Fiat cesserà di produrre auto a Termini Imerese da dicembre 2011. Questo è quanto emerso ieri durante l’incontro tra governo e sindacati a Palazzo Chigi, dove l’ad del Lingotto Sergio Marchionne, riferendosi alla fabbrica di Termini Imerese, ha parlato di svantaggio competitivo, difficoltà strutturali e costi eccessivi. “Farsi carico del problema sociale di Termini non compete alla Fiat ma all’intero sistema – ha affermato Marchionne – la risposta deve essere collettiva”. Marchionne si è poi detto disponibile “a una soluzione per tenere in vita Termini quando cesserà di produrre auto”. “Per anni – ha continuato l’ad di Fiat – ci siamo accollati l’onere della gestione di Termini in perdita ma il contesto era diverso: non è – ha spiegato – un problema di qualità del lavoro ma di un delta dei costi eccessivo”.
Arrivano i cinesi?
Uno spiraglio dall’Oriente. Il gruppo cinese Chery sarebbe disponibile a valutare il dossier Termini Imerese se la Fiat dovesse mettere sul mercato lo stabilimento siciliano. Lo sostengono fonti sindacali all’indomani della riunione a Palazzo Chigi dove l’ad Sergio Marchionne ha presentato il piano industriale del gruppo di Torino. Diversi esponenti del governo, a margine della riunione di Palazzo Chigi, avrebbero confermato ad alcuni presenti che l’interesse del gruppo Chery è reale. Per i cinesi la fabbrica siciliana rappresenterebbe un avamposto per la produzione di auto in Europa ma, soprattutto, per via della posizione geografica, uno snodo importante verso il mercato nordafricano, un’area su cui Pechino punta molto.
I sindacati sul piede di guerra
Intanto, i sindacati sono sul piede di guerra. Roberto Mastrosimone, segretario della Fiom di Termini Imerese, ha definito le dichiarazioni di Marchionne “inaccettabili”. Secondo Mastrosimone, le parole di Marchionne dimostrano di non tenere in considerazione le tremila persone che per anni hanno lavorato per l’azienda, svolgendo un lavoro eccellente: “Marchionne ha mostrato tutta la sua arroganza – dice Mastrosimone -, ha usato toni molto gravi su Termini Imerese. Avrà pure salvato la Fiat, ma non si può permettere di mortificare la dignità di tremila persone che hanno contribuito a fare grande questa azienda. La nostra risposta sarà decisa. Non ci rassegneremo facilmente”.
Fonte:
Live Sicilia-
Fiat cesserà di produrre auto a Termini Imerese da dicembre 2011. Questo è quanto emerso ieri durante l’incontro tra governo e sindacati a Palazzo Chigi, dove l’ad del Lingotto Sergio Marchionne, riferendosi alla fabbrica di Termini Imerese, ha parlato di svantaggio competitivo, difficoltà strutturali e costi eccessivi. “Farsi carico del problema sociale di Termini non compete alla Fiat ma all’intero sistema – ha affermato Marchionne – la risposta deve essere collettiva”. Marchionne si è poi detto disponibile “a una soluzione per tenere in vita Termini quando cesserà di produrre auto”. “Per anni – ha continuato l’ad di Fiat – ci siamo accollati l’onere della gestione di Termini in perdita ma il contesto era diverso: non è – ha spiegato – un problema di qualità del lavoro ma di un delta dei costi eccessivo”.
Arrivano i cinesi?
Uno spiraglio dall’Oriente. Il gruppo cinese Chery sarebbe disponibile a valutare il dossier Termini Imerese se la Fiat dovesse mettere sul mercato lo stabilimento siciliano. Lo sostengono fonti sindacali all’indomani della riunione a Palazzo Chigi dove l’ad Sergio Marchionne ha presentato il piano industriale del gruppo di Torino. Diversi esponenti del governo, a margine della riunione di Palazzo Chigi, avrebbero confermato ad alcuni presenti che l’interesse del gruppo Chery è reale. Per i cinesi la fabbrica siciliana rappresenterebbe un avamposto per la produzione di auto in Europa ma, soprattutto, per via della posizione geografica, uno snodo importante verso il mercato nordafricano, un’area su cui Pechino punta molto.
