Strade, il Pdl attacca Ciano: "Schiaffo agli Alpini". La replica: "Ignoranti"
Il centrodestra attacca l'assessore: "Ha rimosso abusivamente la targa del viale". Ma lui rincara: "Quelli erano invasori".
Gaeta: Polemiche a Gaeta per le decisioni della commissione Toponomastica, su impulso dell'assessore al Demanio Antonio Ciano, leader del Partito del Sud, di cambiare i nomi ad alcune strade cittadine. Fa discutere, in particolare, la proposta di abolire l'intitolazione al Battaglione Alpini del Piemonte del famoso viale alberato del centro, per chiamarlo col nome abituale di viale Montesecco. Ciano è anche accusato di aver abusivamente rimossa la targa del viale, prima ancora che ogni decisione in merito sul nome sia presa dal consiglio comunale. Di seguito il botta e risposta tra il Pdl e l'assessore.
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Il Pdl: "Da Ciano schiaffo agli Alpini. Rimetta quella targa"
L'assessore Antonio Ciano il 24 dicembre 2009 scriveva testualmente: "Abbiamo cancellato Viale Battaglione Alpini di Piemonte e abbiamo ripristinato il nome dato al viale dai Borboni, viale di Montesecco". Questo è solo uno dei tanti casi in cui l'assessore sventola attività amministrative mai realizzate o con iter solo avviato e mai concluso.
Le farneticazioni dell'assessore lo inducono a dare per avvenuti alcuni provvedimenti ancora non giunti in consiglio comunale. Clamoroso, il delirio di onnipotenza dell'assessore Ciano che si vuole sostituire alla massima assise civica, con proclami che tentano soltanto di rinnovare i diktat delle dittature comuniste ormai desuete.
Probabilmente Ciano non sa che le indicazioni della Commissione Toponomastica devono essere obbligatoriamente approvate in Consiglio Comunale (comma 3 dell'art. 12 del Regolamento per gli adempimenti Toponomastici ed ecografici, approvato con deliberazione Commissariale n. 40/2007). Pertanto la recente rimozione della lapide che dà il nome al Viale non è altro che un abuso. Ne chiediamo quindi l'immediato ripristino, almeno fino a quando il Consiglio Comunale non si sarà pronunciato in merito.
Paradossale è anche l'atteggiamento dei membri esterni della Commissione per la Toponomastica, docenti di provate qualità culturali e scientifiche, di riconosciuta e ampia professionalità: come è possibile che professori di quel calibro si siano asserviti alle idee sconclusionate e alle velleità di un assessore fermo ancora a due secoli fa?
Sembravano vere le parole di stima pronunciate dal sindaco e da alcuni assessori lo scorso maggio durante l'82° raduno nazionale delle penne nere. Il Sindaco Raimondi, rivolgendosi agli ospiti presenti a Gaeta concludeva con un accorato richiamo sentimentale: "Tutti portiamo gli Alpini nel cuore". Ma da maggio scorso ad oggi qualcosa è cambiato, tanto che adesso pensano che sia meglio sostituire il nome a quella strada che rinnova un Battaglione del famoso corpo degli alpini. Molti ricordano ancora i cordiali scambi di saluti tra il Sindaco Raimondi e alcuni esponenti dell'associazione combattentistica avvenuti all'inizio di maggio scorso: peccato che ai convenevoli di facciata siano seguite le pugnalate alle spalle. Rimane emblematico l'atteggiamento delle popolazioni abruzzesi nei confronti degli alpini all'indomani delle attività di soccorso post terremoto: l'Abruzzo ancora oggi ringrazia le penne nere, mentre Gaeta le scaccia.
A questo punto chiediamo pubblicamente al Sindaco di mantenere fede al rapporto rinnovato a maggio scorso con alcuni battaglioni di Alpini e di non procedere alla sostituzione del nome della strada, anche in funzione del fatto che la presenza delle penne nere in provincia risale a parecchi decenni fa. Inoltre, sempre per la storia, vogliamo ricordare all'assessore Ciano che alle ore 14:34 del 27 dicembre 1894 moriva in un piccolo paese alpino, Arco di Trento, Francesco II di Borbone: il trattamento riservato all'ultimo sovrano di Napoli dagli Alpini è stato decisamente migliore rispetto a quello che Ciano vuole invece riservare all'intero corpo.
