domenica 21 febbraio 2010

Quella legge che condanna a morte lenta la popolazione vesuviana


Colpirà prima il Vesuvio o la monnezza imposta dal decreto rifiuti del 2008?


Una discarica da truccare, rifiuti pericolosi buttati dentro per decreto, una popolazione assediata dalla puzza e dal pericolo di un’incidenza di leucemie e tumori quattrocento volte superiore rispetto alla norma. Forse solo Saddam Hussein nei confronti della popolazione curda era arrivato a tanto. Ma qui siamo in Italia.


di Ezio Petrillo

Vige la demo-totali-crazia.

Vige il regno della verità parziale a mezzo stampa/tv.

Per chi non lo sapesse le discariche aperte per decreto a partire dal maggio 2008, a seguito del Consiglio dei Ministri tenutosi a Napoli, ingoiano praticamente di tutto. Per legge.

Al comma 2 dell’articolo 9 del decreto-rifiuti si legge: “presso le discariche è inoltre autorizzato lo smaltimento dei rifiuti contraddistinto dai seguenti codici CER:

19.01.11: ceneri pesanti e scorie contenenti sostanze pericolose;

19,01,13: ceneri leggere contenenti sostanze pericolose;

19,02,05: fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose;

19,12,11: altri rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti contenenti sostanze pericolose

Nel documento di offerta per la gestione del sito di Terzigno, siglato da Asia e Ecodeco, singolarmente, però, si legge: “si è considerato di utilizzare le scorie provenienti dall’attività del termovalorizzatore di Acerra quale materiale di copertura giornaliera. Tale intervento consente di ridurre l’impiego di materiale naturale proveniente dalla cava e garantisce il corretto smaltimento di materiale prodotto nella fase del ciclo integrato dei rifiuti con vantaggi di sostenibilità e protezione dell’ambiente”.

Una contraddizione evidente.

Le discariche in Campania, inoltre, sono situate a ridosso della popolazione residente. È il caso, in particolare, di Chiaiano e Terzigno. Siti strategici e di interesse nazionale. Per chi? Forse per quello Stato che intasca ventidue milioni di euro da Asia e Ecodeco s.r.l. per gestire la discarica di Terzigno nell’area protetta del Vesuvio. Lo Stato che dovremmo essere noi stessi.

Qualcuno che abita in quelle zone ha visto restituiti i soldi di Asia e Ecodeco, per stoccare le scorie dell’inceneritore di Acerra e altri rifiuti pericolosi? No. Il flusso di danaro è finito nelle mani giuste. Top secret.

Oltretutto nei documenti firmati dagli amministratori delegati di Asia e Ecodeco che offrivano i ventidue milioni per la gestione del sito, risulta una sconcertante verità.

“Le attività di “eventuale” bonifica del sito e della discarica, non sono previste nell’offerta riportata". Ovvero le società che oggi inquinano Terzigno, non avranno nessun obbligo di bonifica in futuro. Così furbescamente lo Stato (sempre noi stessi) quel giorno in cui deciderà di bonificare il territorio lo farà di nuovo a suon di milioni, magari facendo gestire la bonifica a chi di dovere (amici degli amici, comparielli vari).

Molti si chiederanno il motivo per il quale questi abitanti campani facinorosi ancora discutono della spazzatura. Ebbene nel silenzio dei media locali e nazionali, nonostante il decreto rifiuti firmato da Silvio Berlusconi e controfirmato da Napolitano, aveva decorrenza fino al 31 Dicembre 2009, data di fine emergenza; lo stesso Governo, scavalcando i poteri locali, ha imposto l’apertura di un nuovo sito di stoccaggio sotto al Vesuvio. La Cava Vitiello. Un sito di cinque volte superiore alla attuale discarica di Terzigno, che già avvolge gli abitanti di Boscoreale, Boscotrecase e Terzigno con i suoi olezzi tossici.

