleva liste pulite vincerà, occuperà uno scranno alla Pisana che la ripagherà delle disavventure giudiziarie. Imprenditrice di Sonnino, la signora Cetrone – che si occupa di marketing alla provincia di Latina governata dal centrodestra – è finita nelle maglie della giustizia per abusivismo edilizio e abuso d’ufficio. Assieme al fratello avevano presentato il progetto per costruire un albergo per anziani, ma la concessione era scaduta più volte senza che i lavori vedessero mai un inizio. Nel cantiere si scavava soltanto, nel 2007 la Guardia Forestale sequestra tutto sospettando che quel cantiere in realtà fosse solo una cava estrattiva. Senza permessi era stata sbancata una intera collina.
Fonte:Il Fatto Quotidiano del 9 marzo 2010
.
Lazio, gli impresentabili che sognano una poltrona.
Di Enrico Fierro
C’è il senatore che è una macchina da guerra delle raccomandazioni. C’è l’imprenditrice che doveva costruire un albergo, ma poi pensò bene di scavare, scavare e scavare ancora, e il medico con la passione per la politica finito in brutte storie. Pure lui produceva segnalazioni: amici, amici degli amici, elettori. E’ l’elenco degli “impresentabili” del Lazio, tutti dell’area Pontina, tutti candidati con la destra di Renata Polverini, la sindacalista che aveva promesso pulizia nelle liste.
Latina, Minturno, Scauri e Terracina, zona di buone mozzarelle e di mare, ma anche di mafie. Qui si sono insediati i Casalesi, e qualcuno dice che Antonio Iovine, ‘o Ninno, passi in questi luoghi parte della sua eterna latitanza, ma anche la ‘Ndrangheta. Quella che aveva in don Mico Tripodo uno dei suoi capi, praticamente comanda a Fondi, dove da anni hanno messo radici i figli Venanzio e Carmelo. Fondi, il comune che doveva essere sciolto per mafia, perché tutto, dagli appalti ai servizi cimiteriali, dalla gestione del Mof, il mercato ortofrutticolo più grande d’Europa, è nelle mani degli amici calabresi. L’aveva chiesto una Commissione d’accesso, un prefetto della Repubblica, finanche il Consiglio dei ministri. E’ finita in burletta, con i consiglieri della maggioranza, tutti del Pdl, che si sono dimessi impedendo, di fatto, il commissariamento. Perché qui comanda uno solo, Claudio Fazzone, ras dei voti, collettore di preferenze, padrone del territorio.
Uno che ne ha fatta di strada da quando era un semplice poliziotto accompagnatore di Nicola Mancino quando l’attuale vicepresidente del Csm era ministro dell’Interno. Fazzone è un doppiolavorista, è senatore della Repubblica, ma anche numero uno di Acqualatina, il consorzio che gestisce l’acqua pubblica nell’area Pontina. Le tariffe sono tra le più care d’Italia, ma il gettone del senatore è ragguardevole: 90 mila euro l’anno per un incarico in forte odore di incompatibilità.
"Peppe Franco è cugino di primo grado del sindaco di Fondi Parisella Luigi. Il fratello di Peppe Franco che si chiama Luigi è socio in affari sia con il Parisella Luigi che con il Sen. Fazzone Claudio nella gestione della Silo srl, società titolare di un capannone sito in località Pantanelle. Questo capannone doveva essere adibito alla lavorazione di prodotti ortofrutticoli e ha anche ricevuto contributi pubblici per oltre due miliardi di lire per questo scopo. Tuttavia quest’attività imprenditoriale non è mai iniziata, mentre invece l’area su cui sorge questo capannone inutilizzato è stata interessata da una variante al piano regolatore generale approvata tra il 2002 ed il 2004 che ha determinato un forte incremento delle infrastrutture viarie”. Nero su bianco nell’inchiesta Damasco della Procura antimafia di Roma.
Peppe Franco, per la cronaca, è accusato di trafficare in droga e armi e di essere legato a doppio filo con i clan della Camorra e della ‘Ndrangheta. Il senatore Fazzone, che ha fatto fuoco e fiamme contro lo scioglimento del suo comune (“ho difeso Fondi da una campagna di discredito senza precedenti”), è capolista del Pdl nella circoscrizione di Latina. Attivissimo nel comitato elettorale della Polverini, punta alla poltrona di assessore alla Sanità. Un Dio in terra. Nel frattempo è sotto processo proprio per la sanità pubblica. Raccomandazioni, almeno sessanta lettere censite e pubblicate dai cronisti di Latina Oggi (bravi giornalisti piu’ volte minacciati), che iniziavano sempre con un “Caro Benito”. Tutte rivolte al direttore della Asl di Latina. C’è un concorso per cinque posti di tecnico di radiologia (131 partecipanti), Fazzone ne raccomanda proprio cinque , di questi sono in quattro a vincere. Imbattibile, anche quando si tratta di segnalare ditte amiche per appalti. “Caro Benito, ti chiedo di far effettuare alla tipolitografia… la fornitura degli stampati per ospedali e ambulatori anche in assenza di gara”. Anche il nome di Romolo Del Balzo, medico di Minturno legatissimo a Fazzone e candidato al consiglio regionale, compare nelle carte di Damasco per una vicenda di recupero crediti alla quale si sarebbe interessato proprio Carmelo Tripodo.
Del Balzo è indagato dalla Procura di Latina per una storia di raccomandazioni per la selezione di un corso di infermieri e per le pensioni di invalidità. Gina Cetrone, invece, è candidata nel listino della Polverini. Se la sindacalista che voleva liste pulite vincerà, occuperà uno scranno alla Pisana che la ripagherà delle disavventure giudiziarie. Imprenditrice di Sonnino, la signora Cetrone – che si occupa di marketing alla provincia di Latina governata dal centrodestra – è finita nelle maglie della giustizia per abusivismo edilizio e abuso d’ufficio. Assieme al fratello avevano presentato il progetto per costruire un albergo per anziani, ma la concessione era scaduta più volte senza che i lavori vedessero mai un inizio. Nel cantiere si scavava soltanto, nel 2007 la Guardia Forestale sequestra tutto sospettando che quel cantiere in realtà fosse solo una cava estrattiva. Senza permessi era stata sbancata una intera collina.
Fonte:Il Fatto Quotidiano del 9 marzo 2010
.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento