Fonte:
Golfo TvIl 23 ottobre 1936 venne siglato l'accordo dell'Asse Roma-Berlino; il 6 novembre 1937 l'Italia aderisce al patto anti Komintern; il 13 marzo 1938 l'Austria venne occupata dai tedeschi; Il 29 e 30 settembre 1938 l'Italia siglava con la Francia, la Germania e l'Inghilterra il patto di Monaco; il 15 marzo 1939 Praga veniva occupata dalla Wehrmacht; il 7 e 8 aprile 1939 l'Italia si impadroniva dell'Albania; il 22 maggio 1939 viene firmato il Patto d'Acciaio; il 23 agosto 1939 si stipulava il Patto di Non Aggressione Russo - Tedesco; il 25 agosto 1939 Polonia e Gran Bretagna si accordano per un sostegno reciproco in caso di guerra; il 1 settembre 1939 la Wehrmacht invade la Polonia: era iniziata la seconda guerra mondiale.
Questa serie incalzante di avvenimenti, tra accordi diplomatici e iniziative militari, faceva respirare anche in Italia un clima ormai di guerra. Quando il 2 settembre 1939 a Gaeta scoppio la polveriera Carolina su monte Orlando immediatamente si ebbe la suggestione che la guerra era già arrivata nella penisola. Invece, in quella tragica situazione, Gaeta venne coinvolta qualche anno dopo ...
È utile in questa fase riportare il racconto di un osservatore dell'epoca, il compianto Edmondo Rebecchi. "Ero in spiaggia [a Serapo] con mio fratello [Carlo], ... quando vidi sopra monte Orlando, elevarsi una colonna di fumo: -Chè è un incendio? - Fu un attimo. Una lunga fiammata si scagliò contro il cielo, seguita da un boato tremendo. Dopo pochi secondi incominciarono a cadere intorno a noi cassette di zinco che nell'impatto col suolo esplodevano, e poi l'ira di Dio, pezzi di ferro incandescenti, tronchi di albero, pezzi di legno in fiamme, polvere granulosa, densa, puzzolente. In tutto quel pandemonio io gridavo a mio fratello di rifugiarci nella cabina, ... Sul tetto della cabina era un continuo grandinare e Carlo gridò: - Prendi il tavolo pieghevole, mettiamocelo in testa e corriamo verso l'albergo; è scoppiata la polveriera! - Così facemmo. Lì, al riparo, vedevamo gente che scappava da tutte le parti: bagnanti, vestiti a metà, alcune signore quasi nude. Il cielo s'era oscurato, un fumo denso copriva ormai tutto monte Orlando e lingue di fiamme s'intravedevano tra gli alberi. - È scoppiata la polverira! - gridavano tutti - dobbiamo andare verso Formia perché se scoppia anche quell'altra dove ci sono i proiettili, qui avviene un terremoto! - E tutti a scappare verso Formia".
In quei momenti terribili la popolazione gaetana, vedendo la spiaggia di Serapo piena di detriti e il mare antistante colmo di involucri di munizioni galleggianti, in un attimo ricollegò il tutto ai tragici avvenimenti del giorno precedente in Polonia. Ma nel giro di qualche ora la situazione si ristabilì e l'allarme guerra rientrò.
I danni dello scoppio della polveriera Carolina sono stati notevoli, le strutture divelte sono ancora li nel Parco in attesa di essere riqualificati. In ogni caso lo stesso Rebecchi ci parla di una tragedia più grande evitata, ovvero lo scoppio di un'altra polveriera (la Ferdinando?): Dino Ribecchi nel suo racconto spiega come le fiamme, che avevano distrutto la sterpaglia, si erano fermate proprio fuori la porta dell'altro deposito di munizioni. Proprio su quella porta era presente l'immagine di un Santo canonizzato il 1 aprile 1934. Qualche giorno dopo Rebecchi andò con il padre sopra monte Orlando per rendersi conto dell'accaduto e sulla porta della polveriera scampata all'incendio trovò l'immagine sacra bruciacchiata con un mazzetto di fiori sotto: è stato un miracolo? Quel Santo era Giovanni Bosco.
Incidenti simili si erano già avuti in Gaeta, per brevità citiamo soltanto lo scoppio della polveriera S. Antonio il 5 febbraio 1861 nell'attuale quartiere medievale all'altezza della base NATO. Mentre dello scoppio del 1939 pare non ci siano fotografie, dell'esplosione avvenuta durante l'ultimo assedio esistono diverse pitture realizzate quasi dal vero. Dello scoppio del 1861 abbiamo diverse cronache, ma ricordiamo soltanto il Giornale dell'Assedio di Gaeta di Carlo Garnier. In questo caso lo scoppio della riserva di munizioni viene visto come l'avvenimento più grave di tutto l'assedio. Garnier descrive il rumore spaventoso, le pietre e gli scogli che sono rimbalzati in aria per quasi un minuto, l'enorme polverone, la scomparsa di centinaia di soldati, le famiglie di civili distrutte, tantissimi feriti sanguinolenti, le enormi quantità di macerie.