La zona vesuviana, ricordiamolo, è protetta non solo da vincoli europei, essendo patrimonio dell’UNESCO, ma è stata proposta come una delle sette meraviglie del mondo naturale, risultando essere tra le ventiquattro finaliste. A chi gestisce la cosa pubblica tutto ciò non importa. Nonostante il parere negativo della Conferenza dei Servizi, tenutasi in Prefettura a Napoli il giorno 30 Dicembre, dunque, questa discarica s’ha da fare.

La popolazione è stanca. Ha manifestato già il suo dissenso con una protesta nei confronti del Ministro Carfagna, sabato scorso, nel silenzio totale perfino dei tg regionali. Ma nella nostra demo-totali-crazia, chi si ribella viene prontamente additato come facinoroso. Con termini diversi che variano a seconda della Regione di appartenenza. I comitati No-Tav si trasformano magicamente in no-global, mentre chi resiste per difendere il proprio territorio all’ombra del Vesuvio è considerato un camorrista. Basta informarsi sul web per comprendere lo stato d’animo degli abitanti vesuviani.

Nel maggio scorso, alla vigilia dell’apertura del sito di Terzigno, Il Manifesto pubblicava l’ordinanza segreta secondo la quale le scorie del termovalorizzatore di Acerra sarebbero finite nella discarica sotto al Vesuvio: “Si tratta dell’ordinanza 48 del 3 marzo 2009 e firmata personalmente dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Una carta in cui il premier dispone appunto di accettare il piano tecnico presentato dalle due società che avranno in gestione il sito, l’Ecodeco e l’Asia, e che prevede di utilizzare le scorie provenienti da Acerra quale materiale di copertura per la discarica. Sangiovanni, un dirigente medico infettivologo all’ospedale Cotugno lancia l’allarme. “Mi occupo quotidianamente di malattie tumorali e so bene che in presenza di discariche abbiamo un’incidenza di tumori, al fegato e ai polmoni, 400 volte superiore rispetto alla norma. Figuriamoci cosa può accadere quando si viene a contatto con materiali nocivi come quelli derivanti dalla combustione di talquale così come previsto per Acerra”.

Questo stralcio inquietante potrebbe tranquillamente sommarsi alle intercettazioni di Marta Di Gennaro, braccio destro di Bertolaso, che già nel 2007 parlava del sito di Terzigno come una “discarica da truccare”. Da Repubblica del 28 Maggio 2008: “Nel giugno di un anno fa, quando si discute della discarica di Terzigno, il dirigente del commissariato, Michele Greco, parlando con Marta Di Gennaro osserva: «L’ unica cosa che bisogna far capire è che in questo momento non ha senso fare alcun trattamento dei rifiuti in Campania”.

Parlando di Terzigno Marta Di Gennaro, nel riferire a Guido Bertolaso dell’ esito di una riunione incentrata sul materiale da conferire in quel sito, spiega che «il compromesso di mettere la schifezza all’ inizio non si può fare». In un passaggio successivo della stessa conversazione, Di Gennaro rimarca che i suoi interlocutori si erano, scrive il gip, «dimostrati irremovibili» perché la legge non prevedeva a Terzigno un’ operazione di ricomposizione morfologica e non l’ attivazione di un sito di discarica. «Noi stiamo parlando di una discarica da truccare e voi ci dovete aiutare a fare quello», racconta Di Gennaro di aver detto durante la riunione. Sulla «discarica truccata» il giudice si sofferma anche quando parla del danno patrimoniale configurato dalle indagini e cita, come «ulteriori spese», quelle per «la commessa all’ Enea che avrebbe dovuto ricercare soluzioni per rendere meno "puzzolente" la frazione umida durante il trasporto nella "discarica truccata" di Terzigno».

