Uno studio condotto da Censis e Confcommercio ha messo in luce che per il 2010 sette famiglie su 10 non aumenteranno le proprie spese per i consumi, mentre l’8,4% le diminuirà rispetto al 2009 e solo il 22,6% prevede di innalzarle.
I comportamenti di spesa della maggior parte delle 1.300 famiglie contattate a gennaio 2010 appaiono permeate, ancora all'inizio del nuovo anno, da un atteggiamento di cautela. Gli effetti della crisi economica stanno continuando a generare un senso di disorientamento e di prudenza, tali per cui si cerca di razionalizzare il budget famigliare e di rinunciare a spese superflue.
La crisi pare non essere passata e a rimetterci sono sempre le famiglie che devono stare attente a alle spese e ai loro consumi. Così, pare che rispetto al 2009 si sono persi circa 40 euro al mese a testa in termini di consumi effettivi e la crescita del Pil non è aumentata notevolmente: nel 2010, si attesterà a +0,9% (0,2 punti percentuali in meno rispetto alle ultime stime Isae e Governo) e nel 2011, crescerà appena dell'1% (contro l’1,4% stimato dall’Isae).
Per quanto riguarda la visione per il futuro, nei primi mesi del 2010 gli ottimisti sono scesi al 52,8%, contro il 56,85 di giugno 2009. In aumento i pessimisti al 34% contro il 32,7 di giugno scorso.
La crescita del Paese
In ogni caso la crescita del Pil si attesterà allo 0,9% nel 2010 e all’1% nel 2011, mentre la spesa delle famiglie italiane per i consumi registrerà nel 2010 una crescita dello 0,7% e nel 2011 dell’1,1%
Il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, Mario Bella, dichiara che la crisi è “verosimilmente alle spalle, ma proseguono le fibrillazioni lungo un sentiero di moderata crescita, aggravata dall’aumento della disoccupazione”. La fiducia è ferma e stenta la produzione industriale insieme all’export. Sul sito di Confcommercio si legge che dal lato dei consumi, non c'è tranquillità nella pianificazione degli acquisti e a fine 2011 Pil e consumi saranno ai livelli del 2000: rispetto ad un anno fa ogni italiano ha perso circa 40 euro al trimestre in termini di consumi effettivi.
Le cause e i timori
Per condurre lo studio sono state intervistate circa 1.300 famiglie: il 41,6% degli intervistati dichiara che la crescita lenta del Paese è da attribuire alla disoccupazione mentre un 39,7% attribuisce la colpa alla politica italiana troppo litigiosa. Il 27,7% invece dichiara che la lenta ripersa economica del paese è dovuta alle tasse troppo alte.
Le famiglie più a disagio
Dai dati emerge che i più ottimisti sono i giovani e le famiglie con reddito elevato; la quota di ottimisti scende invece tra chi guadagna non più di 1.000 euro al mese E’ il Sud la parte d’Italia che maggiorante soffre di questa condizione di disagio: il 23,7% delle famiglie residenti nel Meridione ha dovuto dire di no a beni essenziali e sono state proprio le famiglie che guadagnano meno di 1000 euro al mese e quelle che hanno il capofamiglia disoccupato (34% nel primo caso e 32,4% nel secondo).
Fonte:Borsaitaliana
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1 commento:
Sabato 6 Marzo a Milano ci sarà una grande manifestazione contro il razzismo, il No Razzismo Day. Una manifestazione per affermare con forza che l’unica razza esistente su questo pianeta è quella umana. I canali ufficiali di informazione non hanno dato nessuno spazio all'iniziativa, e sono quegli stessi che ogni giorno presentano gli stranieri come la causa di tutti i mali che affliggono il nostro paese. Vi chiedo di farvi portatori di questa causa diffondendo il più possibile la notizia ad amici e conoscenti.
Un sentito ringraziamento a PARTITO DEL SUD - Blog per la collaborazione.
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