(ASCA) - Firenze, 30 ott - Le casse dello Stato, dal dopoguerra ad oggi, hanno 'bruciato' 140 milioni di euro al mese solo per riparare i danni provocati dalle catastrofi naturali investendo 100 volte meno di risorse per la prevenzione''. E' quanto rivela il libro 'Gli italiani con gli stivali. La Protezione Civile nella penisola dei grandi rischi' che inaugura la nuova collana del Cigno di Legambiente (pagine 240, costo 20 euro con i proventi che andranno alla ricostruzione dell'Abruzzo). Scritto da Erasmo D'Angelis (Pd), giornalista e presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale della Toscana, con prefazione di Guido Bertolaso il volume e' stato presentato oggi all'interno della manifestazione 'Dire e Fare' alla Fortezza da Basso di Firenze.
Basta sfogliarlo per rendersi conto che viviamo su una Penisola-catalogo di grandi rischi, da sempre martoriata da terremoti, eruzioni, alluvioni, epidemie, incendi, frane e crolli, disboscamenti, siccita', mareggiate e altre sciagure.
''Un corpo a corpo devastante - spiega D'Angelis - dimostrato dal solo ritmo dei terremoti importanti negli ultimi sei secoli: uno ogni 14 mesi! Sotto le macerie dei crolli, nel solo Novecento, sono morte tra le 250.000 e le 300.000 persone! Ma 23 milioni di italiani vivono ancora oggi in abitazioni insicure in aree a rischio sismico. Siamo anche tra i paesi piu' franosi del mondo e le 30.000 alluvioni degli ultimi 100 anni hanno devastato 1.500 paesi, seppellendo nel fango oltre 5.000 vittime''.
Eppure, come dimostra l'autore, sarebbe stato facile evitare almeno i morti. Gia' nel 1783, infatti, rievoca l'autore, dopo l'ecatombe dei 60.000 morti tra Calabria e Sicilia, i Borboni dettagliarono altezze di edifici e tecniche antisismiche.
D'Angelis fa emergere pero' anche il valore della Protezione civile che coinvolge un volontariato forte di 1,3 milioni di italiani.
afe/rg/ss
(Asca)
Basta sfogliarlo per rendersi conto che viviamo su una Penisola-catalogo di grandi rischi, da sempre martoriata da terremoti, eruzioni, alluvioni, epidemie, incendi, frane e crolli, disboscamenti, siccita', mareggiate e altre sciagure.
''Un corpo a corpo devastante - spiega D'Angelis - dimostrato dal solo ritmo dei terremoti importanti negli ultimi sei secoli: uno ogni 14 mesi! Sotto le macerie dei crolli, nel solo Novecento, sono morte tra le 250.000 e le 300.000 persone! Ma 23 milioni di italiani vivono ancora oggi in abitazioni insicure in aree a rischio sismico. Siamo anche tra i paesi piu' franosi del mondo e le 30.000 alluvioni degli ultimi 100 anni hanno devastato 1.500 paesi, seppellendo nel fango oltre 5.000 vittime''.
Eppure, come dimostra l'autore, sarebbe stato facile evitare almeno i morti. Gia' nel 1783, infatti, rievoca l'autore, dopo l'ecatombe dei 60.000 morti tra Calabria e Sicilia, i Borboni dettagliarono altezze di edifici e tecniche antisismiche.
D'Angelis fa emergere pero' anche il valore della Protezione civile che coinvolge un volontariato forte di 1,3 milioni di italiani.
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