Di Simone Pomi
Era il 31 maggio 2008 quando i 50 dipendenti della Innse di Lambrate ricevettero una lettera di licenziamento collettivo e la fabbrica fu occupata da vigilantes privati mandati dal proprietario, Silvano Genta. Da allora è passato più di un anno ma il caso mediatico è scoppiato solo ora, dopo che un gruppo di operai ha minacciato di compiere gesti estremi, passando almeno sette notti su una gru e minacciando di buttarsi nel vuoto.
Tutto iniziò nel 2006 quando la società, fondata negli anni Settanta, dopo una lunga mediazione passò nelle mani di Silvano Genta, imprenditore torinese che con 700.000 mila euro la rilevò. Secondo il racconto di Mauro Casati, assessore provinciale di Milano, il signor Genta fu presentato come persona seria e affidabile dall’attuale sottosegretario alle infrastrutture Roberto Castelli, big della Lega Nord.
Passati due anni, nei quali non ci furono nuovi investimenti e la società continuò ad avere comunque un buon rendimento (non ha concorrenza in Europa) arrivo l’incredibile decisione di vendere, seguita poi dai fatti del 31 maggio 2008, descritti pocanzi . Gli operai malgrado questo non desistettero , anzi il giorno stesso ripresero il “possesso” della ditta passando cosi ad un’autogestione attiva che continuò nei due mesi successivi. Il 25 agosto del 2008 Genta formalizzò i licenziamenti , nonostante un’azienda bresciana, la Ormis, si fosse fatta avanti con un’offerta e con il proposito di continuare la produzione. Genta motivò la sua decisione facendo intendere agli operai che la Aedes, proprietaria dei terreni dove sorgeva la Innse, entro la fine del 2009 li avrebbe rivoluti indietro. Nei mesi successivi, per ben 4 volte, con la prepotenza e aiutato dalle forze dell’ordine, il proprietario tentò di riprendersi la fabbrica , senza però avere successo. In uno di questi “incontri”, datato 10 febbraio 2009, Genta si presentò con un centinaio di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa. Si registrarono scontri con gli operai , conclusosi con un lavoratore all’ospedale e il recupero di
alcuni semilavorati da parte degli “invasori”. Questo episodio, come quelli precedenti, apparve subito agli occhi di tutti come inutile e soprattutto provocatorio.
Oggi Genta si definisce “vittima dei sindacati e della provincia”, ma la protesta degli operai e dei (pochi) partiti scesi a fianco di essi, monta giorno dopo giorno, con manifestazioni e picchetti davanti ai cancelli della ditta. I più critici sono stati i rappresentati di Rifondazione Comunista . Il loro portavoce regionale , Alfio Nicotra è durissimo :
«In questa storia ci sono responsabilità politiche enormi, a cominciare da quella del sottosegretario Castelli che, in base alla legge Prodi, presentò padron Genta alla provincia di Milano spacciandolo per imprenditore, quando invece era semplicemente un rottamatore. Su quanto sta accadendo alla Innse Castelli non ha proferito parola fino ad oggi, dopo quelle spese per garantire la bontà delle intenzioni di Genta. Personaggi come lui che prendono in giro i lavoratori del Nord, non devono stare al governo: Castelli si dimetta!».
