di Lucio Barletta.
ANNULLIAMO I VOTI DI MAFIA!
Tutti gli italiani sanno che nel nostro Parlamento, oltre ad una novantina di condannati con sentenza passata in giudicato, siede, ed opera nell’ombra, uno sparuto ma non meno agguerrito manipolo di Onorevoli signori, nominati direttamente dalle organizzazioni mafiose.
A cascata, tale allarmante fenomeno si riflette anche nelle istituzioni locali.
Questi rispettabili, rispettati e rispettosi personaggi, si adoperano alacremente per creare tutti i presupposti e le coperture necessarie affinché la mafia operi, proliferi indisturbata e penetri sempre più a fondo nella società.
L’immenso potere economico gestito dalle organizzazioni criminali produce fatturati da capogiro, che farebbero impallidire anche le più affermate multinazionali.
Per mantenere un trend in così costante crescita, scevro da crisi di settore, è necessario però passare attraverso corruzione, acquisizione e gestione di appalti pubblici, estorsione, traffici illeciti, prostituzione, e dulcis in fundo decine di migliaia di morti ammazzati, da ripartire equamente tra gli aderenti alle stesse cosche ed il sacrificio delle forze dell’ordine.
Le connivenze politiche rivestono pertanto un importanza vitale nella gestione del potere criminale, in quanto fiaccano il lavoro di coloro che ogni giorno ne contrastano l’operatività.
Arruolare politici compiacenti e riuscire a far si che vengano eletti è un compito che non consente errori e omissioni.
“L’onorevole” che rappresenterà il Don Ciccio locale, dovrà dimostrare doti di fedeltà ed asservimento ma potrà contare su di una sicura elezione tramite le migliaia di voti di paurosi, omertosi ed acritici elettori.
Il sistema di voto, nella sua semplicità, ha un meccanismo particolarmente efficiente.
L’elettorato viene reclutato davanti i seggi elettorali dai vari sottopanza incaricati, i quali, per tutta la durata delle operazioni di voto, stabiliranno lì la propria dimora.
Un primo elettore entrerà nella cabina di voto, già in possesso di una scheda fac-simile che inserirà nell’urna, portando fuori dal seggio quella originale non compilata.
All’esterno quindi, la preferenza per il “Cetto La Qualunque” prescelto viene espressa sulla scheda, che sarà poi consegnata al secondo elettore, il quale, dentro la cabina, dovrà solo preoccuparsi di trafugare a sua volta la scheda non compilata ed imbucare quella ricevuta con la relativa preferenza.
La scheda bianca verrà pertanto consegnata agli zelanti picciotti i quali, dopo averla compilata, la affideranno quindi al successivo elettore che compierà lo stesso rituale.
Questa catena di Sant’Antonio permette così di non avere alcun tipo di sorprese per l’esito finale a meno che, anche da parte del popolo oppresso, non avvenga un impeto di ribellione.
Ed è proprio questo il sentimento a cui vogliamo appellarci per consigliare un escamotage che potrebbe ingannare persino il mammasantissima: basterebbe infatti, all’interno dell’omertosa cabina, annullare la scheda “precompilata”, prima che la stessa venga inserita nell’urna.
Il rischio di essere individuati è praticamente inesistente, ma consente l’inebriante soddisfazione di avere, con un piccola azione apparentemente non partecipativa, contribuito a sconfiggere la mafia.
Il singolo gesto è una goccia che cade sulla pietra ma i tanti esempi possono rappresentare il flusso d’acqua che scava il solco.
Le organizzazioni mafiose dovranno perdere i propri riferimenti istituzionali garantiti da prezzolati travet che giornalmente occupano spazi di potere inquinati dal malaffare.
S.O.S. Diritti si rivolge pertanto alle migliaia di cittadini di buona volontà, costretti sempre a subire i soprusi criminali, ma con in mano anche la possibilità di poter alzare la testa e guardare per una volta con orgoglio i propri figli, fieri di averli resi uomini liberi.
L’avvocato Lucio Barletta è presidente di S.O.S. Diritti.