Nemmeno questo hanno saputo fare. La discarica puzza eccome. Molti penseranno: “Eh vabbé. C’era l’emergenza. C’erano i rifiuti per strada”. Certo. Ma nelle strade i rifiuti erano domestici invece le discariche che sono a 1-2 km di distanza dai centri abitati contengono rifiuti pericolosi “per legge”.

E ai giornalisti che chiedevano a semplici cittadini in rivolta “Scusi, ma la munnezza allora dove dovrebbe andare?”, verrebbe da rispondere “Lei perché non fa il suo mestiere e lo chiede a geologi, professori universitari, esperti competenti in matiera non corrotti”?

Un parere del Servizio Geologico Nazionale del luglio 1997 dichiarava estremamente pericolosa per la salvaguardia della falda acquifera, l’ubicazione di una discarica nel sito vesuviano. Studi sulla qualità delle acque di falda effettuati dall’Arpac nel 2001, rilevano che nella zona di Terzigno l’acqua presenta valori di concentrazione di alcuni macrodescrittori decisamente lontani dai valori medi della zona. Per impermeabilizzare l’invaso la legge e la prassi impongono la realizzazione di rivestimenti costituiti da strati di argille e plastica. Un simile strato impermeabilizzante prima o poi produrrà qualche falla. Nel frattempo il percolato dei rifiuti genererà acidi particolarmente aggressivi per i metalli pesanti presenti nei rifiuti, rendendoli facilmente assimilabili dai sistemi biologici e dall’uomo. Pertanto una qualsiasi falla, permetterebbe l’improvvisa immissione in falda di un’altissima concentrazione di veleni.

Dunque, già nel ’97, il Servizio Geologico Nazionale riteneva Terzigno un invaso certamente poco idoneo a ricevere tonnellate di rifiuti.

Inoltre in prossimità delle discariche è attestata la presenza di specie biologiche pericolose per la salute umana. Batteri, parassiti, e potenziali vettori di patologie virali come ratti, gabbiani e insetti. A due anni di distanza, a seguito della lettura del decreto rifiuti, non è da pazzi pensare alla creazione ad hoc dell’emergenza a scopo di lucro. Nell’agosto del 2007, alcuni cittadini dei comuni di Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase, segnalarono alla Procura della Repubblica di Nola e Torre Annunziata un’anomalia. Nel periodo nero dell’emergenza i cumuli dei rifiuti giacenti in strada nei comuni suddetti, erano di gran lunga superiori alla monnezza visibile nei comuni adiacenti. L’accusa dei cittadini era molto precisa e consisteva nel dubbio della manipolazione dell’opinione pubblica locale al fine di ottenere un largo consenso in caso di apertura della discarica di Terzigno.

Più in generale è singolare notare come i siti di stoccaggio “legali” che sono aperti oggi, hanno ospitato in passato rifiuti “illegali”, gestiti dalla camorra.

Il potere dello Stato ha imitato il potere camorristico?

Alla luce delle indagini che riguardano la Protezione Civile spa, che aveva appalti in esclusiva pure dove l’emergenza non c’era, qualora fosse accertata questa prassi nello sviluppo del territorio, nell’organizzazione di grandi eventi, nella costruzione di strade e ponti, si potrebbe tranquillamente parlare di gestione mafiosa della cosa pubblica.

Come si fa a ribellarsi ad un apparato di potere che avvelena sito patrimonio dell’UNESCO, per decreto, con la firma del presidente Napolitano?

Questa gente che rivendica semplicemente il diritto di vivere in salute e di godere delle bellezze del proprio territorio di chi dovrebbe fidarsi?

Con quale coraggio le tv nazionali si fanno il giretto per le strade di Napoli e provincia a chiedere alle persone comuni ”Come mai non vi ribellate contro la camorra?” Forse perché uno gioca da attaccante (mafia, camorra, ‘ndrangheta), l’altro da difensore (lo Stato), ma la squadra è la stessa.

Fonte:Agoravox


http://www.youtube.com/watch?v=s8kqWEveFO0


E’ il grido di dolore di un popolo che non vuole morire in silenzio



Di Marvin


Proteste contro Ministro Carfagna, 8 denunce.