Anche Antonello Patta, segretario regionale è dello stesso avviso:
«Arrivò Genta, portato da Castelli. Voglio sottolinearla, questa cosa. Perché la Lega fa quella che difende il territorio, la comunità, i lavoratori del Nord. E poi è responsabile dello smantellamento di un pezzo non di archeologia industriale ma di una fabbrica che ha mercato, competitiva sul piano tecnologico, che ha maestranze ultraqualificate»
Paolo Ferrero, segretario nazionale continua la sferzata al partito del Nord:
«… Ma da Calderoli, che si dice così interessato a salvaguardare i posti di lavoro, vorremo sapere perchè autorevoli esponenti della Lega Nord hanno sponsorizzato uno speculatore come Genta che sta procedendo allo smantellamento dell’INNSE a Milano. Vorremo sapere se la Lega Nord è finanziata da questo signor Genta…Nella vicenda Innse il ruolo ambiguo del viceministro Castelli e la tentata prova di forza del ministro Maroni hanno sbugiardato una volta per tutte la favoletta di una Lega Nord operaista»
Nei giorni scorsi si è chiesto anche l’intervento di Berlusconi, chiamato a gran voce da segretario della Fiom, Rinaldini, affinché si cerchi insieme una soluzione industriale. Il problema è che sembra che anche il premier abbia degli interessi in quest’affare. La società Aedes , proprietaria del terreno dove sorge la Innse, è controllata per il 2% dalla Fininvest, con la quale ad esempio progettò la realizzazione di una multisala da 40 milioni di euro per Rozzano. L’Aedes a sua volta controlla anche la Rubattino 87, socità nata più di vent’anni fa con lo scopo di riqualificare una vasta zona di Lambrate, in cui sorge proprio la Innse. Il quotidiano “Il Giorno” il 27 febbraio 2005, scriveva cosi :
«La zona è di proprietà della Rubattino 87 srl. Giulia Missaglia, dirigente Settore Pianificazione e Progettazione Urbana del Comune di Milano sostiene che l’amministrazione punta al “recupero ambientale dell’area” ma che purtroppo i piani di sviluppo sono soggiogati dalla presenza dell’Innse Presse. Si tratta di una società in regime di amministrazione straordinaria non ancora venduta. Sarebbe difficile procedere alla realizzazione di un piano di recupero totale dell’area ’saltando’ questo capannone»
Alla luce di questo, l’arrivo nel 2006 di Silvano Genta sembra apparire oggi molto meno casuale di quel che potrebbe essere.
Nonostate tutto, sembra aprirsi proprio in queste ore uno spiraglio per queste 50 famiglie che da un anno vivono di lotta per il posto di lavoro. Quattro aziende sono interessate all’acquisto della Innse , con il gruppo Camozzi di Brescia in prima fila per diventare il nuovo proprietario. Sempre oggi invece, il Consiglio di Zona 3 di Milano, targato Lega Nord , ha espresso solidarietà agli operai di questa azienda perchè «in lotta per la conservazione del posto di lavoro auspicando una soluzione negoziale della delicata vicenda atta a mantenere i livelli occupazionali e conservare l’ultima azienda industriale della Zona». Un comunicato che sa quasi di presa in giro, probabilmete anche involontaria, ma che alla luce dei fatti rivela la vera faccia di un partito che alla base si definisce vicino agli operai e alla gente , ma che invece nelle alte sfere è piu vicino a imprenditori o «rottamatori», come Genta .
Fonte:Diritto di Critica
Era il 31 maggio 2008 quando i 50 dipendenti della Innse di Lambrate ricevettero una lettera di licenziamento collettivo e la fabbrica fu occupata da vigilantes privati mandati dal proprietario, Silvano Genta. Da allora è passato più di un anno ma il caso mediatico è scoppiato solo ora, dopo che un gruppo di operai ha minacciato di compiere gesti estremi, passando almeno sette notti su una gru e minacciando di buttarsi nel vuoto.
Tutto iniziò nel 2006 quando la società, fondata negli anni Settanta, dopo una lunga mediazione passò nelle mani di Silvano Genta, imprenditore torinese che con 700.000 mila euro la rilevò. Secondo il racconto di Mauro Casati, assessore provinciale di Milano, il signor Genta fu presentato come persona seria e affidabile dall’attuale sottosegretario alle infrastrutture Roberto Castelli, big della Lega Nord.
Passati due anni, nei quali non ci furono nuovi investimenti e la società continuò ad avere comunque un buon rendimento (non ha concorrenza in Europa) arrivo l’incredibile decisione di vendere, seguita poi dai fatti del 31 maggio 2008, descritti pocanzi . Gli operai malgrado questo non desistettero , anzi il giorno stesso ripresero il “possesso” della ditta passando cosi ad un’autogestione attiva che continuò nei due mesi successivi. Il 25 agosto del 2008 Genta formalizzò i licenziamenti , nonostante un’azienda bresciana, la Ormis, si fosse fatta avanti con un’offerta e con il proposito di continuare la produzione. Genta motivò la sua decisione facendo intendere agli operai che la Aedes, proprietaria dei terreni dove sorgeva la Innse, entro la fine del 2009 li avrebbe rivoluti indietro. Nei mesi successivi, per ben 4 volte, con la prepotenza e aiutato dalle forze dell’ordine, il proprietario tentò di riprendersi la fabbrica , senza però avere successo. In uno di questi “incontri”, datato 10 febbraio 2009, Genta si presentò con un centinaio di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa. Si registrarono scontri con gli operai , conclusosi con un lavoratore all’ospedale e il recupero di
alcuni semilavorati da parte degli “invasori”. Questo episodio, come quelli precedenti, apparve subito agli occhi di tutti come inutile e soprattutto provocatorio.
