giovedì 26 novembre 2009

I neoborbonici chiedono al Ministro Alfano la restituzione dei resti dei “briganti” meridionali


TORINO Riapre il “museo degli orrori” di Lombroso: i neoborbonici chiedono al Ministro Alfano la restituzione dei resti dei “briganti” meridionali. In occasione della riapertura del Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” di Torino (prevista per il 27 novembre), il Movimento Neoborbonico ha chiesto al Ministro della Giustizia Alfano e al Direttore del Museo torinese la restituzione dei resti dei cosiddetti “briganti” destinati ad essere ancora esposti nelle vetrine del museo.
Cesare Lombroso, infatti, con studi utilizzati dagli stessi nazisti e ormai smentiti nettamente dalla scienza ufficiale, teorizzò l’inferiorità della “razza meridionale” che sarebbe stata geneticamente portata alla delinquenza, sulla base di misurazioni di centinaia di resti e di crani prelevati al seguito delle truppe piemontesi che invasero il Regno delle Due Sicilie e massacrarono migliaia di meridionali che si erano ribellati a quell’invasione cancellandoli dalla storia come “briganti”.
I danni procurati da quelle teorie, del resto, sono ancora enormi se si pensa solo alla quantità di luoghi comuni e di episodi di razzismo che i meridionali subiscono sistematicamente.
Molti di quei resti, ed in particolare quelli del calabrese Giuseppe Millella, sono ancora al centro di quel museo e non hanno mai avuto un’adeguata e cristiana sepoltura e quel rispetto che dopo tanto tempo meriterebbero.
Anche in vista delle celebrazioni dei 150 anni dell’Italia unita, il Movimentoneoborbonico ha richiesto al Ministro della Giustizia on. Alfano, competente per il Museo Lombroso, la restituzione dei resti come gesto di vera riconciliazione nazionale: i neoborbonici, con una sottoscrizione già avviata,
si faranno carico di organizzare una celebrazione religiosa e una sepoltura in uno dei luoghi-simbolo del cosiddetto “brigantaggio” meridionale.


Senalazione ASDS
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TORINO Riapre il “museo degli orrori” di Lombroso: i neoborbonici chiedono al Ministro Alfano la restituzione dei resti dei “briganti” meridionali. In occasione della riapertura del Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” di Torino (prevista per il 27 novembre), il Movimento Neoborbonico ha chiesto al Ministro della Giustizia Alfano e al Direttore del Museo torinese la restituzione dei resti dei cosiddetti “briganti” destinati ad essere ancora esposti nelle vetrine del museo.
Cesare Lombroso, infatti, con studi utilizzati dagli stessi nazisti e ormai smentiti nettamente dalla scienza ufficiale, teorizzò l’inferiorità della “razza meridionale” che sarebbe stata geneticamente portata alla delinquenza, sulla base di misurazioni di centinaia di resti e di crani prelevati al seguito delle truppe piemontesi che invasero il Regno delle Due Sicilie e massacrarono migliaia di meridionali che si erano ribellati a quell’invasione cancellandoli dalla storia come “briganti”.
I danni procurati da quelle teorie, del resto, sono ancora enormi se si pensa solo alla quantità di luoghi comuni e di episodi di razzismo che i meridionali subiscono sistematicamente.
Molti di quei resti, ed in particolare quelli del calabrese Giuseppe Millella, sono ancora al centro di quel museo e non hanno mai avuto un’adeguata e cristiana sepoltura e quel rispetto che dopo tanto tempo meriterebbero.
Anche in vista delle celebrazioni dei 150 anni dell’Italia unita, il Movimentoneoborbonico ha richiesto al Ministro della Giustizia on. Alfano, competente per il Museo Lombroso, la restituzione dei resti come gesto di vera riconciliazione nazionale: i neoborbonici, con una sottoscrizione già avviata,
si faranno carico di organizzare una celebrazione religiosa e una sepoltura in uno dei luoghi-simbolo del cosiddetto “brigantaggio” meridionale.


Senalazione ASDS
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono soddisfatto di questa inziativa. E' ora che si faccia luce sui crimini di tanti assassini passati alla storia come eroi nazionali. La Repubblica, nel 1948 avrebbe dovuto con un atto di coraggio che le mancò, la verità. Si inserì invece nel filone storico tradizionale e, a mio parere mancò alla sua missione.Oggi ne paghiamole conseguenze.

Unknown ha detto...

Oggi, 9 aprile 2014 lo scandalo continua. Si offende la memoria di tanti patrioti meridionali che hanno avuto l'unico torto di essere stati dalla parte degli sconfitti. Si continuano ad utilizzare i loro poveri resti per dei deliri sulla superiorità razziale mai del tutto sopiti. L'Italia non esiste, non è mai esistita del tutto e se vogliamo dare un senso seppure vago a questa unione forzata, questa offesa alla civiltà va cancellata totalmente, va cancellata anche la memoria e qualunque riferimento storico a quel razzista di Lombroso.

 
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