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L'assessore Ciano: "Ignoranti, non sono contro gli alpini italiani, ma contro quelli piemontesi"
Abbiamo letto un vostro comunicato sconclusionato in cui si accusa il sottoscritto di aver cancellato il nome di una strada. Trattasi del "Viale battaglione Alpini di Piemonte" e si accusa altresì il sottoscritto di farneticazioni, di delirio di onnipotenza.
Probabilmente l'estensore o gli estensori dell'articolo apparso su un sito web non hanno letto bene la dicitura del nome della via che la commissione ha ritenuto di cambiare, forse accecati dall'odio verso la giunta comunale di Gaeta, hanno paura della Storia e del nuovo che sta avanzando in tutto il sud e anche al nord. Ci si accusa di aver cambiato una strada intitolata agli Alpini di Piemonte, cosa per loro incresciosa: Il sottoscritto ci tiene a precisare che gli Alpini piemontesi non sono gli alpini italiani, sono semplicemente piemontesi. Furono mandati da Cavour a Gaeta, assieme ai bersaglieri, ai fanti e ai marinai piemontesi a massacrare la nostra città con 160 mila bombe, senza dichiarazione di guerra. Quando a Torino intitoleranno una strada ai soldati borbonici che difesero eroicamente la Fortezza dall'attacco barbaro che i bisnonni delle estensori dell'articolo subirono, il sottoscritto si adopererà a intitolare a quei soldati una strada in periferia. Ma questo i piemontesi non lo faranno mai. Il Sindaco Raimondi, durante l'82° raduno, rivolgendosi agli ospiti presenti a Gaeta concludeva con un richiamo accorato:" tutti portiamo gli Alpini nel cuore".
Gli Alpini che portiamo nel cuore sono gli Alpini Italiani, quelli mandati a morire dai savoia durante la prima guerra mondiale, quelli mandati a morire in Russia, si, è vero, in quella Russia comunista che, con gli americani, i polacchi, gli inglesi, francesi e i partigiani ci hanno liberato dalla dittatura fascista e nazista e savoiarda. A quelle cerimonie c'era anche il sottoscritto, come era presente a Spigno Saturnia, insignita di Medaglia d'oro per il massacro subito durante la guerra voluta dalla casta padana. In Italia, il 2 giugno del 1946 è nata la repubblica sulle ceneri di casa Savoia, del fascismo e del risorgimento piemontese.
Destra e sinistra hanno dimenticato la storia, la Democrazia Cristiana e il partito comunista hanno dimenticato di legiferare sugli avvenimenti che portarono l'Italia alla rovina, hanno dimenticato di cancellare le leggi fasciste,i regi decreti che ancora oggi intruppano i tribunali italiani, come non hanno cancellato la legge fascista sulla toponomastica.In Francia ogni anno, il 14 luglio, si festeggia la presa della Bastiglia che indica la vittoria sulla Monarchia precedente. Nessuna strada in Francia è intitolata a Maria Antonietta e a Luigi XVI°, anzi, per anni, durante la sfilata della festa della repubblica francese, han portato le statue dei sovrani con le teste mozzate dalla ghigliottina su un carro per mostrarle al popolo repubblicano, ma ai francesi fanno studiare la storia. Non ci risulta che in Israele gli ebrei abbiano intitolato le loro strade ai nazisti che li hanno cremati a milioni e non vediamo perchè a Gaeta e in Italia dobbiamo intitolare strade e piazze a coloro i quali ci hanno violentati, massacrati, e rasa al suolo non solo la nostra città, ma tutto il sud. La nostra Italia, cari estensori dell'articolo è questa Santa Repubblica, con tutti i suoi difetti, la monarchia sabauda e gli alpini di Piemonte sono morti con essa, e con essa sono morti il Regio esercito e la Regia Marina. Nel 1860 e dintorni nel sud i savoia compirono un genocidio, i morti ammontarono ad oltre un milione, gli emigranti, dopo la conquista del Sud, ammontarono a 30 milioni.