(Adnkronos) - Gli 8 manifestanti, sono stati denunciati per oltraggio al pubblico ufficiale, violenza privata aggravata, danneggiamento aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Si tratta di cittadini incensurati, sia uomini che donne, residenti a Boscoreale e a Boscotrecase. Sono stati identificati grazie alle riprese con videocamere e alle foto scattate dalla Digos. Le indagini sono state svolte oltre che dalla Digos anche dal commissariato di Torre Annunziata.

Da tempo i cittadini di Boscoreale e Boscotrecase sono in agitazione perché non vogliono l’apertura di una seconda discarica, a cava Vitiello, che ricade nel comune di Terzigno, confinante con Boscoreale e Boscotrecase. Il ministro Carfagna si era recato presso l’aula consiliare del palazzo municipale del comune di Boscoreale per tenere una manifestazione elettorale. I manifestanti hanno ritardato l’uscita del ministro protetta e poi scortata dagli agenti della Digos e del commissariato di Torre Annunziata.
... era solo il grido di dolore di un popolo che non voleva morire in silenzio.

Riflessioni
La protesta, la manifestazione, il dissenso urlato, sono tutte espressioni spontanee dell’uomo della strada, attraverso le quali, egli vuole dire alla Politica che in quel momento storico, essa non lo rappresenta più, ha fallito e per di più sta anche compiendo delle cattive azioni contro la sua persona.

Qualcuno dei politici locali, si è chiesto del perchè ci sono stati degli episodi incivili, senza sapersi dare una risposta.

A questo riguardo vorrei dirgli alcune cose.

Quando la popolazione è scesa in piazza per manifestare contro l’apertura della prima discarica, i politici erano in testa al corteo, infatti, più che una manifestazione di protesta, sembrava una processione, solo qualche slogan sempre dei soliti, additati come "facinorosi", e anche in quell’occcasione gli stessi politici dicevano di non capire l’atteggiamento ostile.

Ora io mi chiedo, se uno che abita sopra di te, ogni giorno scuote il suo tappeto sui tuoi panni stesi, e tu non gli dici nulla, ti comporti come una pecora, gli fai capire che lo potrà fare sempre.

Se poi un giorno lo stesso vicino del piano di sopra approfittando della tua porta aperta, entra in casa, tu, se ragionassi come un Politico, dovresti anche offrirgli un caffè o un fascio di rose, dovresti cioè continuare a fare la pecora.

Se questo è il comportamento che viene indicato ai cittadini, allora non capisco perchè ci si è scandalizzati, quando le parti si sono invertite.

Se il cittadino subisce deve stare zitto, se invece subisce il Politico, egli vuole parlare e la vuole far pagare, semmai approfittando del potere che lo stesso cittadino gli ha concesso attraverso il voto.

Penso che sia ora di svegliarsi, e se non si è capaci di capire che si stanno commettendo delle gravi ingiustizie e delle gravi sopraffazioni, se cioè non si sanno interpretare i gravi disagi che si stanno procurando ai propri concittadini, allora è meglio andarsene sopra un’isola deserta, a meno che non si voglia fare repressione ad oltranza.

Fonte:Agoravox
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Colpirà prima il Vesuvio o la monnezza imposta dal decreto rifiuti del 2008?


Una discarica da truccare, rifiuti pericolosi buttati dentro per decreto, una popolazione assediata dalla puzza e dal pericolo di un’incidenza di leucemie e tumori quattrocento volte superiore rispetto alla norma. Forse solo Saddam Hussein nei confronti della popolazione curda era arrivato a tanto. Ma qui siamo in Italia.


di Ezio Petrillo

Vige la demo-totali-crazia.

Vige il regno della verità parziale a mezzo stampa/tv.

