Ricevo dagli amici di San Giovanni in Fiore e posto con condivisione:
L’allegata lettera aperta è stata consegnata all'Amministrazione Provinciale di San Giovanni in Fiore, Catanzaro e Crotone, nonché al comune di Cosenza e Paola. Sono stati distribuiti volantini (Comunicato al popolo) a Vibo, Gimignano, Soveria, Decollatura, Soverato, Pizzo, Cotronei, Lamezia ed Amantea. I tempi sono stati troppo ristretti, comunque la notizia sta circolando alla grande e molti stanno abbracciando la nostra causa. Infatti, alcuni gruppi di minoranza hanno estrapolato alcune notizie facendole proprie e promettendo battaglia in consiglio.
A San Giovanni in Fiore la maggioranza ha accolto compattamente l’ordine di scuderia per la costituzione del consorzio del “Parco Storico” rievocativo del decennio francese in Calabria: l’Avv. Franca Migliarese Caputi, Presidente del Consiglio comunale, ha ricordato ai consiglieri che la “LEGGE REGIONALE 15 gennaio 2009, n. 2” istituisce (Art.3) un consorzio obbligatorio tra gli Enti calabresi e l’Associazione ONLUS “G.Murat” di Pizzo, http://www.murat.it . Luigi Astorino, Antonio Barile e Francesco Spina Iaconis hanno accolto le nostre richieste ed hanno votato contro la Legge imposta dalla Regione Calabria, che ordina, sottraendo importanti risorse ai nostri già dissestati bilanci, lo stanziamento di contributi annuali degli Enti consorziati, e ordinari e straordinari della Regione per un’operazione subdola e malefica (vedi lettera aperta protocollata ai consigli comunali). Francesco Talerico si è astenuto.
L´occasione mi è gradita per inviarVi i miei più cordiali saluti.
Partito del Sud,
il coordinatore politico per la provincia di Cosenza
Gianpiero Tiano
Tel.: 328/4086727 - e-mail: partitodelsud@live.it
via Arvo,53
87055 San Giovanni in Fiore
Tutti i Meridionali consapevoli ed orgogliosi di essere tali, informino amici, parenti, conoscenti, circoli, associazioni e comitati affinché questa bruttura sia fermata ed i fondi siano utilizzati per fini più rispettosi della nostra dignità e più attinenti alla nostra antica cultura.
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COMUNICATO STAMPA
Richiesta fatta pervenire ai Consigli Comunali dei Comuni della Calabria
affinché non sottoscrivano la convenzione per la costituzione del Consorzio
“Parco della Sila” rievocativo del decennio Francese.
-Motivazione della richiesta -
Purtroppo la storia è scritta dai vincitori e, soprattutto, la storia del Meridione d’Italia è stata critta da chi il Sud lo ha sottomesso in una sorte di colonia di “poveri diavoli”.
Da anni, decenni, secoli ci infangano con storie inventate e mistificate, tese sistematicamente a mortificare le nostre tradizioni, la nostra identità e la nostra dignità di popolo.Una mitologia che, spesso, esalta proprio chi operò contro e a dispetto della nostra gente e contro la nostrra ultramillenaria cultura mediterranea, figlia della Magna Grecia.
Un’operazione subdola, malefica che ha finito per cancellare definitivamente la verità storica finanche dai libri di scuola, togliendo alla nostra gente la speranza in un futuro migliore, perché “a chi viene negato il passato viene precluso il futuro”.
E’ proprio di questi giorni la definizione della proposta di un “parco storico” (Proposta di legge n. 320/8^ d’iniziativa del Consigliere Borrello - LEGGE REGIONALE 15 gennaio 2009, n. 2) che si prefigge di esaltare vicende incredibilmente tragiche per la Terra Calabrese. Nel progetto è previsto un consorzio tra la ONLUS G. Murat ed i comuni interessati dall’ occupazione francese del 1806 -1816 il cui compito sarà di finaniare eventi, manifestazioni e monumenti per celebrare “le gesta” e “le libertà” dei conquistatori francesi.
