venerdì 21 agosto 2009
Intervento del Sindaco di Gaeta sulle esternazioni agostane di Bossi
Il Sindaco di Gaeta, Antonio Raimondi, interviene sulle ultime esternazioni agostane del Ministro Umberto Bossi sull’Inno di Mameli, le gabbie salariali, l’insegnamento del dialetto nelle scuole e l’anniversario dell’Unità d’Italia.
“Come Sindaco della città di Gaeta, devastata durante l’assedio del 1860-61 e la cui resa e caduta con l’esilio di Francesco II di Borbone ha permesso di proclamare il Regno d’Italia, capisco molto bene la posizione della Lega Nord che vorrebbe far passare in sordina questa ricorrenza e, contemporaneamente, proporre interventi assurdi come le gabbie salariali, la sostituzione dell’Inno di Mameli e l’insegnamento dei dialetti nelle scuole – afferma il Sindaco – È ormai assodato che il Senatur usi il mese di agosto per lanciare le sue provocazioni e arringare l’elettorato padano, ma adesso si sta superando ogni limite grazie anche ad un Governo schiavo dei ricatti della Lega”.
“Tralasciando la futile questione dell’inno di Mameli, dico che le gabbie salariali sarebbero l’ultimo attentato contro le popolazione meridionali come quando vi fu la tassa sul macinato. Sarebbe la coltellata finale ad un’economia fragile ma, soprattutto, ad una società dove per colpa dell’assenza dello stato da 150 anni siamo vittime della criminalità organizzata – prosegue il Sindaco di Gaeta - Infine, il dialetto nelle scuole. Non c’è nulla di più vitale della lingua orale: anche il dialetto locale cambia con il passare degli anni ed esso viene trasmesso soprattutto il rapporto intergenerazionale. Istituire l’insegnamento del dialetto dimostrerebbe la mancanza di trasmissione della cultura popolare che comprende, oltre alla parlata locale, usi, costumi, tradizioni e gastronomia. Il nostro Paese, unito dalla stessa lingua, ha la grande ricchezza della diversità nella cultura popolare”.
“Per quanto riguarda i festeggiamenti dell’Unità Nazionale, mi sorprende la proposta particolarista e regionalista della Presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, che propone di istituire la ricorrenza dell’Unità d’Italia al 18 febbraio perché in quella data si è riunito per la prima volta, a Torino, il Parlamento Italiano. Capisco le preoccupazioni della Presidente Bresso che vuole che il Piemonte sia il centro dei festeggiamenti, anche per non perdere i cospicui finanziamenti statali (tra l’altro già in gran parte avuti), ma la ricorrenza deve essere nazionale. Non bisogna dimenticare cosa determinò il processo di unificazione: una guerra di conquista del Meridione mai dichiarata da Garibaldi e dal re sabaudo Vittorio Emanuele II – spiega Raimondi – Il Sud fu conquistato ed annesso e da allora, dal giorno della resa di Gaeta il 13 febbraio 1861, è nata la questione meridionale che prosegue ancora oggi nonostante che, nell’ultimo periodo, alcuni esponenti politici del centrodestra ipotizzino la nascita di un partito del sud.
Questi ignorano che il Partito del Sud esiste già e Gaeta ha segnato la sua nascita e la sua evoluzione grazie ad Antonio Ciano, segretario nazionale del suddetto partito, che ha proseguito con la sua opera di coscientizzazione politica anche quando tutti erano scettici e lo hanno deriso”.
“Pertanto, se deve esserci la Festa dell’Unità d’Italia questa deve svolgersi il giorno della caduta di Gaeta così da fare anche memoria degli eventi: la nascita dello Stato Nazionale segnata da dolore, dalla caduta in povertà e dalla conseguente emigrazione della popolazione meridionale – aggiunge il Primo Cittadino – La presidente Bresso deve sapere che a Gaeta si sono celebrati i 100 anni dell’Unità d’Italia, alla presenza dell’allora Presidente del Consiglio Amintore Fanfani e dei Ministri Andreotti e Campilli. Inoltre, nel 2008 il Consiglio Comunale di Gaeta ha votato due delibere per il 150esimo anniversario: una per essere protagonisti dei festeggiamenti e l’altra per il risarcimento danni a carico dei Savoia”.
“Per chiudere, invito il Partito del Sud a portare avanti, con lungimiranza politica la sua azione contro la Lega Nord attenta solo agli interessi particolari delle regioni settentrionali e non di tutto il Paese – conclude Antonio Raimondi – Mi auguro che la Festa dell’Unità Nazionale del 13 febbraio serva a fare memoria di quegli eventi, a superare il dualismo Savoia-Borbone e a riproporre la questione del Sud non solo come la classica questione meridionale ma soprattutto nella capacità di affrontare seriamente i problemi in termini politici, economici, sociali e storici”.