Quella ferita sanguina ancora, deve essere rimarginata riprendendoci la nostra storia e la nostra dignità., quella che non hanno i forzisti gaetani.Le nostre strade saranno intitolate ai nostri eroi, ai nostri uomini migliori. Don Paolo Capobianco, Archita Danaro, Il Preside Giuseppe Viola, Gigino Dell'Anno,Don Francesco Cardi, Il Prof. Pasqualino Di Ciaccio, al sindaco Raffaele Ianni che si adoperò tanto dopo l'assedio, a Domenico Vellucci, e a uomini probi che hanno fatto del bene alla nostra comunità. I piemontesi, a Torino e dintorni saranno liberi di intitolare le loro strade insanguinate ai loro benefattori, sono affari loro. Noi intitoleremo una strada al Forte di Fenestrelle, dove infoibarono 56 mila soldati napoletani che non volelro giurare due volte. Avevano giurato fedeltà al Regno delle Due sicilie, non potevano servire un altro re. Evviva gli alpini italiani, evviva i nostri soldati.
Fonte:TeleFree
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venerdì 15 gennaio 2010
Il Pdl di Gaeta fa il tifo per chi ha massacrato la città nel 1861
Strade, il Pdl attacca Ciano: "Schiaffo agli Alpini". La replica: "Ignoranti"
Il centrodestra attacca l'assessore: "Ha rimosso abusivamente la targa del viale". Ma lui rincara: "Quelli erano invasori".
Gaeta: Polemiche a Gaeta per le decisioni della commissione Toponomastica, su impulso dell'assessore al Demanio Antonio Ciano, leader del Partito del Sud, di cambiare i nomi ad alcune strade cittadine. Fa discutere, in particolare, la proposta di abolire l'intitolazione al Battaglione Alpini del Piemonte del famoso viale alberato del centro, per chiamarlo col nome abituale di viale Montesecco. Ciano è anche accusato di aver abusivamente rimossa la targa del viale, prima ancora che ogni decisione in merito sul nome sia presa dal consiglio comunale. Di seguito il botta e risposta tra il Pdl e l'assessore.
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Il Pdl: "Da Ciano schiaffo agli Alpini. Rimetta quella targa"
L'assessore Antonio Ciano il 24 dicembre 2009 scriveva testualmente: "Abbiamo cancellato Viale Battaglione Alpini di Piemonte e abbiamo ripristinato il nome dato al viale dai Borboni, viale di Montesecco". Questo è solo uno dei tanti casi in cui l'assessore sventola attività amministrative mai realizzate o con iter solo avviato e mai concluso.
Le farneticazioni dell'assessore lo inducono a dare per avvenuti alcuni provvedimenti ancora non giunti in consiglio comunale. Clamoroso, il delirio di onnipotenza dell'assessore Ciano che si vuole sostituire alla massima assise civica, con proclami che tentano soltanto di rinnovare i diktat delle dittature comuniste ormai desuete.
Probabilmente Ciano non sa che le indicazioni della Commissione Toponomastica devono essere obbligatoriamente approvate in Consiglio Comunale (comma 3 dell'art. 12 del Regolamento per gli adempimenti Toponomastici ed ecografici, approvato con deliberazione Commissariale n. 40/2007). Pertanto la recente rimozione della lapide che dà il nome al Viale non è altro che un abuso. Ne chiediamo quindi l'immediato ripristino, almeno fino a quando il Consiglio Comunale non si sarà pronunciato in merito.
Paradossale è anche l'atteggiamento dei membri esterni della Commissione per la Toponomastica, docenti di provate qualità culturali e scientifiche, di riconosciuta e ampia professionalità: come è possibile che professori di quel calibro si siano asserviti alle idee sconclusionate e alle velleità di un assessore fermo ancora a due secoli fa?