Grazie alla generale indifferenza e ad una radicata e diffusa ignoranza storica, sarà la celebrazione e la rievocazione di una delle più devastanti e sanguinose conquiste strainere, una pagina dolorosa del nostro passato: sarà l’esaltazione dei nostri aguzzini.
Per questa incredibile e paradossale iniziativa, con lo stanziamento di contributi annuali degli Enti consorziati, nonché ordinari e straordinari della Regione, si sottrarranno importanti risorse ai nostri già dissestati bilanci. Un’operazione disonorevole per la nosra cultura e che, tra l’altro, non apporterà alcun beneficio ad un’economia già sofferente proprio per causa di quei fatti storici che si vorrebbero esaltare.
Purtroppo la maggioranza della nostra gente, anche perché distratta da una miriade di problemi, non conosce la verità storica e si fa passare sopra la testa con indifferenza queste iniziative che, camuffate da eventi culturali, oltre ad esaltare proprio quell’ideologia di chi ci ha ridotti nell’attuale situazione di disagio economico e sociale, si accaparra ciò che resta di un’economia ormai alla miseria.
-La verità storica del Decennio Francesee -
Nel 1806, coerenti al loro motto “La France sur le monde” (La Francia sul mondo), i francesi tornarono a invadere il Regno di Napoli. Anche in questo caso, così come nel 1799, si trattò di una vera e propria conquista militare. Sbaragliate le forze nazionali meridionali e massacrate intere popolazioni, Napoleone, imperatore e tiranno dei francesi, mise sul trono di Napoli prima il fratello Giuseppe e poi il cognato, lo stalliere Gioacchino Murat, creando un cosidetto “governo fantoccio” della Francia .
Nel 1808, dopo la conquista del Regno di Napoli, l’esercito francese invade la Spagna: le mire di conquista identiche ed i soldati sono gli stessi che massacrarono la nostra gente. Ma, in questo caso, il grande Francisco Goya ci ha lasciato a testimonianza quadri e incisioni sconvolgenti sui “disastri” e sui massacri perpetrati dall’esercito napoleonico in Spagna appena due anni dopo la campagna d’Italia.
Così, mentre la Spagna ogni anno ricorda con raccapriccio quanto i conquistatori francesi fecero alle popolazioni in nome di una libertà fantoccio, dalle nostre parti, dopo aver cancellato quel massacro dalla memoria storica e dai documenti ufficiali, hanno manipolato la verità fino al punto di celebrare ed esaltare il “decennio francese”.
Ma, ormai, molti elementi già da tempo stanno emergendo da archivi miracolosamente scampati alla distruzione meticolosamente operata dai francesi e dai loro collaborazionisti nostrani e tali vicende stanno prendendo forma in tutta la loro tragicità. Nel 1806, come nel 1799 con l’armata sanfedista del Cardinale Ruffo, il popolo del Regno Napolitano, il popolo del Sud rimasto fedele ai suoi leggittimi sovrani ed alla Fede Cattolica, ha tenacemente ostacolato l'avanzata delle truppe di occupazione francesi: dalla capitale Napoli fino alla Calabria.
Fu allora che con disprezzo gli invasori francesi chiamarono “Briganti” gli uomini e le donne del Sud che lottavano nella difesa della loro patria. Da allora fino all’unificazione italiana.
Nel frattempo continuiamo ancora a dimenticare gli eroici difensori di Lauria, Soveria, Cardamone,Caccuri, Gizzeria, Martirano, Parenti, Sambiase, Castrovillari o Amantea, Maida, Paola, Viggiano,
San Giovanni in Fiore. … e di decine e decine di altri paesi che si immolarono per difendere la propria nazione, la propria famiglia, la propria terra e la propria cultura da chi, in nome di una falsa libertà, veniva a saccheggiare, devastare ed uccidere.
