martedì 22 dicembre 2009

Dodici anni di carcere per i reati su internet

Un senatore del PdL annuncia l’aggravante per i delitti d’opinione commessi tramite il web. E vuole combattere anche “l’uso patologico dei cellulari”: paura!

0983  prefetto lauro Dodici anni di carcere per i reati su internet Chiunque, comunicando con più persone in qualsiasi forma, istiga a commettere uno o più tra i delitti contro la vita e l’incolumità della persona, è punito, per il solo fatto dell’istigazione, con la reclusione da 3 a 12 anni. La stessa pena si applica a chiunque pubblicamente fa l’apologia di uno o più fra i delitti indicati. Se il fatto è commesso avvalendosi di comunicazione telefonica o telematica, la pena è aumentata». Mentre il ministro dell’Interno Maroni mette la retromarcia, ci pensa il senatore del Popolo delle Libertà Raffaele Lauro a rilanciare la guerra della politica contro internet, pensando all’introduzione, nel nostro ordinamento, del reato di istigazione e apologia dei delitti contro la vita e l’incolumità della persona, con l’aggravante per coloro che utilizzano strumenti informatici e telematici, come internet e i social network.

CATTIVI MAESTRI, MAESTRI CATTIVI – Di solito le aggravanti vengono comminate quando ci si trova davanti a un elemento di fatto o una situazione che può accompagnare l’azione o l’omissione illecita prevista come reato e che il legislatore ha preso in considerazione quale motivo di inasprimento della pena. In questo caso, l’inasprimento viene giustificato dall’utilizzo del mezzo elettronico tout court, e chissà perché: non si capisce come mai sarebbe meno grave istigare a delinquere tramite strillo in una pubblica piazza piena di persone, rispetto all’istigare in un blog visitato solo dagli intimi del cattivone. Ma siccome la logica è un optional, il senatore continua: “L’aggressione al Presidente Berlusconi -dice Lauro- ha evidenziato la necessità di intervenire sul diffuso fenomeno, caratterizzato da forme di esortazione alla violenza e all’aggressione, mediante discorsi, scritti ed interventi, che, in virtù delle moderne tecnologieinternet censura01g Dodici anni di carcere per i reati su internet informatiche, riescono oggi ad acquisire una rilevanza mediatica particolarmente significativa. Si è drammaticamente diffusa, anche tra i minorenni, l’abitudine ad utilizzare gli strumenti informatici per ledere la dignità delle persone, nelle forme più gravi, dai ricatti, alle ingiurie, a sfondo sessuale o razzista, alla diffamazione“. A parte il trascurabile particolare che Tartaglia non risultava essere un frequentatore della rete, ma bensì un fruitore di televisione (tanto da aver detto di non volerla vedere più), il ragionamento non fa una grinza.

MEDIOEVO? SI’, GRAZIE - Secondo la presentazione, la proposta di Lauro effettuerebbe un bilanciamento tra i valori costituzionali, in questo caso tra la libertà di manifestazione del pensiero (art. 21 Cost.) e la dignità della persona, riguardata nella sua dimensione più intensa, che presuppone la tutela della sua vita e della sua incolumità (artt. 2 e 13 Cost.). Ma il senatore non ha alcuna intenzione di ritenere conclusa la sua battaglia contro il vizio: «Il legislatore non può più attendere. Ecco perchè, insieme con questo disegno di legge – prosegue – ho presentato una mozione parlamentare, già sottoscritta da più di 50 senatori, di maggioranza e di opposizione, per discutere, al più presto, nell’aula del Senato, in un confronto con il governo, di cultura informatica e degli effetti perversi derivanti dall’uso patologico, da parte di giovani e giovanissimi, del cellulare, e delle conseguenze nei rapporti genitori-figli e sulle istituzioni scolastiche». La palla ora passa al Parlamento: che, non appena avrà ben capito cosa significa in italiano “uso patologico del cellulare”, e perché questo debba costituire un reato, legifererà.

Fonte:Giornalettismo

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Un senatore del PdL annuncia l’aggravante per i delitti d’opinione commessi tramite il web. E vuole combattere anche “l’uso patologico dei cellulari”: paura!

