L'Unione Europea registra il marchio
PIZZA NAPOLETANA STG.Alla stesura ed approvazione risulta fondamentale l'apporto del dott. Emiddio De Franciscis di Casanova , a cui vanno i nostri complimenti , responsabile dei rapporti con le Istituzioni e della Comunicazione della nostra Sez. di Napoli del PARTITO DEL SUD!
Con l’approvazione del piano di controllo “tipo” e l’autorizzazione del primo organismo di controllo autorizzato alla certificazione della Pizza Napoletana STG, l’Is.Me.Cert. di Napoli, avvenuti venerdì scorso a Roma, diventa operativo a tempo di record il marchio Pizza napoletana STG (specialità tradizionale garantita), registrato dalla Unione Europea nei giorni scorsi. Alla riunione del Gruppo di Valutazione, svoltasi a Roma presso l’Istituto Controllo Qualità (ICQ) del Ministero delle Politiche Agricole, ha partecipato anche il dott. Emiddio de Franciscis di Casanova, che in qualità di funzionario della Regione Campania ha collaborato all’ottenimento del marchio STG, seguendo tutto il lungo iter amministrativo. La registrazione, ai sensi del regolamento CE 509/06, della Pizza Napoletana STG da parte della Unione Europea ha premiato il lavoro delle Istituzioni che hanno supportato tecnicamente ed amministrativamente la richiesta; e la tenacia dei promotori: l’Ass. Pizzaioli Napoletani, guidata da Sergio Miccù, e dell’Ass. Verace Pizza Napoletana, presieduta da Antonio Pace, che finalmente vedono raggiunto il loro traguardo: il marchio Stg a tutela della qualità di un prodotto simbolo della tradizione napoletana troppo spesso e da troppo tempo oggetto di pessime imitazioni che niente hanno in comune con la vera ed unica Pizza Napoletana”. Gli elementi che definiscono la specificità della Pizza Napoletana Stg, riferita alle farciture “marinara” e “margherita” (sia con mozzarella di bufala che con fiordilatte), sono direttamente riconducibili ai tempi ed alle modalità delle operazioni di preparazione della pizza, nonché all’abilità e all’esperienza del pizzaiolo, figura centrale della tecnica napoletana. Il forno a legna è, ad esempio, un elemento di primaria importanza per la cottura e la qualità della Pizza Napoletana STG, e sono proprio le sue caratteristiche tecniche, insieme alla tipologia e qualità dei prodotti utilizzati nella farcitura, che intervengono in modo assoluto nel determinare la qualità della classica Pizza Napoletana.
La comparsa della “Pizza Napoletana” può essere fatta risalire ad un periodo storico che si colloca tra il 1715 ed il 1725. L’Oritano Vincenzo Corrado, Cuoco generale del Principe Emanuele di Francavilla, in un trattato sui cibi più comunemente utilizzati a Napoli, dichiara che il pomodoro viene impiegato per condire la pizza e i maccheroni, accomunando due prodotti che hanno fatto nel tempo la fortuna di Napoli e la sua collocazione nella storia della cucina. Da ciò si riconduce la comparsa ufficiale della “pizza napoletana”, un disco di pasta condito con il pomodoro. Numerosi sono i documenti storici che attestano che la pizza è una delle specialità culinarie di Napoli, e lo scrittore Franco Salerno afferma che tale prodotto è una delle più grandi invenzioni della cucina napoletana.Gli stessi Dizionari della Lingua italiana e l’Enciclopedia Treccani parlano specificatamente di pizza napoletana. E il termine pizza napoletana viene citato addirittura in numerosi testi letterari. Le prime pizzerie, senza dubbio, sono nate a Napoli e fino a metà del ‘900 il prodotto era un’esclusiva di Napoli e delle Pizzerie. Fin dal 1700 erano attive nella città diverse botteghe, denominate “pizzerie”, la cui fama era arrivata sino al re di Napoli, Ferdinando di Borbone, che per provare questo piatto tipico della tradizione napoletana, violò l’etichetta di corte entrando in una tra le più rinomate pizzerie. Da quel momento la “pizzeria” si trasformò in un locale alla moda, luogo deputato alla esclusiva preparazione della “pizza”.
Fonte:Partito del Sud Napoli
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Riportiamo in particolare uno degli articoli :
Art. 4
Carattere tradizionale
Art. 4
Carattere tradizionale
La comparsa della “Pizza Napoletana” può essere fatta risalire ad un periodo storico che si colloca tra il 1715 ed il 1725. L’Oritano Vincenzo Corrado, Cuoco generale del Principe Emanuele di Francavilla, in un trattato sui cibi più comunemente utilizzati a Napoli, dichiara che il pomodoro viene impiegato per condire la pizza e i maccheroni, accomunando due prodotti che hanno fatto nel tempo la fortuna di Napoli e la sua collocazione nella storia della cucina. Da ciò si riconduce la comparsa ufficiale della “pizza napoletana”, un disco di pasta condito con il pomodoro. Numerosi sono i documenti storici che attestano che la pizza è una delle specialità culinarie di Napoli, e lo scrittore Franco Salerno afferma che tale prodotto è una delle più grandi invenzioni della cucina napoletana.Gli stessi Dizionari della Lingua italiana e l’Enciclopedia Treccani parlano specificatamente di pizza napoletana. E il termine pizza napoletana viene citato addirittura in numerosi testi letterari. Le prime pizzerie, senza dubbio, sono nate a Napoli e fino a metà del ‘900 il prodotto era un’esclusiva di Napoli e delle Pizzerie. Fin dal 1700 erano attive nella città diverse botteghe, denominate “pizzerie”, la cui fama era arrivata sino al re di Napoli, Ferdinando di Borbone, che per provare questo piatto tipico della tradizione napoletana, violò l’etichetta di corte entrando in una tra le più rinomate pizzerie. Da quel momento la “pizzeria” si trasformò in un locale alla moda, luogo deputato alla esclusiva preparazione della “pizza”.
Fonte:Partito del Sud Napoli
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