martedì 15 dicembre 2009

Csm: processo breve "incostituzionale" Plenum approva a larga maggioranza il parere della sesta commissione: "È amnistia"


Il testo del ddl sul processo breve >>


ROMA - Il plenum del Csm ha approvato a larga maggioranza il parere della sesta Commissione che giudica il ddl sul processo breve in contrasto con più principi costituzionali e un ' ''amnistia" per reati "di considerevole gravità", a cominciare dalla corruzione.

L'approvazione è avvenuta nel corso di una seduta straordinaria. Contrari i laici del Pdl; a favore hanno votato invece i togati di tutte le correnti, i laici del centro-sinistra, il vice presidente Nicola Mancino.

"Anziché avere un'accelerazione avremo un allungamento dei tempi dei processi, la loro estinzione, con una caduta dei diritti e della certezza della pena". Il vice presidente del Csm Nicola Mancino indica così gli effetti che avrà il ddl sul processo breve. E punta l'indice soprattutto contro la mancata previsione di "supporti tecnici" a sostegno degli uffici giudiziari: "così accorciamo i tempi o distruggiamo?" "Il cittadino ha diritto ad avere una risposta" alle sue istanze di giustizia, ma se questa risposta c'é "non ce la possiamo prendere con i magistrati"

"E' UNO TSUNAMI PER LA GIUSTIZIA" - Il parere approvato dal plenum del Csm definisce "dirompente" la portata del processo breve anche per le ricadute che avrà sulla giustizia. Ma nel dibattito che ha preceduto il voto sono state usate anche espressioni più colorite. "In nome di interessi privati" c'é il rischio di determinare uno "tsumani" per la giustizia, ha avvertito il togato di Unicost Fabio Roia. Gli effetti saranno "devastanti" , ha sottolineato dallo stesso gruppo Roberto Carrelli Palombi; e ancora Giuseppe Maria Berruti (Unicost), uno dei tre relatori del parere, parlando soprattutto delle conseguenze che il provvedimento avrà sul processo civile, ha avvertito: così "si uccidono diritti". Non si è sottratto al ricorso alla metafora nemmeno il procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito, che lamentando la mancanza di interventi a monte per rendere effettivamente rapido il processo in termini di riforme e di risorse, ha ammonito: "il treno veloce della giustizia non può realizzarsi con una vecchia vaporiera e senza tener conto delle esigenze dei pendolari". E ad un'altra immagine ha fatto ricorso la togata di Magistratura democratica Betta Cesqui, per spiegare il "paradosso" del ddl che "afferma un diritto", quello ad avere un processo giusto e rapido, "attraverso la sua negazione": "é come realizzare il sogno dell'eterna giovinezza, sopprimendo la gente a 20 anni".

Di "sfregio alla giustizia e di colossale presa in giro dei cittadini", visto che il ddl"non affronta affatto la questione della lunghezza dei processi" ha parlato il laico del centro-sinistra Mauro Volpi. Mentre il consigliere dell'Udc Ugo Bergamo ha definito il ddl una "vera amnistia per migliaia e migliaia di processi". E Letizia Vacca del Pdci ha prospettato "il fallimento dello Stato" visto che dovrà "fronteggiare" una montagna di richieste di risarcimenti in sede civile. Fuori dal coro i laici del Pdl: Gianfranco Anedda, non solo ha attaccato l'Anm -che sul processo breve "ha minacciato uno sciopero"- e lo stesso Csm che "deborda dalle sue competenze, invocando l'incostituzionalità", ma ha anche lanciato accuse alla Corte costituzionale: "le sue sentenze sono politiche, non partitiche, ma sicuramente non giuridiche".

Fonte:Ansa

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Il testo del ddl sul processo breve >>


ROMA - Il plenum del Csm ha approvato a larga maggioranza il parere della sesta Commissione che giudica il ddl sul processo breve in contrasto con più principi costituzionali e un ' ''amnistia" per reati "di considerevole gravità", a cominciare dalla corruzione.

L'approvazione è avvenuta nel corso di una seduta straordinaria. Contrari i laici del Pdl; a favore hanno votato invece i togati di tutte le correnti, i laici del centro-sinistra, il vice presidente Nicola Mancino.

"Anziché avere un'accelerazione avremo un allungamento dei tempi dei processi, la loro estinzione, con una caduta dei diritti e della certezza della pena". Il vice presidente del Csm Nicola Mancino indica così gli effetti che avrà il ddl sul processo breve. E punta l'indice soprattutto contro la mancata previsione di "supporti tecnici" a sostegno degli uffici giudiziari: "così accorciamo i tempi o distruggiamo?" "Il cittadino ha diritto ad avere una risposta" alle sue istanze di giustizia, ma se questa risposta c'é "non ce la possiamo prendere con i magistrati"

"E' UNO TSUNAMI PER LA GIUSTIZIA" - Il parere approvato dal plenum del Csm definisce "dirompente" la portata del processo breve anche per le ricadute che avrà sulla giustizia. Ma nel dibattito che ha preceduto il voto sono state usate anche espressioni più colorite. "In nome di interessi privati" c'é il rischio di determinare uno "tsumani" per la giustizia, ha avvertito il togato di Unicost Fabio Roia. Gli effetti saranno "devastanti" , ha sottolineato dallo stesso gruppo Roberto Carrelli Palombi; e ancora Giuseppe Maria Berruti (Unicost), uno dei tre relatori del parere, parlando soprattutto delle conseguenze che il provvedimento avrà sul processo civile, ha avvertito: così "si uccidono diritti". Non si è sottratto al ricorso alla metafora nemmeno il procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito, che lamentando la mancanza di interventi a monte per rendere effettivamente rapido il processo in termini di riforme e di risorse, ha ammonito: "il treno veloce della giustizia non può realizzarsi con una vecchia vaporiera e senza tener conto delle esigenze dei pendolari". E ad un'altra immagine ha fatto ricorso la togata di Magistratura democratica Betta Cesqui, per spiegare il "paradosso" del ddl che "afferma un diritto", quello ad avere un processo giusto e rapido, "attraverso la sua negazione": "é come realizzare il sogno dell'eterna giovinezza, sopprimendo la gente a 20 anni".

Di "sfregio alla giustizia e di colossale presa in giro dei cittadini", visto che il ddl"non affronta affatto la questione della lunghezza dei processi" ha parlato il laico del centro-sinistra Mauro Volpi. Mentre il consigliere dell'Udc Ugo Bergamo ha definito il ddl una "vera amnistia per migliaia e migliaia di processi". E Letizia Vacca del Pdci ha prospettato "il fallimento dello Stato" visto che dovrà "fronteggiare" una montagna di richieste di risarcimenti in sede civile. Fuori dal coro i laici del Pdl: Gianfranco Anedda, non solo ha attaccato l'Anm -che sul processo breve "ha minacciato uno sciopero"- e lo stesso Csm che "deborda dalle sue competenze, invocando l'incostituzionalità", ma ha anche lanciato accuse alla Corte costituzionale: "le sue sentenze sono politiche, non partitiche, ma sicuramente non giuridiche".

Fonte:Ansa

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