0983  prefetto lauro Dodici anni di carcere per i reati su internet Chiunque, comunicando con più persone in qualsiasi forma, istiga a commettere uno o più tra i delitti contro la vita e l’incolumità della persona, è punito, per il solo fatto dell’istigazione, con la reclusione da 3 a 12 anni. La stessa pena si applica a chiunque pubblicamente fa l’apologia di uno o più fra i delitti indicati. Se il fatto è commesso avvalendosi di comunicazione telefonica o telematica, la pena è aumentata». Mentre il ministro dell’Interno Maroni mette la retromarcia, ci pensa il senatore del Popolo delle Libertà Raffaele Lauro a rilanciare la guerra della politica contro internet, pensando all’introduzione, nel nostro ordinamento, del reato di istigazione e apologia dei delitti contro la vita e l’incolumità della persona, con l’aggravante per coloro che utilizzano strumenti informatici e telematici, come internet e i social network.

CATTIVI MAESTRI, MAESTRI CATTIVI – Di solito le aggravanti vengono comminate quando ci si trova davanti a un elemento di fatto o una situazione che può accompagnare l’azione o l’omissione illecita prevista come reato e che il legislatore ha preso in considerazione quale motivo di inasprimento della pena. In questo caso, l’inasprimento viene giustificato dall’utilizzo del mezzo elettronico tout court, e chissà perché: non si capisce come mai sarebbe meno grave istigare a delinquere tramite strillo in una pubblica piazza piena di persone, rispetto all’istigare in un blog visitato solo dagli intimi del cattivone. Ma siccome la logica è un optional, il senatore continua: “L’aggressione al Presidente Berlusconi -dice Lauro- ha evidenziato la necessità di intervenire sul diffuso fenomeno, caratterizzato da forme di esortazione alla violenza e all’aggressione, mediante discorsi, scritti ed interventi, che, in virtù delle moderne tecnologieinternet censura01g Dodici anni di carcere per i reati su internet informatiche, riescono oggi ad acquisire una rilevanza mediatica particolarmente significativa. Si è drammaticamente diffusa, anche tra i minorenni, l’abitudine ad utilizzare gli strumenti informatici per ledere la dignità delle persone, nelle forme più gravi, dai ricatti, alle ingiurie, a sfondo sessuale o razzista, alla diffamazione“. A parte il trascurabile particolare che Tartaglia non risultava essere un frequentatore della rete, ma bensì un fruitore di televisione (tanto da aver detto di non volerla vedere più), il ragionamento non fa una grinza.

MEDIOEVO? SI’, GRAZIE - Secondo la presentazione, la proposta di Lauro effettuerebbe un bilanciamento tra i valori costituzionali, in questo caso tra la libertà di manifestazione del pensiero (art. 21 Cost.) e la dignità della persona, riguardata nella sua dimensione più intensa, che presuppone la tutela della sua vita e della sua incolumità (artt. 2 e 13 Cost.). Ma il senatore non ha alcuna intenzione di ritenere conclusa la sua battaglia contro il vizio: «Il legislatore non può più attendere. Ecco perchè, insieme con questo disegno di legge – prosegue – ho presentato una mozione parlamentare, già sottoscritta da più di 50 senatori, di maggioranza e di opposizione, per discutere, al più presto, nell’aula del Senato, in un confronto con il governo, di cultura informatica e degli effetti perversi derivanti dall’uso patologico, da parte di giovani e giovanissimi, del cellulare, e delle conseguenze nei rapporti genitori-figli e sulle istituzioni scolastiche». La palla ora passa al Parlamento: che, non appena avrà ben capito cosa significa in italiano “uso patologico del cellulare”, e perché questo debba costituire un reato, legifererà.

Fonte:Giornalettismo

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1 commento:

Gianfranco Lillo ha detto...

...A questo punto, le alternative sono tre:
1) tornare alla clandestinità rivoluzionaria per continuare ad esprimersi liberamente, anche se in nuclei ristretti di persone fidate;

2) insorgere, usando gli stessi "mezzi democreatici" dello Stato;

3) accettare supinamente quello che ci viene imposto "democraticamente", nello stile delle "Repubbliche delle banane" e limitarci al ruolo di consumatori del nulla che riempiono le vuote scatole craniche abbandonate dai cervelli.

Qual è la scelta migliore?
Viva la LIBERTA'...degli altri, tipo Lauro!!!

 
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