Silvio Berlusconi ne ha parlato quasi di sfuggita durante la scintillante conferenza stampa sui 14 mesi di governo. «Per il sud non farò una nuova Cassa del Mezzogiorno - ha detto - ma un istituto snello, che metta a punto un piano decennale». Sembra quasi l’annuncio di un ufficio studi sul meridione: roba grossa. In realtà è una polveriera, pronta a saltare in aria. Il premier lo sa: per questo è parco di parole e avaro di dettagli. In autunno, quando la sua leadership sarà messa alla prova dagli effetti della crisi economica, la «bomba Sud» è destinata ad esplodere.
elezioni in vista
Finora si sono viste solo scintille. Di qui all’anno prossimo, quando si andrà al voto regionale in quattro grandi regioni continentali del Mezzogiorno, sarà una Santabarbara. La «questione nazionale» (come hanno definito quella del mezzogiorno con raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè sul piede di guerra) non è tanto - o solo - lo sviluppo del Mezzogiorno, i fondi da erogare, il taglio di oltre 23 miliardi già perpetrato al Fas (fondo aree sottoutilizzate). Riguarda piuttosto le poltrone nella stanza dei bottoni: quelle delle giunte regionali. Sono loro, i governatori locali, a decidere la destinazione delle risorse. Per questo è importante andare alla conquista delle ultime roccaforti di centrosinistra nell’area: Calabria, Campania, Basilicata e Puglia. Tutte e quattro alle urne.
CABINA DI REGIA
Sul Mezzogiorno l’idea del governo per ora è quella di costituire una sorta di cabina di regia in cui individuare le priorità su cui investire. Oggi - argomentano in ambienti governativi - le risorse sono disperse in una miriade di micro-progetti. Meglio selezionare quelli più strategici e realizzarli in fretta. A raccontarla così, sembra un passo quasi scontato. In realtà questa «entità» - che per ora resta «misteriosa» (ammette una fonte vicina all’esecutivo) - disseminerebbe più mine di un esercito in fuga. A cominciare dalla sua composizione. È chiaro che una cabina di regia sul sud significa che il governo centrale vuole dire la sua su decisioni finora prese localmente. E qui si aprono già due fronti in contemporanea. Uno con i governatori, l’altro tra i membri del governo. Sicuramente ci sarà Giulio Tremonti. Ma allora vorrà esserci anche Claudio Scajola, e magari Altero Matteoli, e perché non Raffaele Fitto? E i «nordisti» Roberto Calderoli e Umberto Bossi dove li mettiamo? Insomma, il governo in carica vorrà starci tutto, da Berlusconi fino all’ultima (in ordine di tempo) ministra, Michela Brambilla (che oltre tutto è titolare del turismo, vocazione innegabile dell’area). E non solo. pretenderà di essere della partita anche il sottosegretario Gianfranco Miccichè. Così torneranno a concretizzarsi i fantasmi del partito del Sud.
I GOVERNATORI
La partita con i governatori non è affatto più facile. Sono loro che oggi hanno la titolarità di spesa dei fondi europei, e sicuramente non accetteranno facilmente invasioni di campo di Roma. Chiaro che la sede naturale del confronto è la conferenza Stato-Regioni. Peccato però che proprio in quell’organismo ci sia ormai un confronto all’arma bianca. Rottura totale, per i fondi Fas taglieggiati dalle varie manovre del governo, e per i fondi alla Sanità. L’ultimo incontro è stato il più duro che si ricordi. Pare che Giulio Tremonti abbia invitato i governatori non in regola a rifinanziare la sanità proprio con i fondi Fas. Ovvero, spesa corrente finanziata con fondi in conto capitale destinata allo sviluppo. Fondi che, detto tra parentesi, sono già stati dirottati altrove. Vasco Errani, a nome di tutti i governatori, non ha nascosto al sua irritazione. Come si ricomincerà? L’appuntamento è per il 4 settembre. Da dove si ripartirà? «Mah, secondo me si sono portati a casa i compiti per le vacanze», commenta la fonte.
Fonte:L'Unità del 9/08/009
elezioni in vista
Finora si sono viste solo scintille. Di qui all’anno prossimo, quando si andrà al voto regionale in quattro grandi regioni continentali del Mezzogiorno, sarà una Santabarbara. La «questione nazionale» (come hanno definito quella del mezzogiorno con raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè sul piede di guerra) non è tanto - o solo - lo sviluppo del Mezzogiorno, i fondi da erogare, il taglio di oltre 23 miliardi già perpetrato al Fas (fondo aree sottoutilizzate). Riguarda piuttosto le poltrone nella stanza dei bottoni: quelle delle giunte regionali. Sono loro, i governatori locali, a decidere la destinazione delle risorse. Per questo è importante andare alla conquista delle ultime roccaforti di centrosinistra nell’area: Calabria, Campania, Basilicata e Puglia. Tutte e quattro alle urne.
CABINA DI REGIA
Sul Mezzogiorno l’idea del governo per ora è quella di costituire una sorta di cabina di regia in cui individuare le priorità su cui investire. Oggi - argomentano in ambienti governativi - le risorse sono disperse in una miriade di micro-progetti. Meglio selezionare quelli più strategici e realizzarli in fretta. A raccontarla così, sembra un passo quasi scontato. In realtà questa «entità» - che per ora resta «misteriosa» (ammette una fonte vicina all’esecutivo) - disseminerebbe più mine di un esercito in fuga. A cominciare dalla sua composizione. È chiaro che una cabina di regia sul sud significa che il governo centrale vuole dire la sua su decisioni finora prese localmente. E qui si aprono già due fronti in contemporanea. Uno con i governatori, l’altro tra i membri del governo. Sicuramente ci sarà Giulio Tremonti. Ma allora vorrà esserci anche Claudio Scajola, e magari Altero Matteoli, e perché non Raffaele Fitto? E i «nordisti» Roberto Calderoli e Umberto Bossi dove li mettiamo? Insomma, il governo in carica vorrà starci tutto, da Berlusconi fino all’ultima (in ordine di tempo) ministra, Michela Brambilla (che oltre tutto è titolare del turismo, vocazione innegabile dell’area). E non solo. pretenderà di essere della partita anche il sottosegretario Gianfranco Miccichè. Così torneranno a concretizzarsi i fantasmi del partito del Sud.
I GOVERNATORI
La partita con i governatori non è affatto più facile. Sono loro che oggi hanno la titolarità di spesa dei fondi europei, e sicuramente non accetteranno facilmente invasioni di campo di Roma. Chiaro che la sede naturale del confronto è la conferenza Stato-Regioni. Peccato però che proprio in quell’organismo ci sia ormai un confronto all’arma bianca. Rottura totale, per i fondi Fas taglieggiati dalle varie manovre del governo, e per i fondi alla Sanità. L’ultimo incontro è stato il più duro che si ricordi. Pare che Giulio Tremonti abbia invitato i governatori non in regola a rifinanziare la sanità proprio con i fondi Fas. Ovvero, spesa corrente finanziata con fondi in conto capitale destinata allo sviluppo. Fondi che, detto tra parentesi, sono già stati dirottati altrove. Vasco Errani, a nome di tutti i governatori, non ha nascosto al sua irritazione. Come si ricomincerà? L’appuntamento è per il 4 settembre. Da dove si ripartirà? «Mah, secondo me si sono portati a casa i compiti per le vacanze», commenta la fonte.
Fonte:L'Unità del 9/08/009
Nessun commento:
Posta un commento