martedì 30 marzo 2010
Antonio Orsolino, 12 anni e Antonio Colucci di 12 e 16 anni, fucilati per Brigantaggio.
Di Antonio Ciano
Ernesto Galli della Loggia ha letto il libro "Cuore", la piccola vedetta Lombarda, dagli Appennini alle Ande, ma non è mai stato in un archivio a scrutare queste cose orrende che vi proponiamo qui di seguito.La storia di Antonio Colucci l'ho ripresa dal libro di Michele Topa "I briganti di Sua maestà", e quella di Antonio Orsolino è stata ripresa dall' Archivio Centrale dello Stato, Roma, Tribunale Militare di Guerra di Caserta, Cartella N° 37, dal sottoscritto. Siccome ha letto i nostri libri, ora gli consigliamo di leggere "Terroni" di Pino Aprile.
Antonio Colucci, 16 anni
A Baiano, il 12 marzo del 1862, fu fucilato Antonio Colucci, un contadinello di 16 anni. Il ragazzo, per evitare uno scontro sul suo terreno coltivato, avvertì i patrioti dell’arrivo della truppa piemontese. Preso e interrogato dai savoiardi raccontò la sua verità. Lo condussero davanti ad un tribunale di guerra che gli inflisse la pena capitale. Otto militi della guardia nazionale furono prescelti per l’esecuzione, fra di essi vi era anche il compare del ragazzo. I colpi dei militi sbagliarono il bersaglio, pensiamo volutamente, non colpirono il contadinello in erba; allora quattro soldati piemontesi, afferrato il ragazzo, senza pietà lo stesero a terra. Il padre del ragazzo, impazzito, fu tradotto in carcere. (Michele Topa, I briganti di Sua Maestà, Editrice Fratelli Fiorentino di Fausto Fiorentino, Napoli.)
Orsolino Antonio, 12 anni, fucilato
Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa, dov’è la vittoria, le porga la chioma, che schiava della Padania Iddio non la creò, stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte...
Su! Meridionali! Cantate a squarciagola l’inno nazionale padano; carabinieri, finanzieri, guardie di pubblica sicurezza, calciatori azzurri, su, cantiamolo forte, è l’inno di Mameli!
Quale sentimento provarono i soldati del plotone di esecuzione che fucilarono Antonio Orsolino nato a Casalnuovo Monterotaro di Foggia, pastore ancora in erba, di anni 12 ( dodici), domiciliato a Casalvecchio?
Fu preso sulle montagne tra Arienzo e Santa Maria a Vico il primo settembre del 1863 e giudicato dal tribunale di guerra di Caserta il 2 marzo del 1864 per il reato di brigantaggio secondo gli articoli 596 § 1 e 247 § 1 del Codice Militare.( Archivio Centrale dello Stato, Roma, Tribunale Militare di Guerra di Caserta, Cartella N° 37)
Il ragazzino andò fiero davanti al plotone di esecuzione, certo di imitare i suoi eroi, certo di aver difeso le sue pecore dalle ruberie piemontesi, certo di giocare a briganti e ladri, come si usava nel meridione. Aveva dodici anni! Agli ufficiali che condannarono il ragazzino un giorno dedicheremo una stele, un monumento di marmo bianco con la scritta “ Comandati dai Savoia a fucilare donne e bambini, siamo stati assassini e non soldati” .
Tratto dal libro" Le stragi e gli eccidi dei Savoia" di Antonio Ciano
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Di Antonio Ciano
Ernesto Galli della Loggia ha letto il libro "Cuore", la piccola vedetta Lombarda, dagli Appennini alle Ande, ma non è mai stato in un archivio a scrutare queste cose orrende che vi proponiamo qui di seguito.La storia di Antonio Colucci l'ho ripresa dal libro di Michele Topa "I briganti di Sua maestà", e quella di Antonio Orsolino è stata ripresa dall' Archivio Centrale dello Stato, Roma, Tribunale Militare di Guerra di Caserta, Cartella N° 37, dal sottoscritto. Siccome ha letto i nostri libri, ora gli consigliamo di leggere "Terroni" di Pino Aprile.
Antonio Colucci, 16 anni
A Baiano, il 12 marzo del 1862, fu fucilato Antonio Colucci, un contadinello di 16 anni. Il ragazzo, per evitare uno scontro sul suo terreno coltivato, avvertì i patrioti dell’arrivo della truppa piemontese. Preso e interrogato dai savoiardi raccontò la sua verità. Lo condussero davanti ad un tribunale di guerra che gli inflisse la pena capitale. Otto militi della guardia nazionale furono prescelti per l’esecuzione, fra di essi vi era anche il compare del ragazzo. I colpi dei militi sbagliarono il bersaglio, pensiamo volutamente, non colpirono il contadinello in erba; allora quattro soldati piemontesi, afferrato il ragazzo, senza pietà lo stesero a terra. Il padre del ragazzo, impazzito, fu tradotto in carcere. (Michele Topa, I briganti di Sua Maestà, Editrice Fratelli Fiorentino di Fausto Fiorentino, Napoli.)
Orsolino Antonio, 12 anni, fucilato
Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa, dov’è la vittoria, le porga la chioma, che schiava della Padania Iddio non la creò, stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte...
Su! Meridionali! Cantate a squarciagola l’inno nazionale padano; carabinieri, finanzieri, guardie di pubblica sicurezza, calciatori azzurri, su, cantiamolo forte, è l’inno di Mameli!
Quale sentimento provarono i soldati del plotone di esecuzione che fucilarono Antonio Orsolino nato a Casalnuovo Monterotaro di Foggia, pastore ancora in erba, di anni 12 ( dodici), domiciliato a Casalvecchio?
Fu preso sulle montagne tra Arienzo e Santa Maria a Vico il primo settembre del 1863 e giudicato dal tribunale di guerra di Caserta il 2 marzo del 1864 per il reato di brigantaggio secondo gli articoli 596 § 1 e 247 § 1 del Codice Militare.( Archivio Centrale dello Stato, Roma, Tribunale Militare di Guerra di Caserta, Cartella N° 37)
Il ragazzino andò fiero davanti al plotone di esecuzione, certo di imitare i suoi eroi, certo di aver difeso le sue pecore dalle ruberie piemontesi, certo di giocare a briganti e ladri, come si usava nel meridione. Aveva dodici anni! Agli ufficiali che condannarono il ragazzino un giorno dedicheremo una stele, un monumento di marmo bianco con la scritta “ Comandati dai Savoia a fucilare donne e bambini, siamo stati assassini e non soldati” .
Tratto dal libro" Le stragi e gli eccidi dei Savoia" di Antonio Ciano
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