Di Tania Passa
“Le parole sugli immigrati pronunciate da monsignor Vegliò non sono quelle del Vaticano o della Cei da cui, anzi, spesso, lo stesso Vegliò è stato poi contraddetto", aveva dichiarato il ministro Calderoni in risposta alle dichiarazioni di Vegliò, che da Ministro della Santa Sede aveva attaccato il Governo sull’Immigrazione.
La Santa Sede in conseguenza delle affermazioni di Calderoni, oggi risponde con una dura replica del presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, monsignor Antonio Maria Vegliò:
"Vorrei asserire che come capo dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede - precisa Vegliò in una nota diffusa dalla sala stampa della Santa Sede - mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede; mai sono stato contraddetto dalla Conferenza episcopale italiana".
"Forse il signor ministro - prosegue Vegliò - aveva in mente altre situazioni o si riferiva a qualcun altro. È poi inaccettabile e offensivo quanto viene riportato più avanti nella dichiarazione del ministro, quasi che io sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani, inghiottiti dalle acque del Mediterraneo. La mia dichiarazione partiva solo da un fatto concreto, tragico: la morte di tante persone, senza accusa - conclude - ma chiamando tutti alla propria responsabilità".
La responsabilità evocata da Monsignor Vegliò non sembra aver prevalso però, e così in casa Lega Cota torna questa sera con un duro attacco al Vaticano e precisamente contro Monsignor Marchetto, il quale in un articolo pubblicato sulla rivista giuridica online statunitense 'Jurist', aveva fatto un'analisi complessiva dei "demeriti" delle norme adottate negli ultimi mesi nel nostro Paese affermando che il "peccato originale" dell'intera legislazione italiana in materia di immigrazione è Il reato di clandestinità.
Dunque Cota in tutta risposta a Monsignor Marchetto afferma che: “Le dichiarazioni di Mons. Marchetto sono a titolo personale, espressione di un pregiudizio politico e non hanno nulla di religioso. Chi parla così sono i soliti che qualcuno definisce cattocomunisti e che in realtà hanno perso il 'catto' e sono comunisti.”
Insomma chiunque attacchi il Governo e le sue politiche diviene “ comunista”, ci mancava solo che lo dicessero al Vaticano, ahimè lo hanno fatto .
Fonte:Articolo21
“Le parole sugli immigrati pronunciate da monsignor Vegliò non sono quelle del Vaticano o della Cei da cui, anzi, spesso, lo stesso Vegliò è stato poi contraddetto", aveva dichiarato il ministro Calderoni in risposta alle dichiarazioni di Vegliò, che da Ministro della Santa Sede aveva attaccato il Governo sull’Immigrazione.
La Santa Sede in conseguenza delle affermazioni di Calderoni, oggi risponde con una dura replica del presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, monsignor Antonio Maria Vegliò:
"Vorrei asserire che come capo dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede - precisa Vegliò in una nota diffusa dalla sala stampa della Santa Sede - mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede; mai sono stato contraddetto dalla Conferenza episcopale italiana".
"Forse il signor ministro - prosegue Vegliò - aveva in mente altre situazioni o si riferiva a qualcun altro. È poi inaccettabile e offensivo quanto viene riportato più avanti nella dichiarazione del ministro, quasi che io sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani, inghiottiti dalle acque del Mediterraneo. La mia dichiarazione partiva solo da un fatto concreto, tragico: la morte di tante persone, senza accusa - conclude - ma chiamando tutti alla propria responsabilità".
La responsabilità evocata da Monsignor Vegliò non sembra aver prevalso però, e così in casa Lega Cota torna questa sera con un duro attacco al Vaticano e precisamente contro Monsignor Marchetto, il quale in un articolo pubblicato sulla rivista giuridica online statunitense 'Jurist', aveva fatto un'analisi complessiva dei "demeriti" delle norme adottate negli ultimi mesi nel nostro Paese affermando che il "peccato originale" dell'intera legislazione italiana in materia di immigrazione è Il reato di clandestinità.
Dunque Cota in tutta risposta a Monsignor Marchetto afferma che: “Le dichiarazioni di Mons. Marchetto sono a titolo personale, espressione di un pregiudizio politico e non hanno nulla di religioso. Chi parla così sono i soliti che qualcuno definisce cattocomunisti e che in realtà hanno perso il 'catto' e sono comunisti.”
Insomma chiunque attacchi il Governo e le sue politiche diviene “ comunista”, ci mancava solo che lo dicessero al Vaticano, ahimè lo hanno fatto .
Fonte:Articolo21
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