giovedì 8 ottobre 2009

L’Italia che resiste



di Antonio Padellaro

Prima di tutto, un grazie riconoscente ai nove giudici della Corte Costituzionale che hanno detto basta all'impunità di uno soltanto. Stabilendo una volta per sempre (speriamo) che nessuno in questo Paese può esseredichiarato, per legge, superiore alla legge. Nessuno, nemmeno il padrone più potente e il premier più arrogante.
Probabilmente, la vera storia delle lusinghe, delle promesse e delle minacce che i giudici della Consulta hanno dovuto sopportare non la conosceremo mai. Mentre sulla disinvoltura di altri giudici sorpresi a cenare cordialmente insieme a colui che dovevano giudicare sappiamo già tutto.
Attenzione però alle prime dichiarazioni di Berlusconi e delle sue teste di cuoio. Se il premier dice che la Corte è “di sinistra”, come i giornali, la magistratura e perfino lo stesso Napolitano, che pure il lodo Alfano ha firmato. Se aggiunge: “mi fanno un baffo”, mostrando il solito alto rispetto per le istituzioni. Se il pittbull Gasparri afferma che da oggi quella stessa Corte “non è più un
organismo di garanzia ma politico”. Se Bossi chiama a raccolta la
piazza ed evoca la guerra civile. Se, insomma, la destra delle teste di
cuoio scatena i suoi bassi istinti, significa che giorni più aspri ci attendono.
Sembra chiara l'intenzione di spaccare e dividere l'Italia più di quanto non lo sia già chiamando tutti a un referendum pro o contro Berlusconi. E non soltanto nelle urne, come sarebbe legittimo. Il timore è che il continuo straparlare di golpe e di farabutti, che le accuse di comportamenti “antinazionali”preludano a qualcosa che sta maturando nella testa di qualcuno e di cui l'annunciata manifestazione “spontanea” di popolo potrebbe essere il detonatore. Non illudiamoci.
La senteza della Corte ha soltanto stabilito una linea di demarcazione.
Sappiamo cosa c'è di qua. l'Italia pronta a difendere la sua costituzione
e il principio di uguaglianza. L'Italia onesta che disprezza evasori e bancarottieri. L'Italia che non si nasconde dietro gli scudi e i privilegi. L'Italia che chiamaladri i ladri. L'Italia che non si fa intimidire. L'Italia che finalmente ha detto basta.

Fonte:Il Fatto Quotidiano - prima pagina 08/10/2009
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di Antonio Padellaro

Prima di tutto, un grazie riconoscente ai nove giudici della Corte Costituzionale che hanno detto basta all'impunità di uno soltanto. Stabilendo una volta per sempre (speriamo) che nessuno in questo Paese può esseredichiarato, per legge, superiore alla legge. Nessuno, nemmeno il padrone più potente e il premier più arrogante.
Probabilmente, la vera storia delle lusinghe, delle promesse e delle minacce che i giudici della Consulta hanno dovuto sopportare non la conosceremo mai. Mentre sulla disinvoltura di altri giudici sorpresi a cenare cordialmente insieme a colui che dovevano giudicare sappiamo già tutto.
Attenzione però alle prime dichiarazioni di Berlusconi e delle sue teste di cuoio. Se il premier dice che la Corte è “di sinistra”, come i giornali, la magistratura e perfino lo stesso Napolitano, che pure il lodo Alfano ha firmato. Se aggiunge: “mi fanno un baffo”, mostrando il solito alto rispetto per le istituzioni. Se il pittbull Gasparri afferma che da oggi quella stessa Corte “non è più un
organismo di garanzia ma politico”. Se Bossi chiama a raccolta la
piazza ed evoca la guerra civile. Se, insomma, la destra delle teste di
cuoio scatena i suoi bassi istinti, significa che giorni più aspri ci attendono.
Sembra chiara l'intenzione di spaccare e dividere l'Italia più di quanto non lo sia già chiamando tutti a un referendum pro o contro Berlusconi. E non soltanto nelle urne, come sarebbe legittimo. Il timore è che il continuo straparlare di golpe e di farabutti, che le accuse di comportamenti “antinazionali”preludano a qualcosa che sta maturando nella testa di qualcuno e di cui l'annunciata manifestazione “spontanea” di popolo potrebbe essere il detonatore. Non illudiamoci.
La senteza della Corte ha soltanto stabilito una linea di demarcazione.
Sappiamo cosa c'è di qua. l'Italia pronta a difendere la sua costituzione
e il principio di uguaglianza. L'Italia onesta che disprezza evasori e bancarottieri. L'Italia che non si nasconde dietro gli scudi e i privilegi. L'Italia che chiamaladri i ladri. L'Italia che non si fa intimidire. L'Italia che finalmente ha detto basta.

Fonte:Il Fatto Quotidiano - prima pagina 08/10/2009
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