Per chi non lo sapesse le discariche aperte per decreto a partire dal maggio 2008, a seguito del Consiglio dei Ministri tenutosi a Napoli, ingoiano praticamente di tutto. Per legge.

Al comma 2 dell’articolo 9 del decreto-rifiuti si legge: “presso le discariche è inoltre autorizzato lo smaltimento dei rifiuti contraddistinto dai seguenti codici CER:

19.01.11: ceneri pesanti e scorie contenenti sostanze pericolose;

19,01,13: ceneri leggere contenenti sostanze pericolose;

19,02,05: fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose;

19,12,11: altri rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti contenenti sostanze pericolose

Nel documento di offerta per la gestione del sito di Terzigno, siglato da Asia e Ecodeco, singolarmente, però, si legge: “si è considerato di utilizzare le scorie provenienti dall’attività del termovalorizzatore di Acerra quale materiale di copertura giornaliera. Tale intervento consente di ridurre l’impiego di materiale naturale proveniente dalla cava e garantisce il corretto smaltimento di materiale prodotto nella fase del ciclo integrato dei rifiuti con vantaggi di sostenibilità e protezione dell’ambiente”.

Una contraddizione evidente.

Le discariche in Campania, inoltre, sono situate a ridosso della popolazione residente. È il caso, in particolare, di Chiaiano e Terzigno. Siti strategici e di interesse nazionale. Per chi? Forse per quello Stato che intasca ventidue milioni di euro da Asia e Ecodeco s.r.l. per gestire la discarica di Terzigno nell’area protetta del Vesuvio. Lo Stato che dovremmo essere noi stessi.

Qualcuno che abita in quelle zone ha visto restituiti i soldi di Asia e Ecodeco, per stoccare le scorie dell’inceneritore di Acerra e altri rifiuti pericolosi? No. Il flusso di danaro è finito nelle mani giuste. Top secret.

Oltretutto nei documenti firmati dagli amministratori delegati di Asia e Ecodeco che offrivano i ventidue milioni per la gestione del sito, risulta una sconcertante verità.

“Le attività di “eventuale” bonifica del sito e della discarica, non sono previste nell’offerta riportata". Ovvero le società che oggi inquinano Terzigno, non avranno nessun obbligo di bonifica in futuro. Così furbescamente lo Stato (sempre noi stessi) quel giorno in cui deciderà di bonificare il territorio lo farà di nuovo a suon di milioni, magari facendo gestire la bonifica a chi di dovere (amici degli amici, comparielli vari).

Molti si chiederanno il motivo per il quale questi abitanti campani facinorosi ancora discutono della spazzatura. Ebbene nel silenzio dei media locali e nazionali, nonostante il decreto rifiuti firmato da Silvio Berlusconi e controfirmato da Napolitano, aveva decorrenza fino al 31 Dicembre 2009, data di fine emergenza; lo stesso Governo, scavalcando i poteri locali, ha imposto l’apertura di un nuovo sito di stoccaggio sotto al Vesuvio. La Cava Vitiello. Un sito di cinque volte superiore alla attuale discarica di Terzigno, che già avvolge gli abitanti di Boscoreale, Boscotrecase e Terzigno con i suoi olezzi tossici.

La zona vesuviana, ricordiamolo, è protetta non solo da vincoli europei, essendo patrimonio dell’UNESCO, ma è stata proposta come una delle sette meraviglie del mondo naturale, risultando essere tra le ventiquattro finaliste. A chi gestisce la cosa pubblica tutto ciò non importa. Nonostante il parere negativo della Conferenza dei Servizi, tenutasi in Prefettura a Napoli il giorno 30 Dicembre, dunque, questa discarica s’ha da fare.

