Di Luigi De Magistris
Credo che il popolo italiano debba essere consapevole che la maggioranza politica –di ispirazione piduista– tenterà di utilizzare le Istituzioni per portare a compimento –nei prossimi mesi- il più devastante disegno autoritario mai concepito dal dopoguerra in poi. Un vero e proprio golpe d’autunno.
Da un punto di vista istituzionale si cercherà di rafforzare il progetto presidenzialista –di tipo peronista– disegnato su misura dell’attuale Premier. Poteri assoluti al Capo dello Stato eletto dal popolo. Elezioni supportate dalla propaganda di regime costruita attraverso il controllo quasi totale dei mezzi di comunicazione.
Il Parlamento –coerentemente ad un assetto autoritario e verticistico del potere- ridotto ad organo di ratifica dei desiderata dell’esecutivo con le opposizioni democratiche messe in condizione di esercitare mera testimonianza.
La distruzione dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura attraverso la sottoposizione del pubblico ministero al potere esecutivo con modifiche costituzionali realizzate illegittimamente con legge ordinaria (quale quella che subordina il PM all’iniziativa della Polizia Giudiziaria e, quindi, del Governo), nonché attraverso la mortificazione del suo ruolo attraverso leggi quale quella che elimina di fatto le intercettazioni (rafforzando quindi la cosiddetta microcriminalità in modo, poi, da invocare poteri straordinari ed extra-ordinem per combatterla).
La revisione della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura –non però nella direzione di liberare tali fondamentali organi dalle influenze partitiche e di poteri che pure sono presenti– ma attraverso il rafforzamento della componente politica e partitocratica.
La soppressione della libertà di stampa e del pluralismo dell’informazione formalizzando normativamente la scomparsa dei fatti. La disintegrazione della scuola pubblica, dell’università e della ricerca, in modo da favorire il consolidamento della sub-cultura di regime, quella per intenderci che ha realizzato il mito del Papi, ossia del padrone che dispensa posti e prebende nel circuito perverso corruttivo dell’utilizzazione post-industriale dei corpi.
Il prossimo Presidente della Repubblica –il desiderio dei nuovi peronisti è ovviamente quello che Berlusconi diventi il Capo, il Capo di tutto e di tutti, il Capo dei Capi con Mangano in cornice e Dell’Utri consigliori- dovrà avere ampi poteri e con questi anche il comando delle forze armate –dopo aver già ottenuto la gestione della sicurezza attraverso la sua privatizzazione con l’utilizzo delle ronde da lanciare magari a caccia di immigrati, omosessuali e dei residui sociali, come vengono considerati i deboli da parte dei pezzi xenofobi e razzisti della maggioranza- in modo da poter governare anche eventuali conflitti sociali con la forza.
Sul piano economico e del lavoro la maggioranza prepara la repressione al dissenso ed al conflitto sociale causato da un disegno che punta a rafforzare le disuguaglianze attraverso una politica economica che consolida sempre più i poteri forti e squilibra fortemente il Paese come nei regimi (chi ha già tanto deve avere di più e tanti invece sempre di più saranno quelli che non riescono ad arrivare alla fine del mese o che vivono in condizioni estremamente disagevoli), con l’assenza del contrasto all’evasione fiscale e l’approvazione di norme che rafforzano il riciclaggio del denaro sporco. Il furto delle risorse pubbliche che vanno a finire nelle tasche dei soliti comitati d’affari.
Il mancato adeguamento dei salari al costo della vita. L’incapacità di favorire l’iniziativa economica privata fondata sulla libera concorrenza degli imprenditori supportando, invece, la rapacità dei soliti prenditori. L’assenza di strategia che possa rilanciare il lavoro – pubblico e privato– fondandolo sulla meritocrazia e non sul privilegio e sull’occupazione indecente della cosa pubblica (come, per fare un esempio, nella sanità). Assenza totale di politiche economiche fondate su sviluppo e lavoro, tutela delle risorse e rispetto della natura e della vita. Il saccheggio,in definitiva, della nostra Storia.
Un progetto contro il nostro futuro. Il colpo di Stato –apparentemente indolore ed a tratti invisibile- reso possibile dall’istituzionalizzazione delle mafie,dalla loro penetrazione nelle articolazioni economiche e pubbliche del Paese, dal loro controllo del territorio, dalla capacità di neutralizzare la resistenza costituzionale.
Un golpe senza armi –ma intriso di violenza morale- con l’utilizzo del diritto illegittimo, della creazione di norme in violazione della Costituzione. L’eversione attraverso l’uso di uno schermo legale. L’uccisione della democrazia dal suo interno. Le sanguisughe delle libertà. E’ necessario, quindi, che si realizzino subito le condizioni per una grande mobilitazione civile, sociale e politica che si opponga a questo disegno autoritario che stravolge gli equilibri costituzionali e l’assetto democratico del nostro Paese.