Fonte:Partito del Sud -Gaeta
Il Sindaco di Gaeta, Antonio Raimondi, interviene sulle ultime esternazioni agostane del Ministro Umberto Bossi sull’Inno di Mameli, le gabbie salariali, l’insegnamento del dialetto nelle scuole e l’anniversario dell’Unità d’Italia.
“Come Sindaco della città di Gaeta, devastata durante l’assedio del 1860-61 e la cui resa e caduta con l’esilio di Francesco II di Borbone ha permesso di proclamare il Regno d’Italia, capisco molto bene la posizione della Lega Nord che vorrebbe far passare in sordina questa ricorrenza e, contemporaneamente, proporre interventi assurdi come le gabbie salariali, la sostituzione dell’Inno di Mameli e l’insegnamento dei dialetti nelle scuole – afferma il Sindaco – È ormai assodato che il Senatur usi il mese di agosto per lanciare le sue provocazioni e arringare l’elettorato padano, ma adesso si sta superando ogni limite grazie anche ad un Governo schiavo dei ricatti della Lega”.
“Tralasciando la futile questione dell’inno di Mameli, dico che le gabbie salariali sarebbero l’ultimo attentato contro le popolazione meridionali come quando vi fu la tassa sul macinato. Sarebbe la coltellata finale ad un’economia fragile ma, soprattutto, ad una società dove per colpa dell’assenza dello stato da 150 anni siamo vittime della criminalità organizzata – prosegue il Sindaco di Gaeta - Infine, il dialetto nelle scuole. Non c’è nulla di più vitale della lingua orale: anche il dialetto locale cambia con il passare degli anni ed esso viene trasmesso soprattutto il rapporto intergenerazionale. Istituire l’insegnamento del dialetto dimostrerebbe la mancanza di trasmissione della cultura popolare che comprende, oltre alla parlata locale, usi, costumi, tradizioni e gastronomia. Il nostro Paese, unito dalla stessa lingua, ha la grande ricchezza della diversità nella cultura popolare”.
“Per quanto riguarda i festeggiamenti dell’Unità Nazionale, mi sorprende la proposta particolarista e regionalista della Presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, che propone di istituire la ricorrenza dell’Unità d’Italia al 18 febbraio perché in quella data si è riunito per la prima volta, a Torino, il Parlamento Italiano. Capisco le preoccupazioni della Presidente Bresso che vuole che il Piemonte sia il centro dei festeggiamenti, anche per non perdere i cospicui finanziamenti statali (tra l’altro già in gran parte avuti), ma la ricorrenza deve essere nazionale. Non bisogna dimenticare cosa determinò il processo di unificazione: una guerra di conquista del Meridione mai dichiarata da Garibaldi e dal re sabaudo Vittorio Emanuele II – spiega Raimondi – Il Sud fu conquistato ed annesso e da allora, dal giorno della resa di Gaeta il 13 febbraio 1861, è nata la questione meridionale che prosegue ancora oggi nonostante che, nell’ultimo periodo, alcuni esponenti politici del centrodestra ipotizzino la nascita di un partito del sud.
Questi ignorano che il Partito del Sud esiste già e Gaeta ha segnato la sua nascita e la sua evoluzione grazie ad Antonio Ciano, segretario nazionale del suddetto partito, che ha proseguito con la sua opera di coscientizzazione politica anche quando tutti erano scettici e lo hanno deriso”.
“Pertanto, se deve esserci la Festa dell’Unità d’Italia questa deve svolgersi il giorno della caduta di Gaeta così da fare anche memoria degli eventi: la nascita dello Stato Nazionale segnata da dolore, dalla caduta in povertà e dalla conseguente emigrazione della popolazione meridionale – aggiunge il Primo Cittadino – La presidente Bresso deve sapere che a Gaeta si sono celebrati i 100 anni dell’Unità d’Italia, alla presenza dell’allora Presidente del Consiglio Amintore Fanfani e dei Ministri Andreotti e Campilli. Inoltre, nel 2008 il Consiglio Comunale di Gaeta ha votato due delibere per il 150esimo anniversario: una per essere protagonisti dei festeggiamenti e l’altra per il risarcimento danni a carico dei Savoia”.
“Per chiudere, invito il Partito del Sud a portare avanti, con lungimiranza politica la sua azione contro la Lega Nord attenta solo agli interessi particolari delle regioni settentrionali e non di tutto il Paese – conclude Antonio Raimondi – Mi auguro che la Festa dell’Unità Nazionale del 13 febbraio serva a fare memoria di quegli eventi, a superare il dualismo Savoia-Borbone e a riproporre la questione del Sud non solo come la classica questione meridionale ma soprattutto nella capacità di affrontare seriamente i problemi in termini politici, economici, sociali e storici”.
Fonte:Partito del Sud -Gaeta
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