La commissione Militare Francese in pochi mesi condannò a morte 881 persone e tra queste anche ragazzi di 15 anni colpevoli di cantare canzoni religiose considerate ostili agli invasori.
Ed eroi veri e leali come il famoso Michele Pezza, detto Fra Diavolo, formidabile guerriglieromeridionale, sono stati impiccati e cancellati dalla storia, dalla nostra storia scritta dai francesi e dai loro alleati. Migliaia di uomini, donne e bambini massacrati, un’infinità di paesi saccheggiati e distrutti solo perché si opponevano a quella invasione contro il Sud e contro la religione cristiana.
La “strage di Lauria” fu immensa, assurda, raccapricciante, esemplare. Nell’agosto del 1806 le truppe napoleoniche condotte dal generale André Masséna, dopo due giorni di combattimentoriuscirono a penetrare nell'abitato ed a saccheggiarlo. Molti furono i morti: non vennerorisparmiati nemmeno i bambini e le donne. Le cronache del tempo narrano che quesi feroci soldati còrsi si accanirono proprio contro gli inermi, massacrando anche i malati trovati nel proprio letto, o chi, comunque, non era riuscito a scappare in fretta. Le fonti più attendibili, ossia le relazioni militari dell'epoca, parlano dell'eccidio di oltre mille abitanti (in pratica uno su sette), nonché dell'incendio e della distruzione di edifici sacri e di palazzi istituzionali e, infine, del tremendo saccheggio, di cui il gen. Masséna concesse piena licenza alle sue truppe. I corpi degli abitanti uccisi, insieme a quelli dei partigiani napoletani, vennero gettati in una fossa comune detta ancora oggi "onda dei morti". Il Capitano De Monitigni Turpèn sciveva a Napoleone Bonaparte: “(...) non resterà fabbricato e bivaccheremo tutti, marescialli e soldati, sulle pietre insanguinate di una citta che è diventata una fornace ardente…”.
Per il cronista francese Rambaud “(...) le cifre delle vittime della repressione tra il 1806 e il 1815 non erano immaginabili: non meno di quarantamila”.
Nessuno aveva il diritto di massacrare la nostra gente, per nessuna legge, per nessuna riforma e per nessuna idea al mondo e nessuno, oggi, ha il diritto di esaltare quel massacro, quella pulizia etnica,quell’immane devastazione, quella assurda violenza. Tutti noi abbiamo il dovere di ricercare e diffondere la verità storica, di liberarci, finalmente, dai complessi di inferiorità impostoci dalle colonizzazioni di ieri e oggi per ritrovare l’orgolio degli antichi Popoli delle Due Sicilie.
COMITATO PER LA VERITÀ STORICA
Sede di San Giovanni in Fiore
Associazione “Due Sicilie in Fiore”
PARTITO DEL SUD
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COMUNICATO AL POPOLO
Richiesta fatta pervenire al Consiglio Comunale di San Giovanni in Fiore (CS)
e tutti gli altri Enti calabresi affinché non sottoscrivano la convenzione per la
costituzione del Consorzio “Parco della Sila” rievocativo del decennio
Francese.
-Motivazione della richiesta -
Purtroppo la storia è scritta dai vincitori e, soprattutto, la storia del Meridione d’Italia è stata scritta da chi il Sud lo ha sottomesso in una sorte di colonia di “poveri diavoli”.
Da anni, decenni, secoli ci infangano con storie inventate e mistificate, tese sistematicamente a mortificare le nostre tradizioni, la nostra identità e la nostra dignità di popolo. Una mitologia che, spesso, esalta proprio chi operò contro e a dispetto della nostra gente e contro la nostrra ultramillenaria cultura mediterranea, figlia della Magna Grecia.
Un’operazione subdola, malefica che ha finito per cancellare definitivamente la verità storica finanche dai libri di scuola, togliendo alla nostra gente la speranza in un futuro migliore, perché “a chi viene negato il passato viene precluso il futuro”.