La popolazione è stanca. Ha manifestato già il suo dissenso con una protesta nei confronti del Ministro Carfagna, sabato scorso, nel silenzio totale perfino dei tg regionali. Ma nella nostra demo-totali-crazia, chi si ribella viene prontamente additato come facinoroso. Con termini diversi che variano a seconda della Regione di appartenenza. I comitati No-Tav si trasformano magicamente in no-global, mentre chi resiste per difendere il proprio territorio all’ombra del Vesuvio è considerato un camorrista. Basta informarsi sul web per comprendere lo stato d’animo degli abitanti vesuviani.

Nel maggio scorso, alla vigilia dell’apertura del sito di Terzigno, Il Manifesto pubblicava l’ordinanza segreta secondo la quale le scorie del termovalorizzatore di Acerra sarebbero finite nella discarica sotto al Vesuvio: “Si tratta dell’ordinanza 48 del 3 marzo 2009 e firmata personalmente dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Una carta in cui il premier dispone appunto di accettare il piano tecnico presentato dalle due società che avranno in gestione il sito, l’Ecodeco e l’Asia, e che prevede di utilizzare le scorie provenienti da Acerra quale materiale di copertura per la discarica. Sangiovanni, un dirigente medico infettivologo all’ospedale Cotugno lancia l’allarme. “Mi occupo quotidianamente di malattie tumorali e so bene che in presenza di discariche abbiamo un’incidenza di tumori, al fegato e ai polmoni, 400 volte superiore rispetto alla norma. Figuriamoci cosa può accadere quando si viene a contatto con materiali nocivi come quelli derivanti dalla combustione di talquale così come previsto per Acerra”.

Questo stralcio inquietante potrebbe tranquillamente sommarsi alle intercettazioni di Marta Di Gennaro, braccio destro di Bertolaso, che già nel 2007 parlava del sito di Terzigno come una “discarica da truccare”. Da Repubblica del 28 Maggio 2008: “Nel giugno di un anno fa, quando si discute della discarica di Terzigno, il dirigente del commissariato, Michele Greco, parlando con Marta Di Gennaro osserva: «L’ unica cosa che bisogna far capire è che in questo momento non ha senso fare alcun trattamento dei rifiuti in Campania”.

Parlando di Terzigno Marta Di Gennaro, nel riferire a Guido Bertolaso dell’ esito di una riunione incentrata sul materiale da conferire in quel sito, spiega che «il compromesso di mettere la schifezza all’ inizio non si può fare». In un passaggio successivo della stessa conversazione, Di Gennaro rimarca che i suoi interlocutori si erano, scrive il gip, «dimostrati irremovibili» perché la legge non prevedeva a Terzigno un’ operazione di ricomposizione morfologica e non l’ attivazione di un sito di discarica. «Noi stiamo parlando di una discarica da truccare e voi ci dovete aiutare a fare quello», racconta Di Gennaro di aver detto durante la riunione. Sulla «discarica truccata» il giudice si sofferma anche quando parla del danno patrimoniale configurato dalle indagini e cita, come «ulteriori spese», quelle per «la commessa all’ Enea che avrebbe dovuto ricercare soluzioni per rendere meno "puzzolente" la frazione umida durante il trasporto nella "discarica truccata" di Terzigno».

Nemmeno questo hanno saputo fare. La discarica puzza eccome. Molti penseranno: “Eh vabbé. C’era l’emergenza. C’erano i rifiuti per strada”. Certo. Ma nelle strade i rifiuti erano domestici invece le discariche che sono a 1-2 km di distanza dai centri abitati contengono rifiuti pericolosi “per legge”.

E ai giornalisti che chiedevano a semplici cittadini in rivolta “Scusi, ma la munnezza allora dove dovrebbe andare?”, verrebbe da rispondere “Lei perché non fa il suo mestiere e lo chiede a geologi, professori universitari, esperti competenti in matiera non corrotti”?

