sabato 27 febbraio 2010
Rifiuti in Campania - Vietato protestare. Per decreto
Giulio Finotti (Terra Campania)
26/02/2010
IL CASO. Il dl che sancisce l’impossibilità di opporsi alle azioni del commissario per i Rifiuti scade. Che farà il governo?
Sta per scadere il conto alla rovescia per la conversione del decreto legge n. 195 del 30 dicembre 2009 che, assieme alla fine ufficiale dell’emergenza rifiuti, sancisce anche l’impossibilità per i cittadini di opporsi di fronte alla legge alle azioni del Commissariato di governo. I 60 giorni che la legge stabilisce come limite massimo per la conversione dei decreti in legge scadono infatti il primo marzo, ed ora i comitati temono che in questi giorni il parlamento approvi la norma che sospende tutte le pendenze giudiziarie contro il Commissariato fino al 2011. L’allarme arriva dal versante sud-orientale del Vesuvio, dove negli ultimi anni la terra è tornata a scottare non per la lava, ma per la riapertura delle discariche. Quello che preoccupa maggiormente i cittadini dei paesi vesuviani della zona, come Boscotrecase o Boscoreale, che ultimamente hanno inscenato una protesta in occasione della visita del ministro Mara Carfagna, è l’apertura di una seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio.
La discarica, di circa 3 milioni e mezzo di metri cubi dovrebbe contenere, secondo gli allarmi dell’ex presidente dell’ente Parco, Maurizio Fraissinet, anche rifiuti tossici e pericolosi, «comprese le polveri dell’inceneritore di Acerra». L’avvocato Francesco Sorrentino, che ha ricevuto mandato da parte di Legambiente Campania Onlus, per opporsi all’apertura della seconda discarica nel Parco del Vesuvio (nella cava Vitiel lo) ha spiegato quali sarebbero le conseguenze della conversione in legge del decreto di dicembre: «In primis la sospensione di tutte le cause contro il Commissariato per l’emergenza rifiuti, mentre non potrebbero essere intentate nuove cause. Il Tar del Lazio si è già espresso sull’intenzione di accogliere l’istanza di legittimità costituzionale di questa legge, che dovrà quindi poi essere esaminata dalla Corte Costituzionale».
Quelli di cui si parla sono procedimenti non penali, ma controversie di natura civilistica e amministrativa contro il Commissariato. In caso di conversione del decreto quindi, sarebbe sospeso il procedimento contro il piano di viabilità della discarica Sari 1 (chiusa nel 1994 e riaperta nel 2008, ndr), mentre non potrebbe essere intentata alcuna causa contro la decisione della conferenza dei servizi in merito alla cava Vitiello. Secondo i legali di Legambiente inoltre sarebbero state violate anche le direttive europee di riferimento (la Direttiva Uccelli e la Direttiva Habitat, ndr), che vietano la modifica delle zone a protezione speciale a meno di previa autorizzazione dei vari organi competenti. Proprio a proposito dell’impatto che l’apertura di una seconda discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio avrebbe sull’habitat della zona, s’è espresso con durezza l’ex presidente dell’ente, Maurizio Fraissinet, secondo il quale alcune specie di uccelli, già a rischio, si estinguerebbero. «Abbiamo prodotto una serie di contro-deduzioni alla ridicola valutazione di incidenza che hanno fatto alcuni studiosi legati all’università Sapienza di Roma.
Gli autori di questa valutazione, che per altro hanno ammesso di aver avuto poco tempo per lavorare alla loro pubblicazione, stranamente non hanno tenuto conto del “Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti nel Parco Nazionale del Vesuvio”, un lavoro che il Parco ha pubblicato nel 2008. Una ricerca durata 11 anni, che dimostra come gli uccelli del Parco Nazionale utilizzino la cava Vitiello per alimentarsi, viste le caratteristiche del suo habitat pur non nidificando nella stessa cava. Secondo la relazione di incidenza invece non vi sarebbero uccelli, visto che non nidificano lì e si aggiunge inoltre che una volta aperta la discarica non ci sarebbe la presenza di gabbiani». «Che io sappia - ha aggiunto Fraissinet - non esistono discariche sul pianeta, in cui non ci siano gabbiani». Nubi di preoccupazioni si addensano attorno ad uno dei vulcani più noti al mondo, mentre i lavori per allestire la seconda discarica nel Parco Nazionale sono cominciati da alcuni giorni.
