Pubblichiamo l’appello lanciato da un gruppo di storici a proposito degli studi sul Risorgimento italiano. Il titolo del documento è «Più verità e meno retorica sul Risorgimento».
Il centocinquantesimo dell’unità rischia di ridursi a una sbrodolata di retorica, a un’altra occasione per ribadire luoghi comuni ma anche omissioni e menzogne storiche. Rischia di essere una parata di cerimonie ufficiali, frequentate da azzimati spettatori paganti e da scolaresche cooptate; un diluvio di discorsi politicamente corretti; la ripetizione di patriottici mantra.
Noi vorremmo invece che la ricorrenza possa essere occasione per una analisi serena degli avvenimenti storici, per affrontare silenzi, reticenze e veri e propri occultamenti di prove e di cadaveri.
I tempi sono maturi per farlo. Un secolo e mezzo di tempo dovrebbe aver sopito anche le passioni più accese, sicuramente quelle in buona fede. Vorremmo che si facesse finalmente anche da noi quello che - ad esempio - in America si è cominciato a fare appena qualche anno dopo la fine dalla loro guerra civile: esaminare gli avvenimenti e i ruoli con obiettività e onestà.
Purtroppo invece le interpretazioni, le giustificazioni, le verità «ufficiali» continuano a viziare la versione corrente della nostra storia.
Noi chiediamo che le risorse impegnate in inutili e vacue cerimonie, in comitati paludati, vengano devolute in iniziative di chiarezza, di confronto, di divulgazione di verità non più coperte dalla «ragion di Stato».
Noi chiediamo che sia fatta giustizia sui vincitori e sui vinti, e su tutti quelli che sono stati presi in mezzo.
Il centocinquantesimo dell’unità rischia di ridursi a una sbrodolata di retorica, a un’altra occasione per ribadire luoghi comuni ma anche omissioni e menzogne storiche. Rischia di essere una parata di cerimonie ufficiali, frequentate da azzimati spettatori paganti e da scolaresche cooptate; un diluvio di discorsi politicamente corretti; la ripetizione di patriottici mantra.
Noi vorremmo invece che la ricorrenza possa essere occasione per una analisi serena degli avvenimenti storici, per affrontare silenzi, reticenze e veri e propri occultamenti di prove e di cadaveri.
I tempi sono maturi per farlo. Un secolo e mezzo di tempo dovrebbe aver sopito anche le passioni più accese, sicuramente quelle in buona fede. Vorremmo che si facesse finalmente anche da noi quello che - ad esempio - in America si è cominciato a fare appena qualche anno dopo la fine dalla loro guerra civile: esaminare gli avvenimenti e i ruoli con obiettività e onestà.
Purtroppo invece le interpretazioni, le giustificazioni, le verità «ufficiali» continuano a viziare la versione corrente della nostra storia.
Noi chiediamo che le risorse impegnate in inutili e vacue cerimonie, in comitati paludati, vengano devolute in iniziative di chiarezza, di confronto, di divulgazione di verità non più coperte dalla «ragion di Stato».
Noi chiediamo che sia fatta giustizia sui vincitori e sui vinti, e su tutti quelli che sono stati presi in mezzo.
Francesco Mario Agnoli
Franco Bampi
Ettore Beggiato
Romano Bracalini
Elena Bianchini Braglia
Lorenzo Del Boca
Gigi Di Fiore
Paolo Gulisano
Adolfo Morganti
Gilberto Oneto
Fonte:Il Giornale del 27/10/2009
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