Un parere del Servizio Geologico Nazionale del luglio 1997 dichiarava estremamente pericolosa per la salvaguardia della falda acquifera, l’ubicazione di una discarica nel sito vesuviano. Studi sulla qualità delle acque di falda effettuati dall’Arpac nel 2001, rilevano che nella zona di Terzigno l’acqua presenta valori di concentrazione di alcuni macrodescrittori decisamente lontani dai valori medi della zona. Per impermeabilizzare l’invaso la legge e la prassi impongono la realizzazione di rivestimenti costituiti da strati di argille e plastica. Un simile strato impermeabilizzante prima o poi produrrà qualche falla. Nel frattempo il percolato dei rifiuti genererà acidi particolarmente aggressivi per i metalli pesanti presenti nei rifiuti, rendendoli facilmente assimilabili dai sistemi biologici e dall’uomo. Pertanto una qualsiasi falla, permetterebbe l’improvvisa immissione in falda di un’altissima concentrazione di veleni.

Dunque, già nel ’97, il Servizio Geologico Nazionale riteneva Terzigno un invaso certamente poco idoneo a ricevere tonnellate di rifiuti.

Inoltre in prossimità delle discariche è attestata la presenza di specie biologiche pericolose per la salute umana. Batteri, parassiti, e potenziali vettori di patologie virali come ratti, gabbiani e insetti. A due anni di distanza, a seguito della lettura del decreto rifiuti, non è da pazzi pensare alla creazione ad hoc dell’emergenza a scopo di lucro. Nell’agosto del 2007, alcuni cittadini dei comuni di Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase, segnalarono alla Procura della Repubblica di Nola e Torre Annunziata un’anomalia. Nel periodo nero dell’emergenza i cumuli dei rifiuti giacenti in strada nei comuni suddetti, erano di gran lunga superiori alla monnezza visibile nei comuni adiacenti. L’accusa dei cittadini era molto precisa e consisteva nel dubbio della manipolazione dell’opinione pubblica locale al fine di ottenere un largo consenso in caso di apertura della discarica di Terzigno.

Più in generale è singolare notare come i siti di stoccaggio “legali” che sono aperti oggi, hanno ospitato in passato rifiuti “illegali”, gestiti dalla camorra.

Il potere dello Stato ha imitato il potere camorristico?

Alla luce delle indagini che riguardano la Protezione Civile spa, che aveva appalti in esclusiva pure dove l’emergenza non c’era, qualora fosse accertata questa prassi nello sviluppo del territorio, nell’organizzazione di grandi eventi, nella costruzione di strade e ponti, si potrebbe tranquillamente parlare di gestione mafiosa della cosa pubblica.

Come si fa a ribellarsi ad un apparato di potere che avvelena sito patrimonio dell’UNESCO, per decreto, con la firma del presidente Napolitano?

Questa gente che rivendica semplicemente il diritto di vivere in salute e di godere delle bellezze del proprio territorio di chi dovrebbe fidarsi?

Con quale coraggio le tv nazionali si fanno il giretto per le strade di Napoli e provincia a chiedere alle persone comuni ”Come mai non vi ribellate contro la camorra?” Forse perché uno gioca da attaccante (mafia, camorra, ‘ndrangheta), l’altro da difensore (lo Stato), ma la squadra è la stessa.

Fonte:Agoravox


http://www.youtube.com/watch?v=s8kqWEveFO0


E’ il grido di dolore di un popolo che non vuole morire in silenzio



Di Marvin


Proteste contro Ministro Carfagna, 8 denunce.

(Adnkronos) - Gli 8 manifestanti, sono stati denunciati per oltraggio al pubblico ufficiale, violenza privata aggravata, danneggiamento aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Si tratta di cittadini incensurati, sia uomini che donne, residenti a Boscoreale e a Boscotrecase. Sono stati identificati grazie alle riprese con videocamere e alle foto scattate dalla Digos. Le indagini sono state svolte oltre che dalla Digos anche dal commissariato di Torre Annunziata.

