di Nicola Bruno
Il fatto che il TG2 abbia poteri medianici e paranormali, a ben pensarci, non sorprende affatto e fa riflettere su quanto pochi siano tutto sommato gli eurini che annualmente versiamo a non-si-sa-più-chi come tassa sul possesso del televisore e/o anche del computer, come la legge sembra promettere. Nel Paese del pizzo di Stato nessuno può illudersi di aver mai terminato di pagare le rate del proprio televisore, anche se ve l’hanno regalato, e a nulla varranno i tentativi di intestare il canone a chi ha avuto la gentilezza di farvi dono dell’apparecchio, ridotto ormai a mero riscossore di una tangente che ci protegge da eventuali ritorsioni da parte della Finanza.
I poteri di preveggenza del nostro TG2: la sera stessa dell’aggressione al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il contenitore di notizie stantie e attentamente selezionate delle 20,30 prevede un numero sempre crescente di adesioni al gruppo di Facebook in sostegno dell’attentatore al nostro Presidente del Consiglio. E il giornalista/affabulatore che infesta il prime time catodico non sbagliava affatto: è vero, in quel momento gli iscritti erano nell’ordine del centinaio ma di lì a poco sarebbero diventati decine di migliaia. Se le cose stanno così, perché quell’irsuto portavoce non mi comunica le estrazioni del lotto del giorno successivo?
Facebook: minaccia planetaria, covo di stupratori e pedofili, di individui spregevoli, sobillatori di popolo, violenti agitatori. Facebook è un nemico che va neutralizzato e la strategia più adatta, buona per ogni situazione, è la calunnia. In realtà, al mondo politico-economico, di Facebook interessa ben poco: l’obiettivo è più ampio ed è rappresentato dalla libertà che la Rete come strumento di comunicazione rappresenta, una libertà pericolosa, minacciosa. In Rete si pensa, in Rete si agisce. La Rete può far eleggere presidenti di importanti paesi e in Italia può dare forza alle idee e creare le premesse per manifestazioni popolari largamente partecipate. In Rete è possibile interrogarsi sulle pandemie dichiarate e soppesare l’effettiva efficacia di un vaccino. In Rete i giovani e i meno giovani ormai stanchi delle etichette politiche scoprono che la Destra e la Sinistra sono solo vuoti contenitori e che i loro ideali e le loro aspirazioni non sono poi così diversi. E allora limitiamola questa libertà, vietiamo le manifestazioni, controlliamo la Rete, come già del resto accade nei paesi a libertà vigilata.
E’ vero: nel mondo virtuale ne circolano di mentecatti, ma non è una ragione sufficiente per limitarne o inibirne l’uso. Equivarrebbe a proibire l’uso dei coltelli a tavola perché qualcuno li utilizza come arma per offendere. E poi, pensiamo al Parlamento romano: è frequentato anche da pregiudicati e inetti ma non è una ragione sufficiente per esautorarne il potere. Eppure è ciò che si fa ormai sistematicamente da anni col ricorso eccessivo e ingiustificato alla fiducia. Il nostro Parlamento legifera senza dibattito, produce senza confronto. E’ assimilabile ad un lussuoso ammortizzatore sociale per gente “eletta”, in tutte le accezioni possibili per questo termine. Abbiamo perso, o forse mai trovato negli ultimi 148 anni, il senso della politica e, se non riusciremo a fare un passo indietro, nessuno potrà recriminare per la caduta libera del nostro povero, triste Paese, schiavo delle banche e di un debito pubblico che non gli appartiene.
Fonte:Il Mattatoio.it
Il fatto che il TG2 abbia poteri medianici e paranormali, a ben pensarci, non sorprende affatto e fa riflettere su quanto pochi siano tutto sommato gli eurini che annualmente versiamo a non-si-sa-più-chi come tassa sul possesso del televisore e/o anche del computer, come la legge sembra promettere. Nel Paese del pizzo di Stato nessuno può illudersi di aver mai terminato di pagare le rate del proprio televisore, anche se ve l’hanno regalato, e a nulla varranno i tentativi di intestare il canone a chi ha avuto la gentilezza di farvi dono dell’apparecchio, ridotto ormai a mero riscossore di una tangente che ci protegge da eventuali ritorsioni da parte della Finanza.
I poteri di preveggenza del nostro TG2: la sera stessa dell’aggressione al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il contenitore di notizie stantie e attentamente selezionate delle 20,30 prevede un numero sempre crescente di adesioni al gruppo di Facebook in sostegno dell’attentatore al nostro Presidente del Consiglio. E il giornalista/affabulatore che infesta il prime time catodico non sbagliava affatto: è vero, in quel momento gli iscritti erano nell’ordine del centinaio ma di lì a poco sarebbero diventati decine di migliaia. Se le cose stanno così, perché quell’irsuto portavoce non mi comunica le estrazioni del lotto del giorno successivo?
Facebook: minaccia planetaria, covo di stupratori e pedofili, di individui spregevoli, sobillatori di popolo, violenti agitatori. Facebook è un nemico che va neutralizzato e la strategia più adatta, buona per ogni situazione, è la calunnia. In realtà, al mondo politico-economico, di Facebook interessa ben poco: l’obiettivo è più ampio ed è rappresentato dalla libertà che la Rete come strumento di comunicazione rappresenta, una libertà pericolosa, minacciosa. In Rete si pensa, in Rete si agisce. La Rete può far eleggere presidenti di importanti paesi e in Italia può dare forza alle idee e creare le premesse per manifestazioni popolari largamente partecipate. In Rete è possibile interrogarsi sulle pandemie dichiarate e soppesare l’effettiva efficacia di un vaccino. In Rete i giovani e i meno giovani ormai stanchi delle etichette politiche scoprono che la Destra e la Sinistra sono solo vuoti contenitori e che i loro ideali e le loro aspirazioni non sono poi così diversi. E allora limitiamola questa libertà, vietiamo le manifestazioni, controlliamo la Rete, come già del resto accade nei paesi a libertà vigilata.
E’ vero: nel mondo virtuale ne circolano di mentecatti, ma non è una ragione sufficiente per limitarne o inibirne l’uso. Equivarrebbe a proibire l’uso dei coltelli a tavola perché qualcuno li utilizza come arma per offendere. E poi, pensiamo al Parlamento romano: è frequentato anche da pregiudicati e inetti ma non è una ragione sufficiente per esautorarne il potere. Eppure è ciò che si fa ormai sistematicamente da anni col ricorso eccessivo e ingiustificato alla fiducia. Il nostro Parlamento legifera senza dibattito, produce senza confronto. E’ assimilabile ad un lussuoso ammortizzatore sociale per gente “eletta”, in tutte le accezioni possibili per questo termine. Abbiamo perso, o forse mai trovato negli ultimi 148 anni, il senso della politica e, se non riusciremo a fare un passo indietro, nessuno potrà recriminare per la caduta libera del nostro povero, triste Paese, schiavo delle banche e di un debito pubblico che non gli appartiene.
Fonte:Il Mattatoio.it
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