martedì 18 agosto 2009

“Sciogliere subito Fondi per mafia”. La richiesta della deputata Angela Napoli, Popolo delle Libertà


di Nello Trocchia



La richiesta è giunta due mesi fa , ma alcuni ministri hanno fatto notare che in quel consiglio comunale così come nella giunta non c’è nessun indagato”. Questa la ragione addotta dal primo ministro Silvio Berlusconi per motivare il mancato scioglimento del comune di Fondi per condizionamento mafioso.


Quando intervistai il sindaco Luigi Parisella non sapevo potesse avere epigoni nelle sfere alte di Palazzo Chigi. Anche il primo cittadino di Fondi disse: “ Non ci sono indagati perché dovrebbe essere sciolto il consiglio comunale”[da 5.34].




Foto « © Franco Zecchin » 

Insomma la strategia difensiva è arrivata fino in consiglio dei ministri, grazie anche all’influenza del senatore Claudio Fazzone, ribattezzato mister preferenze, intimo amico di Parisella. In realtà c’è una falsità che colora le due dichiarazioni fotocopia: un indagato c’è in quella giunta e si chiama Riccardo Izzi. Assessore al bilancio, poi allontanato dalla giunta Parisella, arrestato di recente in una operazione della Dda capitolina.


Nonostante l’allontanamento per ‘ una vicenda personale – raccontava il sindaco - di droga’ alle elezioni comunali quelle, che Berlusconi chiama le forze del male, contribuirono alla vittoria di Parisella e all’elezione dello stesso Izzi.


Ma il punto è un altro e risiede nella normativa sullo scioglimento. La legge del 1991, confluita nel testo unico del 2000( N.267) all’articolo 143 non prevede la presenza di indagati come condizione necessaria per arrivare allo scioglimento di un consiglio comunale per infiltrazione mafiosa. La norma, infatti, ha carattere preventivo. Non solo.


Berlusconi ha anche sostenuto che l’entrata in vigore della nuova normativa richiede una nuova relazione. Ma il consiglio dei ministri ha, di recente, deciso per lo scioglimento di consigli comunali applicando la precedente normativa. Il mistero, fatto di falsità e menzogne, si infittisce. Sorprende che il ministro delle ronde e degli interni Roberto Maroni non abbia mosso un dito quando i colleghi ministri e lo stesso Berlusconi hanno manifestato ragioni inesistenti e contra legem per evitare lo scioglimento del comune di Fondi.


C’è chi, oltre a Libera, associazioni, opposizioni è convinta che lo scioglimento sia necessario e che questa vicenda rappresenti una macchia per l’attuale esecutivo. Parliamo della deputata e componente della commissione antimafia Angela Napoli, eletta come indipendente nelle fila del Popolo delle libertà. Napoli non si nasconde: “


E’ vero la vicenda Fondi è un caso unico nell’applicazione dello strumento di scioglimento dal 1991 ad oggi”. Ma come si spiega questo ritardo?: “ La risposta io la conosco. Ho un’esperienza personale da raccontare, la stessa difficoltà nello scioglimento di un consiglio comunale la incontrammo nel precedente governo Berlusconi. In quel caso si trattava di Lamezia Terme anche in quel caso amministrata dal centro-destra.


Ebbene posso dire che i vertici locali intervennero presso ministri perché rappresentassero in Cdm l’ostacolo allo scioglimento. C’è una differenza. Allora come ministro degli interni c’era Beppe Pisanu che non fa differenze tra destra e sinistra e non volle sentire ragioni e sciolse il comune, oggi c’è il ministro Roberto Maroni e i risultati sembrano diversi…..”.


Angela Napoli chiarisce un punto che vale come prima regola da scolpire all’ingresso delle sedi di tutti i partiti: “Posso andare a guardare in amministrazioni locali di centro sinistra se ho la certezza di aver lavorato e fatto pulizia dove ci sono amministrazioni di centro destra, altrimenti non ho il diritto di parola e non ho il diritto di parlare di antimafia”.


E chiude: “Un ministro degli Interni dovrebbe minacciare le dimissioni per una cosa di questo genere, perché non possiamo dire che combattiamo la mafia e poi chiudiamo gli occhi dove non ci interessa”. Nel cartoon con regia di Silvio Berlusconi e la comparsa di Roberto Maroni le forze del male brindano e , a Fondi e Latina, continuano a fare affari.