E’ proprio di questi giorni la definizione della proposta di un “parco storico” (Proposta di legge n. 320/8^ d’iniziativa del Consigliere Borrello - LEGGE REGIONALE 15 gennaio 2009, n. 2) che si prefigge di esaltare vicende incredibilmente tragiche per la Terra Calabrese. Nel progetto è previsto un consorzio tra la ONLUS G. Murat ed i comuni interessati dall’ occupazione francese del 1806 -1816 il cui compito sarà di finaniare eventi, manifestazioni e monumenti per celebrare “le gesta” e “le libertà” dei conquistatori francesi.
Grazie alla generale indifferenza e ad una radicata e diffusa ignoranza storica, sarà la celebrazione e la rievocazione di una delle più devastanti e sanguinose conquiste strainere, una pagina dolorosa del nostro passato: sarà l’esaltazione dei nostri aguzzini.
Per questa incredibile e paradossale iniziativa, con lo stanziamento di contributi annuali degli Enti consorziati, nonché ordinari e straordinari della Regione, si sottrarranno importanti risorse ai nostri già dissestati bilanci. Un’operazione disonorevole per la nosra cultura e che, tra l’altro, non apporterà alcun beneficio ad un’economia già sofferente proprio per causa di quei fatti storici che si vorrebbero esaltare.
Purtroppo la maggioranza della nostra gente, anche perché distratta da una miriade di problemi, non conosce la verità storica e si fa passare sopra la testa con indifferenza queste iniziative che, camuffate da eventi culturali, oltre ad esaltare proprio quell’ideologia di chi ci ha ridotti nell’attuale situazione di disagio economico e sociale, si accaparra ciò che resta di un’economia ormai alla miseria.
-La verità storica del Decennio Francesee -
Nel 1806, coerenti al loro motto “La France sur le monde” (La Francia sul mondo), i francesi tornarono a invadere il Regno di Napoli. Anche in questo caso, così come nel 1799, si trattò di una vera e propria conquista militare. Sbaragliate le forze nazionali meridionali e massacrate intere popolazioni, Napoleone, imperatore e tiranno dei francesi, mise sul trono di Napoli prima il fratello Giuseppe e poi il cognato, lo stalliere Gioacchino Murat, creando un cosidetto “governo fantoccio” della Francia .
Nel 1808, dopo la conquista del Regno di Napoli, l’esercito francese invade la Spagna: le mire di conquista identiche ed i soldati sono gli stessi che massacrarono la nostra gente. Ma, in questo caso, il grande Francisco Goya ci ha lasciato a testimonianza quadri e incisioni sconvolgenti sui “disastri” e sui massacri perpetrati dall’esercito napoleonico in Spagna appena due anni dopo la campagna d’Italia.
Così, mentre la Spagna ogni anno ricorda con raccapriccio quanto i conquistatori francesi fecero alle popolazioni in nome di una libertà fantoccio, dalle nostre parti, dopo aver cancellato quel massacro dalla memoria storica e dai documenti ufficiali, hanno manipolato la verità fino al punto di celebrare ed esaltare il “decennio francese”.
Ma, ormai, molti elementi già da tempo stanno emergendo da archivi miracolosamente scampati alla distruzione meticolosamente operata dai francesi e dai loro collaborazionisti nostrani e tali vicende stanno prendendo forma in tutta la loro tragicità. Nel 1806, come nel 1799 con l’armatasanfedista del Cardinale Ruffo, il popolo del Regno Napolitano, il popolo del Sud rimasto fedele ai suoi leggittimi sovrani ed alla Fede Cattolica, ha tenacemente ostacolato l'avanzata delle truppe di occupazione francesi: dalla capitale Napoli fino alla Calabria.
Fu allora che con disprezzo gli invasori francesi chiamarono “Briganti” gli uomini e le donne del Sud che lottavano nella difesa della loro patria. Da allora fino all’unificazione italiana.
