domenica 13 settembre 2009

Le bugie di Gelmini sul tempo pieno senza «compresenza»


Giuseppe Caliceti

Il nuovo anno scolastico è alle porte e la battaglia della disinformazione sulla scuola continua. Dopo aver tagliato senza ritegno su fondi e personale, una Gelmini senza ritegno, ha la faccia tosta di dichiarare che grazie a lei le scuole a tempo pieno aumentano: proprio lei che sta studiando il modo per farle saltare in tre anni. Facendo saltare quella "compresenza" che è l'essenza del tempo pieno. Fioroni, responsabile Educazione del Pd, chiede che la smetta di dire bugie e ricorda come «il tempo pieno non esiste più. È invece iniziata l'era del doposcuola, in cui i nostri figli sono considerati poco più di pacchi postali: non interessa più cosa imparano ma ci si occupa solo di dove parcheggiarli. È francamente incomprensibile cosa ci sia d'andarne così fieri».
Rincarano la dose le deputate del Pd Manuela Ghizzoni, Maria Coscia e Rosa De Pasquale, affermando che Gelmini «insiste a raccontar favole e si auto incensa, ma noi vogliamo che venga in parlamento a riferire i dati reali: quanti studenti ci sono in ogni classe, quante sezioni a tempo pieno non sono state autorizzate rispetto alle richieste delle famiglie, quante richieste di tempo prolungato nella scuola media». Occorre allora chiarirsi bene sulla compresenza: le poche ore a settima in cui, su un'unica classe, fino allo scorso anno, c'erano due docenti contemporaneamente. Permetteva il recupero per alunni in difficoltà. Di organizzare uscite didattiche - per legge ogni venti alunni occorre ci sia un adulto. Di mettere una pezza di fronte a emergenze e disagi crescenti di una società sempre più complessa. Di aiutare i bambini di origine straniera. Di aiutare i cosiddetti alunni "difficili", cioè con problemi, ma non certificati. Per dare «pari opportunità a tutti» aiutando chi ne aveva più bisogno, creando cioè almeno da bambini a vivere in un ambiente più sano e meno selettivo. Ma anche per aiutare i bambini diversamente abili dopo la drastica riduzione dei docenti di sostegno nonostante le certificazioni dell'Usl dichiarino come, per diritto, abbiano diritto a un numero tot di ore di aiuto, che poi non vengono date perché bisogna risparmiare; sulla loro pelle: la pelle di un bambino disabile; una vergogna.
Ma la compresenza in questi anni è stata utilizzata in particolare per "coprire" le assenze dei docenti in malattia, evitando la nomina (e il pagamento) da parte dei presidi di tante supplenze, con un conseguente risparmio.

In sintesi: ogni virtuosa compresenza votata all'aiuto degli alunni più in difficoltà o alla costruzione di una scuola più moderna e laboratoriale, permettendo tra l'altro uscite didattiche che senza la compresenza diventano impossibili per legge, è sempre "saltata" - in modo indegno - in nome del risparmio, almeno per i primi cinque giorni di malattia.
E ora che la compresenza non c'è più ma ne restano residui perché il programma di taglio ai docenti sarà completato in tre anni? Utilizziamo le ore eccedenti guadagnate con la soppressione della compresenza per fare progetti sul disagio. È un consiglio che diamo a tutte le scuole, a tutti i docenti: specie quelli delle scuole a tempo pieno. Guardiamo in faccia chi sono i presidi contrari oggi o domani - perché già si sta giocando la partita sui tagli del prossimo anno - a progetti contro il "disagio scolastico" che fino a oggi incentivavano e promuovevano.

Fonte:
Il Manifesto13/09/2009
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Giuseppe Caliceti

Il nuovo anno scolastico è alle porte e la battaglia della disinformazione sulla scuola continua. Dopo aver tagliato senza ritegno su fondi e personale, una Gelmini senza ritegno, ha la faccia tosta di dichiarare che grazie a lei le scuole a tempo pieno aumentano: proprio lei che sta studiando il modo per farle saltare in tre anni. Facendo saltare quella "compresenza" che è l'essenza del tempo pieno. Fioroni, responsabile Educazione del Pd, chiede che la smetta di dire bugie e ricorda come «il tempo pieno non esiste più. È invece iniziata l'era del doposcuola, in cui i nostri figli sono considerati poco più di pacchi postali: non interessa più cosa imparano ma ci si occupa solo di dove parcheggiarli. È francamente incomprensibile cosa ci sia d'andarne così fieri».
Rincarano la dose le deputate del Pd Manuela Ghizzoni, Maria Coscia e Rosa De Pasquale, affermando che Gelmini «insiste a raccontar favole e si auto incensa, ma noi vogliamo che venga in parlamento a riferire i dati reali: quanti studenti ci sono in ogni classe, quante sezioni a tempo pieno non sono state autorizzate rispetto alle richieste delle famiglie, quante richieste di tempo prolungato nella scuola media». Occorre allora chiarirsi bene sulla compresenza: le poche ore a settima in cui, su un'unica classe, fino allo scorso anno, c'erano due docenti contemporaneamente. Permetteva il recupero per alunni in difficoltà. Di organizzare uscite didattiche - per legge ogni venti alunni occorre ci sia un adulto. Di mettere una pezza di fronte a emergenze e disagi crescenti di una società sempre più complessa. Di aiutare i bambini di origine straniera. Di aiutare i cosiddetti alunni "difficili", cioè con problemi, ma non certificati. Per dare «pari opportunità a tutti» aiutando chi ne aveva più bisogno, creando cioè almeno da bambini a vivere in un ambiente più sano e meno selettivo. Ma anche per aiutare i bambini diversamente abili dopo la drastica riduzione dei docenti di sostegno nonostante le certificazioni dell'Usl dichiarino come, per diritto, abbiano diritto a un numero tot di ore di aiuto, che poi non vengono date perché bisogna risparmiare; sulla loro pelle: la pelle di un bambino disabile; una vergogna.
Ma la compresenza in questi anni è stata utilizzata in particolare per "coprire" le assenze dei docenti in malattia, evitando la nomina (e il pagamento) da parte dei presidi di tante supplenze, con un conseguente risparmio.

In sintesi: ogni virtuosa compresenza votata all'aiuto degli alunni più in difficoltà o alla costruzione di una scuola più moderna e laboratoriale, permettendo tra l'altro uscite didattiche che senza la compresenza diventano impossibili per legge, è sempre "saltata" - in modo indegno - in nome del risparmio, almeno per i primi cinque giorni di malattia.
E ora che la compresenza non c'è più ma ne restano residui perché il programma di taglio ai docenti sarà completato in tre anni? Utilizziamo le ore eccedenti guadagnate con la soppressione della compresenza per fare progetti sul disagio. È un consiglio che diamo a tutte le scuole, a tutti i docenti: specie quelli delle scuole a tempo pieno. Guardiamo in faccia chi sono i presidi contrari oggi o domani - perché già si sta giocando la partita sui tagli del prossimo anno - a progetti contro il "disagio scolastico" che fino a oggi incentivavano e promuovevano.

Fonte:
Il Manifesto13/09/2009

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