Sembravano vere le parole di stima pronunciate dal sindaco e da alcuni assessori lo scorso maggio durante l'82° raduno nazionale delle penne nere. Il Sindaco Raimondi, rivolgendosi agli ospiti presenti a Gaeta concludeva con un accorato richiamo sentimentale: "Tutti portiamo gli Alpini nel cuore". Ma da maggio scorso ad oggi qualcosa è cambiato, tanto che adesso pensano che sia meglio sostituire il nome a quella strada che rinnova un Battaglione del famoso corpo degli alpini. Molti ricordano ancora i cordiali scambi di saluti tra il Sindaco Raimondi e alcuni esponenti dell'associazione combattentistica avvenuti all'inizio di maggio scorso: peccato che ai convenevoli di facciata siano seguite le pugnalate alle spalle. Rimane emblematico l'atteggiamento delle popolazioni abruzzesi nei confronti degli alpini all'indomani delle attività di soccorso post terremoto: l'Abruzzo ancora oggi ringrazia le penne nere, mentre Gaeta le scaccia.
A questo punto chiediamo pubblicamente al Sindaco di mantenere fede al rapporto rinnovato a maggio scorso con alcuni battaglioni di Alpini e di non procedere alla sostituzione del nome della strada, anche in funzione del fatto che la presenza delle penne nere in provincia risale a parecchi decenni fa. Inoltre, sempre per la storia, vogliamo ricordare all'assessore Ciano che alle ore 14:34 del 27 dicembre 1894 moriva in un piccolo paese alpino, Arco di Trento, Francesco II di Borbone: il trattamento riservato all'ultimo sovrano di Napoli dagli Alpini è stato decisamente migliore rispetto a quello che Ciano vuole invece riservare all'intero corpo.
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L'assessore Ciano: "Ignoranti, non sono contro gli alpini italiani, ma contro quelli piemontesi"
Abbiamo letto un vostro comunicato sconclusionato in cui si accusa il sottoscritto di aver cancellato il nome di una strada. Trattasi del "Viale battaglione Alpini di Piemonte" e si accusa altresì il sottoscritto di farneticazioni, di delirio di onnipotenza.
Probabilmente l'estensore o gli estensori dell'articolo apparso su un sito web non hanno letto bene la dicitura del nome della via che la commissione ha ritenuto di cambiare, forse accecati dall'odio verso la giunta comunale di Gaeta, hanno paura della Storia e del nuovo che sta avanzando in tutto il sud e anche al nord. Ci si accusa di aver cambiato una strada intitolata agli Alpini di Piemonte, cosa per loro incresciosa: Il sottoscritto ci tiene a precisare che gli Alpini piemontesi non sono gli alpini italiani, sono semplicemente piemontesi. Furono mandati da Cavour a Gaeta, assieme ai bersaglieri, ai fanti e ai marinai piemontesi a massacrare la nostra città con 160 mila bombe, senza dichiarazione di guerra. Quando a Torino intitoleranno una strada ai soldati borbonici che difesero eroicamente la Fortezza dall'attacco barbaro che i bisnonni delle estensori dell'articolo subirono, il sottoscritto si adopererà a intitolare a quei soldati una strada in periferia. Ma questo i piemontesi non lo faranno mai. Il Sindaco Raimondi, durante l'82° raduno, rivolgendosi agli ospiti presenti a Gaeta concludeva con un richiamo accorato:" tutti portiamo gli Alpini nel cuore".
Gli Alpini che portiamo nel cuore sono gli Alpini Italiani, quelli mandati a morire dai savoia durante la prima guerra mondiale, quelli mandati a morire in Russia, si, è vero, in quella Russia comunista che, con gli americani, i polacchi, gli inglesi, francesi e i partigiani ci hanno liberato dalla dittatura fascista e nazista e savoiarda. A quelle cerimonie c'era anche il sottoscritto, come era presente a Spigno Saturnia, insignita di Medaglia d'oro per il massacro subito durante la guerra voluta dalla casta padana. In Italia, il 2 giugno del 1946 è nata la repubblica sulle ceneri di casa Savoia, del fascismo e del risorgimento piemontese.