Fonte:Articolo21
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di Nello Trocchia



La richiesta è giunta due mesi fa , ma alcuni ministri hanno fatto notare che in quel consiglio comunale così come nella giunta non c’è nessun indagato”. Questa la ragione addotta dal primo ministro Silvio Berlusconi per motivare il mancato scioglimento del comune di Fondi per condizionamento mafioso.


Quando intervistai il sindaco Luigi Parisella non sapevo potesse avere epigoni nelle sfere alte di Palazzo Chigi. Anche il primo cittadino di Fondi disse: “ Non ci sono indagati perché dovrebbe essere sciolto il consiglio comunale”[da 5.34].




Foto « © Franco Zecchin » 

Insomma la strategia difensiva è arrivata fino in consiglio dei ministri, grazie anche all’influenza del senatore Claudio Fazzone, ribattezzato mister preferenze, intimo amico di Parisella. In realtà c’è una falsità che colora le due dichiarazioni fotocopia: un indagato c’è in quella giunta e si chiama Riccardo Izzi. Assessore al bilancio, poi allontanato dalla giunta Parisella, arrestato di recente in una operazione della Dda capitolina.


Nonostante l’allontanamento per ‘ una vicenda personale – raccontava il sindaco - di droga’ alle elezioni comunali quelle, che Berlusconi chiama le forze del male, contribuirono alla vittoria di Parisella e all’elezione dello stesso Izzi.


Ma il punto è un altro e risiede nella normativa sullo scioglimento. La legge del 1991, confluita nel testo unico del 2000( N.267) all’articolo 143 non prevede la presenza di indagati come condizione necessaria per arrivare allo scioglimento di un consiglio comunale per infiltrazione mafiosa. La norma, infatti, ha carattere preventivo. Non solo.


Berlusconi ha anche sostenuto che l’entrata in vigore della nuova normativa richiede una nuova relazione. Ma il consiglio dei ministri ha, di recente, deciso per lo scioglimento di consigli comunali applicando la precedente normativa. Il mistero, fatto di falsità e menzogne, si infittisce. Sorprende che il ministro delle ronde e degli interni Roberto Maroni non abbia mosso un dito quando i colleghi ministri e lo stesso Berlusconi hanno manifestato ragioni inesistenti e contra legem per evitare lo scioglimento del comune di Fondi.


C’è chi, oltre a Libera, associazioni, opposizioni è convinta che lo scioglimento sia necessario e che questa vicenda rappresenti una macchia per l’attuale esecutivo. Parliamo della deputata e componente della commissione antimafia Angela Napoli, eletta come indipendente nelle fila del Popolo delle libertà. Napoli non si nasconde: “


E’ vero la vicenda Fondi è un caso unico nell’applicazione dello strumento di scioglimento dal 1991 ad oggi”. Ma come si spiega questo ritardo?: “ La risposta io la conosco. Ho un’esperienza personale da raccontare, la stessa difficoltà nello scioglimento di un consiglio comunale la incontrammo nel precedente governo Berlusconi. In quel caso si trattava di Lamezia Terme anche in quel caso amministrata dal centro-destra.


Ebbene posso dire che i vertici locali intervennero presso ministri perché rappresentassero in Cdm l’ostacolo allo scioglimento. C’è una differenza. Allora come ministro degli interni c’era Beppe Pisanu che non fa differenze tra destra e sinistra e non volle sentire ragioni e sciolse il comune, oggi c’è il ministro Roberto Maroni e i risultati sembrano diversi…..”.


Angela Napoli chiarisce un punto che vale come prima regola da scolpire all’ingresso delle sedi di tutti i partiti: “Posso andare a guardare in amministrazioni locali di centro sinistra se ho la certezza di aver lavorato e fatto pulizia dove ci sono amministrazioni di centro destra, altrimenti non ho il diritto di parola e non ho il diritto di parlare di antimafia”.


E chiude: “Un ministro degli Interni dovrebbe minacciare le dimissioni per una cosa di questo genere, perché non possiamo dire che combattiamo la mafia e poi chiudiamo gli occhi dove non ci interessa”. Nel cartoon con regia di Silvio Berlusconi e la comparsa di Roberto Maroni le forze del male brindano e , a Fondi e Latina, continuano a fare affari.



Fonte:Articolo21

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