La posizione della Polveriera Carolina in una rielaborazione grafica dell'autore
su di una carta del 1860 realizzata per un Atlante borbonico da Quandel
Gaeta - Scoppio della Polveriera S. Antonio il 5 febbraio 1861
Fonte:
Golfo TvIl 23 ottobre 1936 venne siglato l'accordo dell'Asse Roma-Berlino; il 6 novembre 1937 l'Italia aderisce al patto anti Komintern; il 13 marzo 1938 l'Austria venne occupata dai tedeschi; Il 29 e 30 settembre 1938 l'Italia siglava con la Francia, la Germania e l'Inghilterra il patto di Monaco; il 15 marzo 1939 Praga veniva occupata dalla Wehrmacht; il 7 e 8 aprile 1939 l'Italia si impadroniva dell'Albania; il 22 maggio 1939 viene firmato il Patto d'Acciaio; il 23 agosto 1939 si stipulava il Patto di Non Aggressione Russo - Tedesco; il 25 agosto 1939 Polonia e Gran Bretagna si accordano per un sostegno reciproco in caso di guerra; il 1 settembre 1939 la Wehrmacht invade la Polonia: era iniziata la seconda guerra mondiale.
Questa serie incalzante di avvenimenti, tra accordi diplomatici e iniziative militari, faceva respirare anche in Italia un clima ormai di guerra. Quando il 2 settembre 1939 a Gaeta scoppio la polveriera Carolina su monte Orlando immediatamente si ebbe la suggestione che la guerra era già arrivata nella penisola. Invece, in quella tragica situazione, Gaeta venne coinvolta qualche anno dopo ...
È utile in questa fase riportare il racconto di un osservatore dell'epoca, il compianto Edmondo Rebecchi. "Ero in spiaggia [a Serapo] con mio fratello [Carlo], ... quando vidi sopra monte Orlando, elevarsi una colonna di fumo: -Chè è un incendio? - Fu un attimo. Una lunga fiammata si scagliò contro il cielo, seguita da un boato tremendo. Dopo pochi secondi incominciarono a cadere intorno a noi cassette di zinco che nell'impatto col suolo esplodevano, e poi l'ira di Dio, pezzi di ferro incandescenti, tronchi di albero, pezzi di legno in fiamme, polvere granulosa, densa, puzzolente. In tutto quel pandemonio io gridavo a mio fratello di rifugiarci nella cabina, ... Sul tetto della cabina era un continuo grandinare e Carlo gridò: - Prendi il tavolo pieghevole, mettiamocelo in testa e corriamo verso l'albergo; è scoppiata la polveriera! - Così facemmo. Lì, al riparo, vedevamo gente che scappava da tutte le parti: bagnanti, vestiti a metà, alcune signore quasi nude. Il cielo s'era oscurato, un fumo denso copriva ormai tutto monte Orlando e lingue di fiamme s'intravedevano tra gli alberi. - È scoppiata la polverira! - gridavano tutti - dobbiamo andare verso Formia perché se scoppia anche quell'altra dove ci sono i proiettili, qui avviene un terremoto! - E tutti a scappare verso Formia".
In quei momenti terribili la popolazione gaetana, vedendo la spiaggia di Serapo piena di detriti e il mare antistante colmo di involucri di munizioni galleggianti, in un attimo ricollegò il tutto ai tragici avvenimenti del giorno precedente in Polonia. Ma nel giro di qualche ora la situazione si ristabilì e l'allarme guerra rientrò.
I danni dello scoppio della polveriera Carolina sono stati notevoli, le strutture divelte sono ancora li nel Parco in attesa di essere riqualificati. In ogni caso lo stesso Rebecchi ci parla di una tragedia più grande evitata, ovvero lo scoppio di un'altra polveriera (la Ferdinando?): Dino Ribecchi nel suo racconto spiega come le fiamme, che avevano distrutto la sterpaglia, si erano fermate proprio fuori la porta dell'altro deposito di munizioni. Proprio su quella porta era presente l'immagine di un Santo canonizzato il 1 aprile 1934. Qualche giorno dopo Rebecchi andò con il padre sopra monte Orlando per rendersi conto dell'accaduto e sulla porta della polveriera scampata all'incendio trovò l'immagine sacra bruciacchiata con un mazzetto di fiori sotto: è stato un miracolo? Quel Santo era Giovanni Bosco.
Incidenti simili si erano già avuti in Gaeta, per brevità citiamo soltanto lo scoppio della polveriera S. Antonio il 5 febbraio 1861 nell'attuale quartiere medievale all'altezza della base NATO. Mentre dello scoppio del 1939 pare non ci siano fotografie, dell'esplosione avvenuta durante l'ultimo assedio esistono diverse pitture realizzate quasi dal vero. Dello scoppio del 1861 abbiamo diverse cronache, ma ricordiamo soltanto il Giornale dell'Assedio di Gaeta di Carlo Garnier. In questo caso lo scoppio della riserva di munizioni viene visto come l'avvenimento più grave di tutto l'assedio. Garnier descrive il rumore spaventoso, le pietre e gli scogli che sono rimbalzati in aria per quasi un minuto, l'enorme polverone, la scomparsa di centinaia di soldati, le famiglie di civili distrutte, tantissimi feriti sanguinolenti, le enormi quantità di macerie.
La posizione della Polveriera Carolina in una rielaborazione grafica dell'autore
su di una carta del 1860 realizzata per un Atlante borbonico da Quandel
Gaeta - Scoppio della Polveriera S. Antonio il 5 febbraio 1861
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