Nel frattempo continuiamo ancora a dimenticare gli eroici difensori di Lauria, Soveria, Cardamone,Caccuri, Gizzeria, Martirano, Parenti, Sambiase, Castrovillari o Amantea, Maida, Paola, Viggiano, San Giovanni in Fiore. … e di decine e decine di altri paesi che si immolarono per difendere la propria nazione, la propria famiglia, la propria terra e la propria cultura da chi, in nome di una falsa libertà, veniva a saccheggiare, devastare ed uccidere.
La commissione Militare Francese in pochi mesi condannò a morte 881 persone e tra queste anche ragazzi di 15 anni colpevoli di cantare canzoni religiose considerate ostili agli invasori. Ed eroi veri e leali come il famoso Michele Pezza, detto Fra Diavolo, formidabile guerriglieromeridionale, sono stati impiccati e cancellati dalla storia, dalla nostra storia scritta dai francesi e dai loro alleati. Migliaia di uomini, donne e bambini massacrati, un’infinità di paesi saccheggiati e distrutti solo perché si opponevano a quella invasione contro il Sud e contro la religione cristiana.
La “strage di Lauria” fu immensa, assurda, raccapricciante, esemplare. Nell’agosto del 1806 le truppe napoleoniche condotte dal generale André Masséna, dopo due giorni di combattimentoriuscirono a penetrare nell'abitato ed a saccheggiarlo. Molti furono i morti: non vennerorisparmiati nemmeno i bambini e le donne. Le cronache del tempo narrano che quesi feroci soldati còrsi si accanirono proprio contro gli inermi, massacrando anche i malati trovati nel proprio letto, o chi, comunque, non era riuscito a scappare in fretta. Le fonti più attendibili, ossia le relazioni militari dell'epoca, parlano dell'eccidio di oltre mille abitanti (in pratica uno su sette), nonché dell'incendio e della distruzione di edifici sacri e di palazzi istituzionali e, infine, del tremendo saccheggio, di cui il gen. Masséna concesse piena licenza alle sue truppe. I corpi degli abitanti uccisi, insieme a quelli dei partigiani napoletani, vennero gettati in una fossa comune detta ancora oggi "onda dei morti". Il Capitano De Monitigni Turpèn sciveva a Napoleone Bonaparte: “(...) non resterà fabbricato e bivaccheremo tutti, marescialli e soldati, sulle pietre insanguinate di una citta che è diventata una fornace ardente…”.
Per il cronista francese Rambaud “(...) le cifre delle vittime della repressione tra il 1806 e il 1815 non erano immaginabili: non meno di quarantamila”.
Nessuno aveva il diritto di massacrare la nostra gente, per nessuna legge, per nessuna riforma e per nessuna idea al mondo e nessuno, oggi, ha il diritto di esaltare quel massacro, quella pulizia etnica,quell’immane devastazione, quella assurda violenza. Tutti noi abbiamo il dovere di ricercare e diffondere la verità storica, di liberarci, finalmente, dai complessi di inferiorità impostoci dalle colonizzazioni di ieri e oggi per ritrovare l’orgolio degli antichi Popoli delle Due Sicilie.
COMITATO PER LA VERITÀ STORICA
Sede di San Giovanni in Fiore
Associazione “Due Sicilie in Fiore”
PARTITO DEL SUD
Per info: partitodelsud@live.it -duesicilieinfiore@libero.it -veritastorica_cs@libero.it
Tel.: 328.4086727
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Gentile Consigliere,
Le scriviamo nella sua qualità di Consigliere Comunale a San Giovanni in Fiore
affinché il Consiglio Comunale e gli altri enti calabresi non sottoscrivano la
convenzione per la costituzione del Consorzio “Parco della Sila” rievocativo del
decennio Francese.
-Motivazione della richiesta -
Purtroppo la storia è scritta dai vincitori e, soprattutto, la storia del Meridione d’Italia è stata scritta da chi il Sud lo ha sottomesso in una sorte di colonia di “poveri diavoli”.