Destra e sinistra hanno dimenticato la storia, la Democrazia Cristiana e il partito comunista hanno dimenticato di legiferare sugli avvenimenti che portarono l'Italia alla rovina, hanno dimenticato di cancellare le leggi fasciste,i regi decreti che ancora oggi intruppano i tribunali italiani, come non hanno cancellato la legge fascista sulla toponomastica.In Francia ogni anno, il 14 luglio, si festeggia la presa della Bastiglia che indica la vittoria sulla Monarchia precedente. Nessuna strada in Francia è intitolata a Maria Antonietta e a Luigi XVI°, anzi, per anni, durante la sfilata della festa della repubblica francese, han portato le statue dei sovrani con le teste mozzate dalla ghigliottina su un carro per mostrarle al popolo repubblicano, ma ai francesi fanno studiare la storia. Non ci risulta che in Israele gli ebrei abbiano intitolato le loro strade ai nazisti che li hanno cremati a milioni e non vediamo perchè a Gaeta e in Italia dobbiamo intitolare strade e piazze a coloro i quali ci hanno violentati, massacrati, e rasa al suolo non solo la nostra città, ma tutto il sud. La nostra Italia, cari estensori dell'articolo è questa Santa Repubblica, con tutti i suoi difetti, la monarchia sabauda e gli alpini di Piemonte sono morti con essa, e con essa sono morti il Regio esercito e la Regia Marina. Nel 1860 e dintorni nel sud i savoia compirono un genocidio, i morti ammontarono ad oltre un milione, gli emigranti, dopo la conquista del Sud, ammontarono a 30 milioni.
Quella ferita sanguina ancora, deve essere rimarginata riprendendoci la nostra storia e la nostra dignità., quella che non hanno i forzisti gaetani.Le nostre strade saranno intitolate ai nostri eroi, ai nostri uomini migliori. Don Paolo Capobianco, Archita Danaro, Il Preside Giuseppe Viola, Gigino Dell'Anno,Don Francesco Cardi, Il Prof. Pasqualino Di Ciaccio, al sindaco Raffaele Ianni che si adoperò tanto dopo l'assedio, a Domenico Vellucci, e a uomini probi che hanno fatto del bene alla nostra comunità. I piemontesi, a Torino e dintorni saranno liberi di intitolare le loro strade insanguinate ai loro benefattori, sono affari loro. Noi intitoleremo una strada al Forte di Fenestrelle, dove infoibarono 56 mila soldati napoletani che non volelro giurare due volte. Avevano giurato fedeltà al Regno delle Due sicilie, non potevano servire un altro re. Evviva gli alpini italiani, evviva i nostri soldati.
Fonte:TeleFree
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Il centrodestra attacca l'assessore: "Ha rimosso abusivamente la targa del viale". Ma lui rincara: "Quelli erano invasori".
Gaeta: Polemiche a Gaeta per le decisioni della commissione Toponomastica, su impulso dell'assessore al Demanio Antonio Ciano, leader del Partito del Sud, di cambiare i nomi ad alcune strade cittadine. Fa discutere, in particolare, la proposta di abolire l'intitolazione al Battaglione Alpini del Piemonte del famoso viale alberato del centro, per chiamarlo col nome abituale di viale Montesecco. Ciano è anche accusato di aver abusivamente rimossa la targa del viale, prima ancora che ogni decisione in merito sul nome sia presa dal consiglio comunale. Di seguito il botta e risposta tra il Pdl e l'assessore.
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Il Pdl: "Da Ciano schiaffo agli Alpini. Rimetta quella targa"
L'assessore Antonio Ciano il 24 dicembre 2009 scriveva testualmente: "Abbiamo cancellato Viale Battaglione Alpini di Piemonte e abbiamo ripristinato il nome dato al viale dai Borboni, viale di Montesecco". Questo è solo uno dei tanti casi in cui l'assessore sventola attività amministrative mai realizzate o con iter solo avviato e mai concluso.