ANNULLIAMO I VOTI DI MAFIA!
Tutti gli italiani sanno che nel nostro Parlamento, oltre ad una novantina di condannati con sentenza passata in giudicato, siede, ed opera nell’ombra, uno sparuto ma non meno agguerrito manipolo di Onorevoli signori, nominati direttamente dalle organizzazioni mafiose.
A cascata, tale allarmante fenomeno si riflette anche nelle istituzioni locali.
Questi rispettabili, rispettati e rispettosi personaggi, si adoperano alacremente per creare tutti i presupposti e le coperture necessarie affinché la mafia operi, proliferi indisturbata e penetri sempre più a fondo nella società.
L’immenso potere economico gestito dalle organizzazioni criminali produce fatturati da capogiro, che farebbero impallidire anche le più affermate multinazionali.
Per mantenere un trend in così costante crescita, scevro da crisi di settore, è necessario però passare attraverso corruzione, acquisizione e gestione di appalti pubblici, estorsione, traffici illeciti, prostituzione, e dulcis in fundo decine di migliaia di morti ammazzati, da ripartire equamente tra gli aderenti alle stesse cosche ed il sacrificio delle forze dell’ordine.
Le connivenze politiche rivestono pertanto un importanza vitale nella gestione del potere criminale, in quanto fiaccano il lavoro di coloro che ogni giorno ne contrastano l’operatività.
Arruolare politici compiacenti e riuscire a far si che vengano eletti è un compito che non consente errori e omissioni.
“L’onorevole” che rappresenterà il Don Ciccio locale, dovrà dimostrare doti di fedeltà ed asservimento ma potrà contare su di una sicura elezione tramite le migliaia di voti di paurosi, omertosi ed acritici elettori.
Il sistema di voto, nella sua semplicità, ha un meccanismo particolarmente efficiente.
L’elettorato viene reclutato davanti i seggi elettorali dai vari sottopanza incaricati, i quali, per tutta la durata delle operazioni di voto, stabiliranno lì la propria dimora.
Un primo elettore entrerà nella cabina di voto, già in possesso di una scheda fac-simile che inserirà nell’urna, portando fuori dal seggio quella originale non compilata.
All’esterno quindi, la preferenza per il “Cetto La Qualunque” prescelto viene espressa sulla scheda, che sarà poi consegnata al secondo elettore, il quale, dentro la cabina, dovrà solo preoccuparsi di trafugare a sua volta la scheda non compilata ed imbucare quella ricevuta con la relativa preferenza.
La scheda bianca verrà pertanto consegnata agli zelanti picciotti i quali, dopo averla compilata, la affideranno quindi al successivo elettore che compierà lo stesso rituale.
Questa catena di Sant’Antonio permette così di non avere alcun tipo di sorprese per l’esito finale a meno che, anche da parte del popolo oppresso, non avvenga un impeto di ribellione.
Ed è proprio questo il sentimento a cui vogliamo appellarci per consigliare un escamotage che potrebbe ingannare persino il mammasantissima: basterebbe infatti, all’interno dell’omertosa cabina, annullare la scheda “precompilata”, prima che la stessa venga inserita nell’urna.
Il rischio di essere individuati è praticamente inesistente, ma consente l’inebriante soddisfazione di avere, con un piccola azione apparentemente non partecipativa, contribuito a sconfiggere la mafia.
Il singolo gesto è una goccia che cade sulla pietra ma i tanti esempi possono rappresentare il flusso d’acqua che scava il solco.
Le organizzazioni mafiose dovranno perdere i propri riferimenti istituzionali garantiti da prezzolati travet che giornalmente occupano spazi di potere inquinati dal malaffare.
S.O.S. Diritti si rivolge pertanto alle migliaia di cittadini di buona volontà, costretti sempre a subire i soprusi criminali, ma con in mano anche la possibilità di poter alzare la testa e guardare per una volta con orgoglio i propri figli, fieri di averli resi uomini liberi.
L’avvocato Lucio Barletta è presidente di S.O.S. Diritti.
Fonte: Megachip
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