Da anni, decenni, secoli ci infangano con storie inventate e mistificate, tese sistematicamente a mortificare le nostre tradizioni, la nostra identità e la nostra dignità di popolo. Una mitologia che, spesso, esalta proprio chi operò contro e a dispetto della nostra gente e contro la nostra ultramillenaria cultura mediterranea, figlia della Magna Grecia.
Un’operazione subdola, malefica che ha finito per cancellare definitivamente la verità storica finanche dai libri di scuola, togliendo alla nostra gente la speranza in un futuro migliore, perché “a chi viene negato il passato viene precluso il futuro”.
E’ proprio di questi giorni la definizione della proposta di un “parco storico” (Proposta di legge n. 320/8^ d’iniziativa del Consigliere Borrello - LEGGE REGIONALE 15 gennaio 2009, n. 2) che si prefigge di esaltare vicende incredibilmente tragiche per la Terra Calabrese. Nel progetto è previsto un consorzio tra la ONLUS G. Murat ed i comuni interessati dall’ occupazione francese del 1806 -1816 il cui compito sarà di finaniare eventi, manifestazioni e monumenti per celebrare “le gesta” e “le libertà” dei conquistatori francesi.
Grazie alla generale indifferenza e ad una radicata e diffusa ignoranza storica, sarà la celebrazione e la rievocazione di una delle più devastanti e sanguinose conquiste strainere, una pagina dolorosa del nostro passato: sarà l’esaltazione dei nostri aguzzini.
Per questa incredibile e paradossale iniziativa, con lo stanziamento di contributi annuali degli Enti consorziati, nonché ordinari e straordinari della Regione, si sottrarranno importanti risorse ai nostri già dissestati bilanci. Un’operazione disonorevole per la nosra cultura e che, tra l’altro, non apporterà alcun beneficio ad un’economia già sofferente proprio per causa di quei fatti storici che si vorrebbero esaltare.
Purtroppo la maggioranza della nostra gente, anche perché distratta da una miriade di problemi, non conosce la verità storica e si fa passare sopra la testa con indifferenza queste iniziative che, camuffate da eventi culturali, oltre ad esaltare proprio quell’ideologia di chi ci ha ridotti nell’attuale situazione di disagio economico e sociale, si accaparra ciò che resta di un’economia ormai alla miseria.
-La verità storica del Decennio Francesee -
Nel 1806, coerenti al loro motto “La France sur le monde” (La Francia sul mondo), i francesi tornarono a invadere il Regno di Napoli. Anche in questo caso, così come nel 1799, si trattò di una vera e propria conquista militare. Sbaragliate le forze nazionali meridionali e massacrate intere popolazioni, Napoleone, imperatore e tiranno dei francesi, mise sul trono di Napoli prima il fratello Giuseppe e poi il cognato, lo stalliere Gioacchino Murat, creando un cosidetto “governo fantoccio” della Francia .
Nel 1808, dopo la conquista del Regno di Napoli, l’esercito francese invade la Spagna: le mire di conquista identiche ed i soldati sono gli stessi che massacrarono la nostra gente. Ma, in questo caso, il grande Francisco Goya ci ha lasciato a testimonianza quadri e incisioni sconvolgenti sui “disastri” e sui massacri perpetrati dall’esercito napoleonico in Spagna appena due anni dopo la campagna d’Italia.
Così, mentre la Spagna ogni anno ricorda con raccapriccio quanto i conquistatori francesi fecero alle popolazioni in nome di una libertà fantoccio, dalle nostre parti, dopo aver cancellato quel massacro dalla memoria storica e dai documenti ufficiali, hanno manipolato la verità fino al punto di celebrare ed esaltare il “decennio francese”.