I sindacati sul piede di guerra
Intanto, i sindacati sono sul piede di guerra. Roberto Mastrosimone, segretario della Fiom di Termini Imerese, ha definito le dichiarazioni di Marchionne “inaccettabili”. Secondo Mastrosimone, le parole di Marchionne dimostrano di non tenere in considerazione le tremila persone che per anni hanno lavorato per l’azienda, svolgendo un lavoro eccellente: “Marchionne ha mostrato tutta la sua arroganza – dice Mastrosimone -, ha usato toni molto gravi su Termini Imerese. Avrà pure salvato la Fiat, ma non si può permettere di mortificare la dignità di tremila persone che hanno contribuito a fare grande questa azienda. La nostra risposta sarà decisa. Non ci rassegneremo facilmente”.
Fonte:
Live Sicilia-
1 commento:
Vorrei tanto commentare questo articolo a modo mio e con le uniche parole che per tale vicenda possono essere spese ma, purtroppo, i moderatori non me lo permetterebbero...pazienza.
Comunque, due semplici e "innocue" valutazioni devo farle.
La classe politica siciliana, così come quella dell'intero Sud, è incapace a gestire problematiche legate allo sviluppo, al mercato, alle dinamiche industriali e imprenditoriali.
Tutti i nostri mali nascono da questa gentaglia, unitamente alla gentaglia sindacalista che, negli ultimi trent'anni, ha vestito il ruolo di "SINDACATO DI COMODO".
Una classe politica iscritta nel libro paga dei poteri forti del Nord, una classe politica marcia e putrida che con le sciagure del Sud si è arricchita, una classe politica che per continuare ad esistere non ha esitato a svendere le genti Sud per un piatto di lenticchie che, puntualmente, finivano nelle loro pentole.
Una Regione Sicilia che oggi è governata da certo Lombardo...vecchio scarpone democristiano (partito della mafia).
C'è da aggiungere altro?
Termini Imerese? ...Non finisce qui! ...Fra poco, parleremo di Melfi e Pomigliano. Per il momento, mangiamo il PANETTONE che i padani ci impongono di consumare e brindiamo con lo spumantino piemontese e veneto, quei veneti che, nel consiglio provinciale vicentino, hanno detto NO agli insegnanti e presidi meridionali nelle loro scuole(da DESTRA a SINISTRA, TUTTI UNITI nella decisione). E noi...continuiamo a comprare la "grande punto", la FIAT 500, la Lancia Y. Ci vorrebbe così poco ad espropriare la fiat dello stabilimento di Termini, far nascere una società a capitale misto fra Regione Sicilia e una cordata di coraggiosi imprenditori meridionali, magari anche con partner stranieri, e cominciare una produzione che abbia nel mercato del Sud il suo primo riferimento.
Qualcuno potrebbe obiettare che l'U.E. non prevede tali operazioni...se l'UE non prevede ciò, noi lo prevediamo perchè sopra gli interessi liberisti dell'UE, ci sono i nostri interessi, gli interessi di un popolo che da 150 anni, per trovare un lavoro, è costretto ad emigrare in tutti i continenti del globo terrestre.
Ma questi sono sogni...!
Un tale progetto, presuppone una visione rivoluzionaria che ad oggi è assente.
Non è fattibile per questa classe politica meridionale, buona solo ad essere parassita e a vivere di compromessi prezzolati, corruzione,immobilismo e totale incapacità cialtronesca e vigliacca.
Una classe politica parassita, proprio come quei parassiti che acquistanrono le terre confiscate al Sud dai piemontesi, precedentemente riservate agli usi civici, e che dettero vita al latifondo parassitario e improduttivo condannando alla fame e all'emigrazione milioni di meridionali.
Quando finirà l'incubo del tricolore e dell'italia?
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