P.i.g.s. , Portogallo, Italia, Grecia, Spagna.
O meglio ancora P.i.i.g.s.; Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna. Paesi maiali. E' l'acronimo coniato dai sudditi di sua maestà britannica. I paesi "poveri", gli "anelli deboli dell'Europa". I cittadini inglesi , con il loro aplomb, lo smisurato senso di superiorità, la tipica crudeltà anglosassone, danno i loro giudizi. Severi, nei confronti dei paesi del sud Europa. Bacchettoni.
Certo, la pesante situazione politico finanziaria della Grecia, le difficoltà del Portogallo, la crisi immobiliare della Spagna non inducono a grandi ottimismi.
Ma l'Italia? Siamo riusciti a contrastare la crisi, il sistema finanziario (e bancario) ha retto, le piccole imprese (deo gratias) continuano a tenere l'economia, il deficit di bilancio è stato tra i migliori dell'Occidente. Allora? Il FMI e l'UE riconoscono la validità degli sforzi. L'Italia, dopo la Germania, è il primo paese manifatturiero dell'Europa. Ma la stampa anglosassone continua a sparare sull'area euro, contro il sud Europa ed il nostro Paese.
Il calcolo del debito aggregato (debito delle famiglie + imprese non finanziarie + debito pubblico) al 2008 pone la Gran Bretagna con il rapporto al 264,6% del PIL, l'Italia al 225, 4% del PIL. Il 2009 (i cui dati al momento non sono noti) prevedono un ulteriore sensibile peggioramento dei dati aggregati per Londra. L'indebitamento aggregato del "leone britannico" è simile alla Spagna (259,8%), minore a quello del Portogallo (319,6%), e dell'Irlanda (319,3%).
Ma allora questi "british" cosa vogliono?!
Insieme ai loro colleghi (e cugini) americani hanno causato il peggior terremoto economico finanziario degli ultimi sessanta anni. Hanno dimostrato che il loro liberismo serve solo ad ingrassare chi è ricco ed impoverire chi ha meno, con tutte le conseguenze sociali del caso. Hanno commesso truffe (con le loro banche e società finanziarie) non per milioni di euro, bensì per centinaia di miliardi di euro.
Ed ancora dobbiamo sorbirci le loro pesanti contumelie sul "Times", o altri quotidiani ritenuti fino a poco tempo fa lo specchio del giornalismo serio e professionale.
Sorge spontanea la domanda: chi sono i veri maiali?
Penso che noi italiani ed europei (quelli veri, cioè continentali) abbiamo cose più serie da fare...
Fonte: Clarissa.it
O meglio ancora P.i.i.g.s.; Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna. Paesi maiali. E' l'acronimo coniato dai sudditi di sua maestà britannica. I paesi "poveri", gli "anelli deboli dell'Europa". I cittadini inglesi , con il loro aplomb, lo smisurato senso di superiorità, la tipica crudeltà anglosassone, danno i loro giudizi. Severi, nei confronti dei paesi del sud Europa. Bacchettoni.
Certo, la pesante situazione politico finanziaria della Grecia, le difficoltà del Portogallo, la crisi immobiliare della Spagna non inducono a grandi ottimismi.
Ma l'Italia? Siamo riusciti a contrastare la crisi, il sistema finanziario (e bancario) ha retto, le piccole imprese (deo gratias) continuano a tenere l'economia, il deficit di bilancio è stato tra i migliori dell'Occidente. Allora? Il FMI e l'UE riconoscono la validità degli sforzi. L'Italia, dopo la Germania, è il primo paese manifatturiero dell'Europa. Ma la stampa anglosassone continua a sparare sull'area euro, contro il sud Europa ed il nostro Paese.
Il calcolo del debito aggregato (debito delle famiglie + imprese non finanziarie + debito pubblico) al 2008 pone la Gran Bretagna con il rapporto al 264,6% del PIL, l'Italia al 225, 4% del PIL. Il 2009 (i cui dati al momento non sono noti) prevedono un ulteriore sensibile peggioramento dei dati aggregati per Londra. L'indebitamento aggregato del "leone britannico" è simile alla Spagna (259,8%), minore a quello del Portogallo (319,6%), e dell'Irlanda (319,3%).
Ma allora questi "british" cosa vogliono?!
Insieme ai loro colleghi (e cugini) americani hanno causato il peggior terremoto economico finanziario degli ultimi sessanta anni. Hanno dimostrato che il loro liberismo serve solo ad ingrassare chi è ricco ed impoverire chi ha meno, con tutte le conseguenze sociali del caso. Hanno commesso truffe (con le loro banche e società finanziarie) non per milioni di euro, bensì per centinaia di miliardi di euro.
Ed ancora dobbiamo sorbirci le loro pesanti contumelie sul "Times", o altri quotidiani ritenuti fino a poco tempo fa lo specchio del giornalismo serio e professionale.
Sorge spontanea la domanda: chi sono i veri maiali?
Penso che noi italiani ed europei (quelli veri, cioè continentali) abbiamo cose più serie da fare...
Fonte: Clarissa.it
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