Ma, ormai, molti elementi già da tempo stanno emergendo da archivi miracolosamente scampati
alla distruzione meticolosamente operata dai francesi e dai loro collaborazionisti nostrani e tali vicende stanno prendendo forma in tutta la loro tragicità. Nel 1806, come nel 1799 con l’armatasanfedista del Cardinale Ruffo, il popolo del Regno Napolitano, il popolo del Sud rimasto fedele ai suoi leggittimi sovrani ed alla Fede Cattolica, ha tenacemente ostacolato l'avanzata delle truppe di
occupazione francesi: dalla capitale Napoli fino alla Calabria.
Fu allora che con disprezzo gli invasori francesi chiamarono “Briganti” gli uomini e le donne del Sud che lottavano nella difesa della loro patria. Da allora fino all’unificazione italiana.
Nel frattempo continuiamo ancora a dimenticare gli eroici difensori di Lauria, Soveria, Cardamone,Caccuri, Gizzeria, Martirano, Parenti, Sambiase, Castrovillari o Amantea, Maida, Paola, Viggiano,
San Giovanni in Fiore. … e di decine e decine di altri paesi che si immolarono per difendere la propria nazione, la propria famiglia, la propria terra e la propria cultura da chi, in nome di una falsa libertà, veniva a saccheggiare, devastare ed uccidere.
La commissione Militare Francese in pochi mesi condannò a morte 881 persone e tra queste anche ragazzi di 15 anni colpevoli di cantare canzoni religiose considerate ostili agli invasori.
Ed eroi veri e leali come il famoso Michele Pezza, detto Fra Diavolo, formidabile guerrigliero meridionale, sono stati impiccati e cancellati dalla storia, dalla nostra storia scritta dai francesi e
dai loro alleati. Migliaia di uomini, donne e bambini massacrati, un’infinità di paesi saccheggiati e distrutti solo perché si opponevano a quella invasione contro il Sud e contro la religione cristiana.
La “strage di Lauria” fu immensa, assurda, raccapricciante, esemplare. Nell’agosto del 1806 le truppe napoleoniche condotte dal generale André Masséna, dopo due giorni di combattimentoriuscirono a penetrare nell'abitato ed a saccheggiarlo. Molti furono i morti: non vennerorisparmiati nemmeno i bambini e le donne. Le cronache del tempo narrano che quesi feroci soldati
còrsi si accanirono proprio contro gli inermi, massacrando anche i malati trovati nel proprio letto, o chi, comunque, non era riuscito a scappare in fretta. Le fonti più attendibili, ossia le relazioni
militari dell'epoca, parlano dell'eccidio di oltre mille abitanti (in pratica uno su sette), nonché dell'incendio e della distruzione di edifici sacri e di palazzi istituzionali e, infine, del tremendo saccheggio, di cui il gen. Masséna concesse piena licenza alle sue truppe. I corpi degli abitanti uccisi, insieme a quelli dei partigiani napoletani, vennero gettati in una fossa comune detta ancora
oggi "onda dei morti". Il Capitano De Monitigni Turpèn sciveva a Napoleone Bonaparte: “(...) non resterà fabbricato e bivaccheremo tutti, marescialli e soldati, sulle pietre insanguinate di una citta che è diventata una fornace ardente…”.
Per il cronista francese Rambaud “(...) le cifre delle vittime della repressione tra il 1806 e il 1815 non erano immaginabili: non meno di quarantamila”.
Nessuno aveva il diritto di massacrare la nostra gente, per nessuna legge, per nessuna riforma e per nessuna idea al mondo e nessuno, oggi, ha il diritto di esaltare quel massacro, quella pulizia etnica,
quell’immane devastazione, quella assurda violenza. Tutti noi abbiamo il dovere di ricercare e diffondere la verità storica, di liberarci, finalmente, dai complessi di inferiorità impostoci dalle colonizzazioni di ieri e oggi per ritrovare l’orgolio degli antichi Popoli delle Due Sicilie.
COMITATO PER LA VERITÀ STORICA
Sede di San Giovanni in Fiore
Associazione “Due Sicilie in Fiore”
PARTITO DEL SUD
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