Le farneticazioni dell'assessore lo inducono a dare per avvenuti alcuni provvedimenti ancora non giunti in consiglio comunale. Clamoroso, il delirio di onnipotenza dell'assessore Ciano che si vuole sostituire alla massima assise civica, con proclami che tentano soltanto di rinnovare i diktat delle dittature comuniste ormai desuete.
Probabilmente Ciano non sa che le indicazioni della Commissione Toponomastica devono essere obbligatoriamente approvate in Consiglio Comunale (comma 3 dell'art. 12 del Regolamento per gli adempimenti Toponomastici ed ecografici, approvato con deliberazione Commissariale n. 40/2007). Pertanto la recente rimozione della lapide che dà il nome al Viale non è altro che un abuso. Ne chiediamo quindi l'immediato ripristino, almeno fino a quando il Consiglio Comunale non si sarà pronunciato in merito.
Paradossale è anche l'atteggiamento dei membri esterni della Commissione per la Toponomastica, docenti di provate qualità culturali e scientifiche, di riconosciuta e ampia professionalità: come è possibile che professori di quel calibro si siano asserviti alle idee sconclusionate e alle velleità di un assessore fermo ancora a due secoli fa?
Sembravano vere le parole di stima pronunciate dal sindaco e da alcuni assessori lo scorso maggio durante l'82° raduno nazionale delle penne nere. Il Sindaco Raimondi, rivolgendosi agli ospiti presenti a Gaeta concludeva con un accorato richiamo sentimentale: "Tutti portiamo gli Alpini nel cuore". Ma da maggio scorso ad oggi qualcosa è cambiato, tanto che adesso pensano che sia meglio sostituire il nome a quella strada che rinnova un Battaglione del famoso corpo degli alpini. Molti ricordano ancora i cordiali scambi di saluti tra il Sindaco Raimondi e alcuni esponenti dell'associazione combattentistica avvenuti all'inizio di maggio scorso: peccato che ai convenevoli di facciata siano seguite le pugnalate alle spalle. Rimane emblematico l'atteggiamento delle popolazioni abruzzesi nei confronti degli alpini all'indomani delle attività di soccorso post terremoto: l'Abruzzo ancora oggi ringrazia le penne nere, mentre Gaeta le scaccia.
A questo punto chiediamo pubblicamente al Sindaco di mantenere fede al rapporto rinnovato a maggio scorso con alcuni battaglioni di Alpini e di non procedere alla sostituzione del nome della strada, anche in funzione del fatto che la presenza delle penne nere in provincia risale a parecchi decenni fa. Inoltre, sempre per la storia, vogliamo ricordare all'assessore Ciano che alle ore 14:34 del 27 dicembre 1894 moriva in un piccolo paese alpino, Arco di Trento, Francesco II di Borbone: il trattamento riservato all'ultimo sovrano di Napoli dagli Alpini è stato decisamente migliore rispetto a quello che Ciano vuole invece riservare all'intero corpo.
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L'assessore Ciano: "Ignoranti, non sono contro gli alpini italiani, ma contro quelli piemontesi"
Abbiamo letto un vostro comunicato sconclusionato in cui si accusa il sottoscritto di aver cancellato il nome di una strada. Trattasi del "Viale battaglione Alpini di Piemonte" e si accusa altresì il sottoscritto di farneticazioni, di delirio di onnipotenza.
