giovedì 10 dicembre 2009

Tagliacozzo 08/12/2009 - IN RICORDO ED IN ONORE DI JOSÉ BORGES



Il giorno 8 dicembre del 1861, il territorio del Comune di Sante Marie, nei pressi di Tagliacozzo, fu teatro di un conflitto a fuoco tra un manipolo di uomini, guidati dal Comandante José Borges, ed un forte contingente di soldati piemontesi guidati dal maggiore Franchini. Non fu una isolata scaramuccia tra due eserciti, ma un vero e proprio scontro tre due mondi, tra due culture, tra due modi di concepire la società, la famiglia, la giustizia, la fede, la guerra. Uno dei tanti episodi di un conflitto epocale tra una dottrina emergente moderna, atea e capitalista voluta, disegnata e messa in atto dalla massoneria internazionale, contro l’antica civiltà contadina dei meridionali fondata sull’onore e su quei valori etici e morali propri della cultura rurale, ereditata della Magna Grecia.

Si disse che il Comandante José Borges fosse un brigante e, come tale, massacrato dai piemontesi insieme ai suoi fedelissimi compagni di sventura. Se per brigante si vuole intendere un delinquente comune, avvezzo a violenze gratuite, alle grassazioni, ai delitti ed alle ruberie, di certo Borges non fu questo. Anzi. Se, invece, per brigante si intende un partigiano pronto a difendere ed a sacrificarsi per la religione ed il trono dei Padri, per la propria cultura, per la famiglia e per l’antica economia rurale, allora certamente lo è stato e si riesce a spiegare come e perché un generale spagnolo di alto rango sociale, di squisita e raffinata cultura, fervente cattolico, un vero e proprio paladino degli oppressi e degli emarginati sia venuto a morire per un nobile Ideale. Continuare a scrivere nei libri della storia certe menzogne, oltre che ad uccidere per la seconda volta questo autentico eroe d’altri tempi, vuol dire rinnegare i principi di giustizia, equità, pace, fratellanza, libertà e fede cattolica a cui tutti noi facciamo riferimento e per i quali Borges ed i suoi uomini si sono immolati, senza esitare, con dignità ed onore.
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Il giorno 8 dicembre del 1861, il territorio del Comune di Sante Marie, nei pressi di Tagliacozzo, fu teatro di un conflitto a fuoco tra un manipolo di uomini, guidati dal Comandante José Borges, ed un forte contingente di soldati piemontesi guidati dal maggiore Franchini. Non fu una isolata scaramuccia tra due eserciti, ma un vero e proprio scontro tre due mondi, tra due culture, tra due modi di concepire la società, la famiglia, la giustizia, la fede, la guerra. Uno dei tanti episodi di un conflitto epocale tra una dottrina emergente moderna, atea e capitalista voluta, disegnata e messa in atto dalla massoneria internazionale, contro l’antica civiltà contadina dei meridionali fondata sull’onore e su quei valori etici e morali propri della cultura rurale, ereditata della Magna Grecia.

Si disse che il Comandante José Borges fosse un brigante e, come tale, massacrato dai piemontesi insieme ai suoi fedelissimi compagni di sventura. Se per brigante si vuole intendere un delinquente comune, avvezzo a violenze gratuite, alle grassazioni, ai delitti ed alle ruberie, di certo Borges non fu questo. Anzi. Se, invece, per brigante si intende un partigiano pronto a difendere ed a sacrificarsi per la religione ed il trono dei Padri, per la propria cultura, per la famiglia e per l’antica economia rurale, allora certamente lo è stato e si riesce a spiegare come e perché un generale spagnolo di alto rango sociale, di squisita e raffinata cultura, fervente cattolico, un vero e proprio paladino degli oppressi e degli emarginati sia venuto a morire per un nobile Ideale. Continuare a scrivere nei libri della storia certe menzogne, oltre che ad uccidere per la seconda volta questo autentico eroe d’altri tempi, vuol dire rinnegare i principi di giustizia, equità, pace, fratellanza, libertà e fede cattolica a cui tutti noi facciamo riferimento e per i quali Borges ed i suoi uomini si sono immolati, senza esitare, con dignità ed onore.

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