sabato 19 dicembre 2009

Fondi, rimosso il prefetto che voleva sciogliere il Comune



di Claudia Fusani

Su Fondi abbiamo scherzato. Tutto sta cambiando perché nulla cambi. Una roba che nemmeno Burt Lancaster-principe di Salina ne Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa riuscirebbe ad immaginare.

Ricordate Fondi, provincia di Latina? Le inchieste ancora in corso della procura distrettuale antimafia sulla collusioni tra clan di ‘ndrangheta e camorra e gli enti locali compreso il Mercato ortofrutticolo più grande d’Europa; le relazioni del prefetto di Latina Bruno Frattasi che da settembre 2008 hanno chiesto lo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose; le resistenze del ministero dell’Interno finché lo stesso ministro Maroni per due volte ne ha chiesto lo scioglimento al Consiglio dei ministri; gli interventi del senatore Claudio Fazzone (Pdl), ras e principe del voto del basso Lazio, che si è adoperato in tutti i modi per non far sciogliere il comune del suo amico sindaco Luigi Parisella e difatti c’è riuscito (sindaco e giunta si sono dimessi per evitare commissariamento).

Ecco, tutto questo che ha tenuto banco nell’agenda politica fino a settembre, è come se non esistesse più. Succede infatti che giovedì il Consiglio dei ministri ha promosso a più alto incarico il prefetto di Latina Bruno Frattasi. Il funzionario dello Stato che ha combattuto da solo e controcorrente al suo stesso ministero e che alla fine ha “perso” visto che il comune di cui aveva chiesto lo scioglimento non è stato sciolto, lascerà presto Latina e si occuperà dell’Ufficio di coordinamento delle forze di polizia. Al suo posto è stato nominato Antonio D’Acunto in arrivo da Crotone. D’Acunto ha davanti a sé un incarico molto delicato visto che a marzo Fondi vota il nuovo consiglio comunale e il rischio è che vengano rieletti gli stessi indicati come collusi con i clan.

Intanto a Fondi accade che il commissario facente funzioni Guido Nardone ha nominato come nuovo comandante dei vigili urbani (Dario Leone e il suo vice sono stati arrestati nell’inchiesta della Dda su favoreggiamenti e collusioni con i clan) l’ex generale delle Fiamme gialle Francesco Accardi coinvolto in calciopoli e molto amico del deputato pdl ed ex comandate della gdf Roberto Speciale, anche lui ben inserito in zona. Tutto ciò avviene senza che la politica dica un bè, anche nel centrosinistra. E il coordinatore del pd di Fondi Bruno Fiore, anima e motore di un risveglio di legalità a cui in ottobre sono state recapitate un paio di molotov sotto casa, ha deciso di dimettersi da coordinatore.

«E’ un momento delicato per questa città - scrive nel saluto - occorre tenere alta l’attenzione eppure quando mi guardo intorno sono solo». Ma non è finita qua. A dimostrazione che nel basso Lazio, in provincia di Latina, c’è una sorta di tappo che mantiene uno statu quo zeppo di dubbi, la V Commissione del Csm, quella che si occupa degli incarichi direttivi, ha negato la conferma del procuratore Giuseppe Mancini alla guida della procura di Latina.

Un parere lungo sedici pagine che parla di «condizionamenti ambientali esterni che ne hanno limitato l’autonomia» e di «esercizio non corretto delle sue prerogative di procuratore nei rapporti con i sostituti» a cui in pratica ha tolto fascicoli di indagine modificando l’andamento dell’inchiesta rispetto alla direzione data dai sostituti. Un esempio su tutti: il sequestro per abuso edilizio del campeggio Holiday village nei fatti riconsegnato ai proprietari dopo un intervento diretto del senatore Fazzone nei confronti del gip. L’ultima parola spetta al plenum del Csm che difficilmente potrà andare contro un parere così netto della Commissione.

Questo succede a Fondi. Dove tutto cambia perché nulla cambi.

