lunedì 11 gennaio 2010

Ma con più controlli ci sarà meno libertà - BODY SCANNER



di Ida Magli
Il Giornale | 06/01/2010


La politica euro-americana segue da diversi anni un indirizzo contrario a qualsiasi ragionevolezza. Dal momento dell’attacco alle Torri Gemelle ad oggi, la dichiarazione di guerra al terrorismo da parte degli Stati Uniti non ha mutato neanche di una virgola, né per quanto riguarda la diagnosi, né per quanto riguarda gli strumenti della battaglia, come se non fosse possibile ammettere errori d’interpretazione o cercare strade di altro tipo per giungere ad una soluzione. L’Europa, a sua volta, salvo qualche piccolo tentativo iniziale di non allineamento alla linea comune da parte della Francia, ha seguito pedissequamente gli Americani come se essere fedeli ad una alleanza non potesse e dovesse comportare consigli anche critici e proposte strategiche alternative. Eppure in Europa, e forse ancor più in Italia, l’analisi del terrorismo islamico si è sviluppata in modo sempre più profondo, con una evidente frattura fra ciò che affermavano i politici, convinti assertori dell’esistenza di gruppi di “fanatici” e degli “stati-canaglia” e ciò che invece appariva ben chiaro sia agli studiosi che ai semplici cittadini, ossia di quale enorme entità fosse per l’Occidente il problema musulmano.
Il panorama di quello che è stato predicato e che è stato fatto è del tutto contraddittorio. L’Unione Europea è stata realizzata sul presupposto dell’ “uguaglianza” e della “bontà” di tutti gli uomini, eliminando i confini fra le nazioni e fra i popoli, garantendo la libera circolazione delle persone e delle merci, ma al tempo stesso imponendo ai singoli cittadini sistemi di identificazione e di controllo mai richiesti in precedenza (impronte digitali, profili biometrici, ecc.) tranne che ai criminali. La democrazia, di fatto, e la libertà dell’individuo sono diventate così pura apparenza. La democrazia si fonda sul valore-potenza della parola del cittadino che “vota”. Se viene privato del diritto di affermare il proprio nome, la propria identità, non è più “soggetto”, non è più “cittadino”. Non può più dire: “ Io sono”. La sopraffazione del Potere su di lui è totale anche per il fatto che non è più neanche in grado di verificare ciò che di lui afferma l’Autorità in base alle tecniche.
Si è instaurato, dunque, un meccanismo irrazionale ( ma forse appare irrazionale soltanto a chi non aspira al potere) che permette ai politici di estendere enormemente il territorio e le masse su cui governano, scrivendo semplicemente questa loro volontà su dei pezzi di carta chiamati “trattati”. Tale, per esempio, il trattato di Schengen, con il quale hanno potuto gridare a gran voce quanto sia libera l’Europa nella quale non esistono confini, mentre si assicuravano di “possedere” i dati identificativi di tutti i cittadini dell’Unione, con l’evidente risultato che si é resa facile la vita a chi entra clandestinamente.
Inutile dire che gli attentati terroristici hanno dato la migliore delle giustificazioni a tutte le misure di controllo nel movimento dei singoli individui che sono state instaurate, e che sono diventate sempre più invasive della privacy fino a quella odierna del “body scanner”. Le autorità italiane si sono già espresse a favore, nella scia di quelle americane. Si tratta, però, di una decisione molto grave. Prima di tutto per il “body scanner” in sé, strumento atroce, offensivo della Persona, che evidentemente era stato ideato già da tempo, cosa che permette ormai senza quasi alcun dubbio di supporre che certi “attentati” accadano un po’ troppo a tempo giusto. Ma anche per il fatto che si continua a seguire la politica, costosa sotto tutti gli aspetti e poco redditizia dell’America, invece di consigliare strategie diverse e più razionali. Il terrorismo, ossia la ribellione degli islamici alla supremazia occidentale non finirà, per quante guerre, o “missioni di pace” si intraprendano. Su questo dato di fatto è indispensabile cominciare a riflettere. Tocca all’Europa, tocca all’Italia, dire ad Obama, uomo con tutta evidenza “inesperto”, la prima parola in questo senso.