Da tempo i cittadini di Boscoreale e Boscotrecase sono in agitazione perché non vogliono l’apertura di una seconda discarica, a cava Vitiello, che ricade nel comune di Terzigno, confinante con Boscoreale e Boscotrecase. Il ministro Carfagna si era recato presso l’aula consiliare del palazzo municipale del comune di Boscoreale per tenere una manifestazione elettorale. I manifestanti hanno ritardato l’uscita del ministro protetta e poi scortata dagli agenti della Digos e del commissariato di Torre Annunziata.
... era solo il grido di dolore di un popolo che non voleva morire in silenzio.

Riflessioni
La protesta, la manifestazione, il dissenso urlato, sono tutte espressioni spontanee dell’uomo della strada, attraverso le quali, egli vuole dire alla Politica che in quel momento storico, essa non lo rappresenta più, ha fallito e per di più sta anche compiendo delle cattive azioni contro la sua persona.

Qualcuno dei politici locali, si è chiesto del perchè ci sono stati degli episodi incivili, senza sapersi dare una risposta.

A questo riguardo vorrei dirgli alcune cose.

Quando la popolazione è scesa in piazza per manifestare contro l’apertura della prima discarica, i politici erano in testa al corteo, infatti, più che una manifestazione di protesta, sembrava una processione, solo qualche slogan sempre dei soliti, additati come "facinorosi", e anche in quell’occcasione gli stessi politici dicevano di non capire l’atteggiamento ostile.

Ora io mi chiedo, se uno che abita sopra di te, ogni giorno scuote il suo tappeto sui tuoi panni stesi, e tu non gli dici nulla, ti comporti come una pecora, gli fai capire che lo potrà fare sempre.

Se poi un giorno lo stesso vicino del piano di sopra approfittando della tua porta aperta, entra in casa, tu, se ragionassi come un Politico, dovresti anche offrirgli un caffè o un fascio di rose, dovresti cioè continuare a fare la pecora.

Se questo è il comportamento che viene indicato ai cittadini, allora non capisco perchè ci si è scandalizzati, quando le parti si sono invertite.

Se il cittadino subisce deve stare zitto, se invece subisce il Politico, egli vuole parlare e la vuole far pagare, semmai approfittando del potere che lo stesso cittadino gli ha concesso attraverso il voto.

Penso che sia ora di svegliarsi, e se non si è capaci di capire che si stanno commettendo delle gravi ingiustizie e delle gravi sopraffazioni, se cioè non si sanno interpretare i gravi disagi che si stanno procurando ai propri concittadini, allora è meglio andarsene sopra un’isola deserta, a meno che non si voglia fare repressione ad oltranza.

Fonte:Agoravox
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

sono un dei facinorosi,abito a Terzigno e ho lottato contro l'aperura della discarica da quando il governo Prodi con il consenso di tutto il centro-sinistra e finanche i verdi, emano' il decreto legge n.61, il 11 maggio 2007, che prevedeva la riapertura della discarica di Terzigno ex Sari.E'vergognoso che anche il centro-destra con il governo Berlusconi ha continuato sulla stessa stregua forse pure peggiorando.
Questo dimostra come l'attuale sistema partitocratico si preoccupa della salute delle comunita', ma mi fa ancora piu rabbia vedere solo oggi scendere in piazza personaggi del centro-sinistra,siamo stati sempre soli a lottare contro l'apertura della discarica.
CHE VERGOGNA......
I CAMPANI E PRINCIPALMENTE LA POPOLAZIONE VESUVIANA DEVE RICORDARE CHE E' STATA CONDANNATA DAL GOVERNO PRODI E TUTTI I SUOI AFFILIATI, E DAL GOVERNO BERLUSCONI CHE HA RICONFERMATO ED AVALLATO LA STRATEGIA DI BERTOLASO PER LA SOLUZIONE DELL'EMERGENZA RIFIUTI IN CAMPANIA.


pietro avino

NON MI ARRENDO ha detto...

Infatti è da tempo che noi diciamo che dx e sx (e centro..) sono solo indicazioni stradali....

 
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