Fonte:L'Unità del 19 dicembre 2009
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di Claudia Fusani

Su Fondi abbiamo scherzato. Tutto sta cambiando perché nulla cambi. Una roba che nemmeno Burt Lancaster-principe di Salina ne Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa riuscirebbe ad immaginare.

Ricordate Fondi, provincia di Latina? Le inchieste ancora in corso della procura distrettuale antimafia sulla collusioni tra clan di ‘ndrangheta e camorra e gli enti locali compreso il Mercato ortofrutticolo più grande d’Europa; le relazioni del prefetto di Latina Bruno Frattasi che da settembre 2008 hanno chiesto lo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose; le resistenze del ministero dell’Interno finché lo stesso ministro Maroni per due volte ne ha chiesto lo scioglimento al Consiglio dei ministri; gli interventi del senatore Claudio Fazzone (Pdl), ras e principe del voto del basso Lazio, che si è adoperato in tutti i modi per non far sciogliere il comune del suo amico sindaco Luigi Parisella e difatti c’è riuscito (sindaco e giunta si sono dimessi per evitare commissariamento).

Ecco, tutto questo che ha tenuto banco nell’agenda politica fino a settembre, è come se non esistesse più. Succede infatti che giovedì il Consiglio dei ministri ha promosso a più alto incarico il prefetto di Latina Bruno Frattasi. Il funzionario dello Stato che ha combattuto da solo e controcorrente al suo stesso ministero e che alla fine ha “perso” visto che il comune di cui aveva chiesto lo scioglimento non è stato sciolto, lascerà presto Latina e si occuperà dell’Ufficio di coordinamento delle forze di polizia. Al suo posto è stato nominato Antonio D’Acunto in arrivo da Crotone. D’Acunto ha davanti a sé un incarico molto delicato visto che a marzo Fondi vota il nuovo consiglio comunale e il rischio è che vengano rieletti gli stessi indicati come collusi con i clan.

Intanto a Fondi accade che il commissario facente funzioni Guido Nardone ha nominato come nuovo comandante dei vigili urbani (Dario Leone e il suo vice sono stati arrestati nell’inchiesta della Dda su favoreggiamenti e collusioni con i clan) l’ex generale delle Fiamme gialle Francesco Accardi coinvolto in calciopoli e molto amico del deputato pdl ed ex comandate della gdf Roberto Speciale, anche lui ben inserito in zona. Tutto ciò avviene senza che la politica dica un bè, anche nel centrosinistra. E il coordinatore del pd di Fondi Bruno Fiore, anima e motore di un risveglio di legalità a cui in ottobre sono state recapitate un paio di molotov sotto casa, ha deciso di dimettersi da coordinatore.

«E’ un momento delicato per questa città - scrive nel saluto - occorre tenere alta l’attenzione eppure quando mi guardo intorno sono solo». Ma non è finita qua. A dimostrazione che nel basso Lazio, in provincia di Latina, c’è una sorta di tappo che mantiene uno statu quo zeppo di dubbi, la V Commissione del Csm, quella che si occupa degli incarichi direttivi, ha negato la conferma del procuratore Giuseppe Mancini alla guida della procura di Latina.

Un parere lungo sedici pagine che parla di «condizionamenti ambientali esterni che ne hanno limitato l’autonomia» e di «esercizio non corretto delle sue prerogative di procuratore nei rapporti con i sostituti» a cui in pratica ha tolto fascicoli di indagine modificando l’andamento dell’inchiesta rispetto alla direzione data dai sostituti. Un esempio su tutti: il sequestro per abuso edilizio del campeggio Holiday village nei fatti riconsegnato ai proprietari dopo un intervento diretto del senatore Fazzone nei confronti del gip. L’ultima parola spetta al plenum del Csm che difficilmente potrà andare contro un parere così netto della Commissione.

Questo succede a Fondi. Dove tutto cambia perché nulla cambi.

Fonte:L'Unità del 19 dicembre 2009

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