Fonte:Italiani liberi
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di Ida Magli
Il Giornale | 06/01/2010


La politica euro-americana segue da diversi anni un indirizzo contrario a qualsiasi ragionevolezza. Dal momento dell’attacco alle Torri Gemelle ad oggi, la dichiarazione di guerra al terrorismo da parte degli Stati Uniti non ha mutato neanche di una virgola, né per quanto riguarda la diagnosi, né per quanto riguarda gli strumenti della battaglia, come se non fosse possibile ammettere errori d’interpretazione o cercare strade di altro tipo per giungere ad una soluzione. L’Europa, a sua volta, salvo qualche piccolo tentativo iniziale di non allineamento alla linea comune da parte della Francia, ha seguito pedissequamente gli Americani come se essere fedeli ad una alleanza non potesse e dovesse comportare consigli anche critici e proposte strategiche alternative. Eppure in Europa, e forse ancor più in Italia, l’analisi del terrorismo islamico si è sviluppata in modo sempre più profondo, con una evidente frattura fra ciò che affermavano i politici, convinti assertori dell’esistenza di gruppi di “fanatici” e degli “stati-canaglia” e ciò che invece appariva ben chiaro sia agli studiosi che ai semplici cittadini, ossia di quale enorme entità fosse per l’Occidente il problema musulmano.
Il panorama di quello che è stato predicato e che è stato fatto è del tutto contraddittorio. L’Unione Europea è stata realizzata sul presupposto dell’ “uguaglianza” e della “bontà” di tutti gli uomini, eliminando i confini fra le nazioni e fra i popoli, garantendo la libera circolazione delle persone e delle merci, ma al tempo stesso imponendo ai singoli cittadini sistemi di identificazione e di controllo mai richiesti in precedenza (impronte digitali, profili biometrici, ecc.) tranne che ai criminali. La democrazia, di fatto, e la libertà dell’individuo sono diventate così pura apparenza. La democrazia si fonda sul valore-potenza della parola del cittadino che “vota”. Se viene privato del diritto di affermare il proprio nome, la propria identità, non è più “soggetto”, non è più “cittadino”. Non può più dire: “ Io sono”. La sopraffazione del Potere su di lui è totale anche per il fatto che non è più neanche in grado di verificare ciò che di lui afferma l’Autorità in base alle tecniche.
Si è instaurato, dunque, un meccanismo irrazionale ( ma forse appare irrazionale soltanto a chi non aspira al potere) che permette ai politici di estendere enormemente il territorio e le masse su cui governano, scrivendo semplicemente questa loro volontà su dei pezzi di carta chiamati “trattati”. Tale, per esempio, il trattato di Schengen, con il quale hanno potuto gridare a gran voce quanto sia libera l’Europa nella quale non esistono confini, mentre si assicuravano di “possedere” i dati identificativi di tutti i cittadini dell’Unione, con l’evidente risultato che si é resa facile la vita a chi entra clandestinamente.
Inutile dire che gli attentati terroristici hanno dato la migliore delle giustificazioni a tutte le misure di controllo nel movimento dei singoli individui che sono state instaurate, e che sono diventate sempre più invasive della privacy fino a quella odierna del “body scanner”. Le autorità italiane si sono già espresse a favore, nella scia di quelle americane. Si tratta, però, di una decisione molto grave. Prima di tutto per il “body scanner” in sé, strumento atroce, offensivo della Persona, che evidentemente era stato ideato già da tempo, cosa che permette ormai senza quasi alcun dubbio di supporre che certi “attentati” accadano un po’ troppo a tempo giusto. Ma anche per il fatto che si continua a seguire la politica, costosa sotto tutti gli aspetti e poco redditizia dell’America, invece di consigliare strategie diverse e più razionali. Il terrorismo, ossia la ribellione degli islamici alla supremazia occidentale non finirà, per quante guerre, o “missioni di pace” si intraprendano. Su questo dato di fatto è indispensabile cominciare a riflettere. Tocca all’Europa, tocca all’Italia, dire ad Obama, uomo con tutta evidenza “inesperto”, la prima parola in questo senso.

Fonte:Italiani liberi
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