Fonte:Terranews
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Giulio Finotti (Terra Campania)
26/02/2010
IL CASO. Il dl che sancisce l’impossibilità di opporsi alle azioni del commissario per i Rifiuti scade. Che farà il governo?
Sta per scadere il conto alla rovescia per la conversione del decreto legge n. 195 del 30 dicembre 2009 che, assieme alla fine ufficiale dell’emergenza rifiuti, sancisce anche l’impossibilità per i cittadini di opporsi di fronte alla legge alle azioni del Commissariato di governo. I 60 giorni che la legge stabilisce come limite massimo per la conversione dei decreti in legge scadono infatti il primo marzo, ed ora i comitati temono che in questi giorni il parlamento approvi la norma che sospende tutte le pendenze giudiziarie contro il Commissariato fino al 2011. L’allarme arriva dal versante sud-orientale del Vesuvio, dove negli ultimi anni la terra è tornata a scottare non per la lava, ma per la riapertura delle discariche. Quello che preoccupa maggiormente i cittadini dei paesi vesuviani della zona, come Boscotrecase o Boscoreale, che ultimamente hanno inscenato una protesta in occasione della visita del ministro Mara Carfagna, è l’apertura di una seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio.
La discarica, di circa 3 milioni e mezzo di metri cubi dovrebbe contenere, secondo gli allarmi dell’ex presidente dell’ente Parco, Maurizio Fraissinet, anche rifiuti tossici e pericolosi, «comprese le polveri dell’inceneritore di Acerra». L’avvocato Francesco Sorrentino, che ha ricevuto mandato da parte di Legambiente Campania Onlus, per opporsi all’apertura della seconda discarica nel Parco del Vesuvio (nella cava Vitiel lo) ha spiegato quali sarebbero le conseguenze della conversione in legge del decreto di dicembre: «In primis la sospensione di tutte le cause contro il Commissariato per l’emergenza rifiuti, mentre non potrebbero essere intentate nuove cause. Il Tar del Lazio si è già espresso sull’intenzione di accogliere l’istanza di legittimità costituzionale di questa legge, che dovrà quindi poi essere esaminata dalla Corte Costituzionale».
Quelli di cui si parla sono procedimenti non penali, ma controversie di natura civilistica e amministrativa contro il Commissariato. In caso di conversione del decreto quindi, sarebbe sospeso il procedimento contro il piano di viabilità della discarica Sari 1 (chiusa nel 1994 e riaperta nel 2008, ndr), mentre non potrebbe essere intentata alcuna causa contro la decisione della conferenza dei servizi in merito alla cava Vitiello. Secondo i legali di Legambiente inoltre sarebbero state violate anche le direttive europee di riferimento (la Direttiva Uccelli e la Direttiva Habitat, ndr), che vietano la modifica delle zone a protezione speciale a meno di previa autorizzazione dei vari organi competenti. Proprio a proposito dell’impatto che l’apertura di una seconda discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio avrebbe sull’habitat della zona, s’è espresso con durezza l’ex presidente dell’ente, Maurizio Fraissinet, secondo il quale alcune specie di uccelli, già a rischio, si estinguerebbero. «Abbiamo prodotto una serie di contro-deduzioni alla ridicola valutazione di incidenza che hanno fatto alcuni studiosi legati all’università Sapienza di Roma.
Gli autori di questa valutazione, che per altro hanno ammesso di aver avuto poco tempo per lavorare alla loro pubblicazione, stranamente non hanno tenuto conto del “Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti nel Parco Nazionale del Vesuvio”, un lavoro che il Parco ha pubblicato nel 2008. Una ricerca durata 11 anni, che dimostra come gli uccelli del Parco Nazionale utilizzino la cava Vitiello per alimentarsi, viste le caratteristiche del suo habitat pur non nidificando nella stessa cava. Secondo la relazione di incidenza invece non vi sarebbero uccelli, visto che non nidificano lì e si aggiunge inoltre che una volta aperta la discarica non ci sarebbe la presenza di gabbiani». «Che io sappia - ha aggiunto Fraissinet - non esistono discariche sul pianeta, in cui non ci siano gabbiani». Nubi di preoccupazioni si addensano attorno ad uno dei vulcani più noti al mondo, mentre i lavori per allestire la seconda discarica nel Parco Nazionale sono cominciati da alcuni giorni.
Fonte:Terranews
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