Oggi Genta si definisce “vittima dei sindacati e della provincia”, ma la protesta degli operai e dei (pochi) partiti scesi a fianco di essi, monta giorno dopo giorno, con manifestazioni e picchetti davanti ai cancelli della ditta. I più critici sono stati i rappresentati di Rifondazione Comunista . Il loro portavoce regionale , Alfio Nicotra è durissimo :
«In questa storia ci sono responsabilità politiche enormi, a cominciare da quella del sottosegretario Castelli che, in base alla legge Prodi, presentò padron Genta alla provincia di Milano spacciandolo per imprenditore, quando invece era semplicemente un rottamatore. Su quanto sta accadendo alla Innse Castelli non ha proferito parola fino ad oggi, dopo quelle spese per garantire la bontà delle intenzioni di Genta. Personaggi come lui che prendono in giro i lavoratori del Nord, non devono stare al governo: Castelli si dimetta!».
Anche Antonello Patta, segretario regionale è dello stesso avviso:
«Arrivò Genta, portato da Castelli. Voglio sottolinearla, questa cosa. Perché la Lega fa quella che difende il territorio, la comunità, i lavoratori del Nord. E poi è responsabile dello smantellamento di un pezzo non di archeologia industriale ma di una fabbrica che ha mercato, competitiva sul piano tecnologico, che ha maestranze ultraqualificate»
Paolo Ferrero, segretario nazionale continua la sferzata al partito del Nord:
«… Ma da Calderoli, che si dice così interessato a salvaguardare i posti di lavoro, vorremo sapere perchè autorevoli esponenti della Lega Nord hanno sponsorizzato uno speculatore come Genta che sta procedendo allo smantellamento dell’INNSE a Milano. Vorremo sapere se la Lega Nord è finanziata da questo signor Genta…Nella vicenda Innse il ruolo ambiguo del viceministro Castelli e la tentata prova di forza del ministro Maroni hanno sbugiardato una volta per tutte la favoletta di una Lega Nord operaista»
Nei giorni scorsi si è chiesto anche l’intervento di Berlusconi, chiamato a gran voce da segretario della Fiom, Rinaldini, affinché si cerchi insieme una soluzione industriale. Il problema è che sembra che anche il premier abbia degli interessi in quest’affare. La società Aedes , proprietaria del terreno dove sorge la Innse, è controllata per il 2% dalla Fininvest, con la quale ad esempio progettò la realizzazione di una multisala da 40 milioni di euro per Rozzano. L’Aedes a sua volta controlla anche la Rubattino 87, socità nata più di vent’anni fa con lo scopo di riqualificare una vasta zona di Lambrate, in cui sorge proprio la Innse. Il quotidiano “Il Giorno” il 27 febbraio 2005, scriveva cosi :
«La zona è di proprietà della Rubattino 87 srl. Giulia Missaglia, dirigente Settore Pianificazione e Progettazione Urbana del Comune di Milano sostiene che l’amministrazione punta al “recupero ambientale dell’area” ma che purtroppo i piani di sviluppo sono soggiogati dalla presenza dell’Innse Presse. Si tratta di una società in regime di amministrazione straordinaria non ancora venduta. Sarebbe difficile procedere alla realizzazione di un piano di recupero totale dell’area ’saltando’ questo capannone»
Alla luce di questo, l’arrivo nel 2006 di Silvano Genta sembra apparire oggi molto meno casuale di quel che potrebbe essere.
Nonostate tutto, sembra aprirsi proprio in queste ore uno spiraglio per queste 50 famiglie che da un anno vivono di lotta per il posto di lavoro. Quattro aziende sono interessate all’acquisto della Innse , con il gruppo Camozzi di Brescia in prima fila per diventare il nuovo proprietario. Sempre oggi invece, il Consiglio di Zona 3 di Milano, targato Lega Nord , ha espresso solidarietà agli operai di questa azienda perchè «in lotta per la conservazione del posto di lavoro auspicando una soluzione negoziale della delicata vicenda atta a mantenere i livelli occupazionali e conservare l’ultima azienda industriale della Zona». Un comunicato che sa quasi di presa in giro, probabilmete anche involontaria, ma che alla luce dei fatti rivela la vera faccia di un partito che alla base si definisce vicino agli operai e alla gente , ma che invece nelle alte sfere è piu vicino a imprenditori o «rottamatori», come Genta .
Fonte:Diritto di Critica
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