Di Italo Romano
La politica sin dai tempi della polis ha il compito di occuparsi della cosa pubblica. In Italia, oggi, i nostri politici vengono meno ai loro imphegni. Invischiati tra malaffari e corruzioni varie e dediti, spesso, al lucro personale. C’è da dire però che in una Repubblica, è dovere di ogni cittadino interessarsi alle questioni politiche e partecipare attivamente alla res pubblica. Anche i cittadini, per la maggior parte dei casi, sono tendenzialmente menefreghisti e negli anni, hanno preso l’ignobile abitudine di delegare, di scaricare le responsabilità, affidando i loro diritti a gente senza scrupoli.
Sabato 19 Dicembre 2009 è stata posta la prima pietra del Ponte sullo Stretto di Messina che ha dato il via ai cantieri delle opere di contorno. Ma Legambiente ha pubblicato un rapporto sulla fragilità del suolo italiano dal titolo “Ecosistema rischio 2009“. I dati che ne emergono sono quanto mai preoccupanti e totalmente contrari alle politiche delle grandi opere, dei vari governi succedutisi, degli ultimo 10-15 anni.
Il territorio italiano è a rischio sbriciolamente nel 70% dei comuni. Ma in Calabria e in Umbria le situazione è ancora peggiore, perchè i comuni a rischio sono il 100%. Tutte le popolazioni dei 409 comuni calabresi e dei 92 comuni umbri vivono in zone di assoluta emergenza idrogeologica. Delle vere e proprie zone rosse, bombe ad orologeria, che ad ogni pioggia potrebbero causare tragedie tipo quella vissuta nel messinese poche settimane fa.
Nello specifico nel 79% dei comuni sono presenti abitazione in aree golenali (ovvero le terre comprese tra la riva di un fiume e il suo argine), in prossimità degli alvei e in aree a rischio frana. Addirittura nel 28% dei casi sono presenti in tali aree interi quartieri e grandi porzioni di cittadine. Praticamente i 7/10 del territorio sono soggetti a frane, alluvioni, allagamenti, smottamenti e catastrofi naturali già conosciute alla popolazione tutta, che ad ogni scroscio di pioggia vede riempirsi i telegiornali di servizi che descrivono tragedie evitabili.
I dati sono sconcertanti e vanno a cozzare nettamente con la politica delle infrastrutture del governo Berlusconi. Fiore all’occhiello dei nostri politici è il vanto di grandi opere quali la Linea ferroviaria ad alta velocità (TAV), il passante di Mestre, il Mose e dulcis in fundo il Ponte sullo Stretto di Messina. Mentre il punto fondamentali per salvaguardare il territorio, e quindi la popolazione, sarebbe di stilare un piano di prevenzione che mette in sicurezza le aree in questione. Per fare questo occorrono tanti soldini che lo Stato si rifiuta di impiegare in queste “opere minori” mentre sborsa miliardi di euro per costruire un Ponte inutile, in una zona dove terremoti, frane e alluvioni sono spesso coincidenti con tragedie di portata mondiale. Perchè?
Semplicemente perchè le opere faraoniche rimpinguano le tasche di politici, massoni, mafiosi e lobby internazionali. Mentre i piccoli e mirati interventi di cui il territorio italiano ha bisogno farebbero il bene di tutti. Ma come abbiamo potuto intendere, questi non sono tempi per tutti, siamo in piena lotta, qui, vige la legge della giungla, i forti sopravvivono i deboli soccombono. Tanto poi gli stessi che negano la ristrutturazione del territorio, poi, a catastrofe avvenuta, si fiondano sul luogo della tragedia, grondanti di lacrime e dolore, un bel singhiozzo per le telecamere, una bella sfuriata ai microfoni e la faccia è salva.
Prevenire significa coinvolgere e coordinare cittadini, istituzioni, governo, parlamento. Ma qui la politica pretende una società divisa in eterna lotta per le futilità più assurde. Organizzare una lotta alla prevenzione significherebbe cambiare totalmente mentalità, invertire la rotta e, di certo, non è quello che i nostri potenti vogliono. Perchè rovinarsi la festa?
In più si fomenta l’abusivismo di condono in condono. Anzichè punire chi costruisce senza nessun criterio e senza rispetto verso la natura e la collettività, lo si premia, alla faccia di tutti i coglioni che rispettano leggi, anche e sopratutto quelle non scritte. In questo scenario apocalittico ci si aspetta che la gente si dia una mossa, ma i telegiornali di regime non parlano del rapporto di Legambiente.
Lo scenario mediatico è occupato dai vari Corona, dai vari Stasi e Amanda Knox, da chi uscirà questa settimana dalla casa del Grande Fratello, dalle ricette della Parodi jr e dai deliri adrenalinici e sconclusionati dei nostri uomini politici. Che l’Italia sta letteralmente sprofondando sotto l’inettitudine di tutti non frega niente a nessuno. La festa continua, the show must go on!
La vera grande opere di interesse collettivo è la messa in sicurezza dell’Italia, tutto il resto buonisticamente è secondario, realisticamente sono baggianate.
Il rapporto di Legambiente sulla fragilità del suolo italiano dal titolo “Ecosistema rischio 2009“Fonte:http://informazionesenzafi
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