Probabilmente l'estensore o gli estensori dell'articolo apparso su un sito web non hanno letto bene la dicitura del nome della via che la commissione ha ritenuto di cambiare, forse accecati dall'odio verso la giunta comunale di Gaeta, hanno paura della Storia e del nuovo che sta avanzando in tutto il sud e anche al nord. Ci si accusa di aver cambiato una strada intitolata agli Alpini di Piemonte, cosa per loro incresciosa: Il sottoscritto ci tiene a precisare che gli Alpini piemontesi non sono gli alpini italiani, sono semplicemente piemontesi. Furono mandati da Cavour a Gaeta, assieme ai bersaglieri, ai fanti e ai marinai piemontesi a massacrare la nostra città con 160 mila bombe, senza dichiarazione di guerra. Quando a Torino intitoleranno una strada ai soldati borbonici che difesero eroicamente la Fortezza dall'attacco barbaro che i bisnonni delle estensori dell'articolo subirono, il sottoscritto si adopererà a intitolare a quei soldati una strada in periferia. Ma questo i piemontesi non lo faranno mai. Il Sindaco Raimondi, durante l'82° raduno, rivolgendosi agli ospiti presenti a Gaeta concludeva con un richiamo accorato:" tutti portiamo gli Alpini nel cuore".
Gli Alpini che portiamo nel cuore sono gli Alpini Italiani, quelli mandati a morire dai savoia durante la prima guerra mondiale, quelli mandati a morire in Russia, si, è vero, in quella Russia comunista che, con gli americani, i polacchi, gli inglesi, francesi e i partigiani ci hanno liberato dalla dittatura fascista e nazista e savoiarda. A quelle cerimonie c'era anche il sottoscritto, come era presente a Spigno Saturnia, insignita di Medaglia d'oro per il massacro subito durante la guerra voluta dalla casta padana. In Italia, il 2 giugno del 1946 è nata la repubblica sulle ceneri di casa Savoia, del fascismo e del risorgimento piemontese.
Destra e sinistra hanno dimenticato la storia, la Democrazia Cristiana e il partito comunista hanno dimenticato di legiferare sugli avvenimenti che portarono l'Italia alla rovina, hanno dimenticato di cancellare le leggi fasciste,i regi decreti che ancora oggi intruppano i tribunali italiani, come non hanno cancellato la legge fascista sulla toponomastica.In Francia ogni anno, il 14 luglio, si festeggia la presa della Bastiglia che indica la vittoria sulla Monarchia precedente. Nessuna strada in Francia è intitolata a Maria Antonietta e a Luigi XVI°, anzi, per anni, durante la sfilata della festa della repubblica francese, han portato le statue dei sovrani con le teste mozzate dalla ghigliottina su un carro per mostrarle al popolo repubblicano, ma ai francesi fanno studiare la storia. Non ci risulta che in Israele gli ebrei abbiano intitolato le loro strade ai nazisti che li hanno cremati a milioni e non vediamo perchè a Gaeta e in Italia dobbiamo intitolare strade e piazze a coloro i quali ci hanno violentati, massacrati, e rasa al suolo non solo la nostra città, ma tutto il sud. La nostra Italia, cari estensori dell'articolo è questa Santa Repubblica, con tutti i suoi difetti, la monarchia sabauda e gli alpini di Piemonte sono morti con essa, e con essa sono morti il Regio esercito e la Regia Marina. Nel 1860 e dintorni nel sud i savoia compirono un genocidio, i morti ammontarono ad oltre un milione, gli emigranti, dopo la conquista del Sud, ammontarono a 30 milioni.
Quella ferita sanguina ancora, deve essere rimarginata riprendendoci la nostra storia e la nostra dignità., quella che non hanno i forzisti gaetani.Le nostre strade saranno intitolate ai nostri eroi, ai nostri uomini migliori. Don Paolo Capobianco, Archita Danaro, Il Preside Giuseppe Viola, Gigino Dell'Anno,Don Francesco Cardi, Il Prof. Pasqualino Di Ciaccio, al sindaco Raffaele Ianni che si adoperò tanto dopo l'assedio, a Domenico Vellucci, e a uomini probi che hanno fatto del bene alla nostra comunità. I piemontesi, a Torino e dintorni saranno liberi di intitolare le loro strade insanguinate ai loro benefattori, sono affari loro. Noi intitoleremo una strada al Forte di Fenestrelle, dove infoibarono 56 mila soldati napoletani che non volelro giurare due volte. Avevano giurato fedeltà al Regno delle Due sicilie, non potevano servire un altro re. Evviva gli alpini italiani, evviva i nostri soldati.
Fonte:TeleFree
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