Da un punto di vista istituzionale si cercherà di rafforzare il progetto presidenzialista –di tipo peronista– disegnato su misura dell’attuale Premier. Poteri assoluti al Capo dello Stato eletto dal popolo. Elezioni supportate dalla propaganda di regime costruita attraverso il controllo quasi totale dei mezzi di comunicazione.
Il Parlamento –coerentemente ad un assetto autoritario e verticistico del potere- ridotto ad organo di ratifica dei desiderata dell’esecutivo con le opposizioni democratiche messe in condizione di esercitare mera testimonianza.
La distruzione dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura attraverso la sottoposizione del pubblico ministero al potere esecutivo con modifiche costituzionali realizzate illegittimamente con legge ordinaria (quale quella che subordina il PM all’iniziativa della Polizia Giudiziaria e, quindi, del Governo), nonché attraverso la mortificazione del suo ruolo attraverso leggi quale quella che elimina di fatto le intercettazioni (rafforzando quindi la cosiddetta microcriminalità in modo, poi, da invocare poteri straordinari ed extra-ordinem per combatterla).
La revisione della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura –non però nella direzione di liberare tali fondamentali organi dalle influenze partitiche e di poteri che pure sono presenti– ma attraverso il rafforzamento della componente politica e partitocratica.
La soppressione della libertà di stampa e del pluralismo dell’informazione formalizzando normativamente la scomparsa dei fatti. La disintegrazione della scuola pubblica, dell’università e della ricerca, in modo da favorire il consolidamento della sub-cultura di regime, quella per intenderci che ha realizzato il mito del Papi, ossia del padrone che dispensa posti e prebende nel circuito perverso corruttivo dell’utilizzazione post-industriale dei corpi.
Il prossimo Presidente della Repubblica –il desiderio dei nuovi peronisti è ovviamente quello che Berlusconi diventi il Capo, il Capo di tutto e di tutti, il Capo dei Capi con Mangano in cornice e Dell’Utri consigliori- dovrà avere ampi poteri e con questi anche il comando delle forze armate –dopo aver già ottenuto la gestione della sicurezza attraverso la sua privatizzazione con l’utilizzo delle ronde da lanciare magari a caccia di immigrati, omosessuali e dei residui sociali, come vengono considerati i deboli da parte dei pezzi xenofobi e razzisti della maggioranza- in modo da poter governare anche eventuali conflitti sociali con la forza.
Sul piano economico e del lavoro la maggioranza prepara la repressione al dissenso ed al conflitto sociale causato da un disegno che punta a rafforzare le disuguaglianze attraverso una politica economica che consolida sempre più i poteri forti e squilibra fortemente il Paese come nei regimi (chi ha già tanto deve avere di più e tanti invece sempre di più saranno quelli che non riescono ad arrivare alla fine del mese o che vivono in condizioni estremamente disagevoli), con l’assenza del contrasto all’evasione fiscale e l’approvazione di norme che rafforzano il riciclaggio del denaro sporco. Il furto delle risorse pubbliche che vanno a finire nelle tasche dei soliti comitati d’affari.
Il mancato adeguamento dei salari al costo della vita. L’incapacità di favorire l’iniziativa economica privata fondata sulla libera concorrenza degli imprenditori supportando, invece, la rapacità dei soliti prenditori. L’assenza di strategia che possa rilanciare il lavoro – pubblico e privato– fondandolo sulla meritocrazia e non sul privilegio e sull’occupazione indecente della cosa pubblica (come, per fare un esempio, nella sanità). Assenza totale di politiche economiche fondate su sviluppo e lavoro, tutela delle risorse e rispetto della natura e della vita. Il saccheggio,in definitiva, della nostra Storia.
Un progetto contro il nostro futuro. Il colpo di Stato –apparentemente indolore ed a tratti invisibile- reso possibile dall’istituzionalizzazione delle mafie,dalla loro penetrazione nelle articolazioni economiche e pubbliche del Paese, dal loro controllo del territorio, dalla capacità di neutralizzare la resistenza costituzionale.
Un golpe senza armi –ma intriso di violenza morale- con l’utilizzo del diritto illegittimo, della creazione di norme in violazione della Costituzione. L’eversione attraverso l’uso di uno schermo legale. L’uccisione della democrazia dal suo interno. Le sanguisughe delle libertà. E’ necessario, quindi, che si realizzino subito le condizioni per una grande mobilitazione civile, sociale e politica che si opponga a questo disegno autoritario che stravolge gli equilibri costituzionali e l’assetto democratico del nostro Paese.
Fonte:L'Unità del 30/08/2009
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